La maschera Easybreath è la prima maschera integrale da snorkeling per vedere e respirare sott’acqua con la stessa facilità che sulla terra ferma. Per la maggior parte delle persone praticare snorkeling è spesso ritenuto difficile, perché la respirazione attraverso la bocca non è naturale e il boccaglio è considerato scomodo e poco igienico. Il campo visivo di una maschera è piuttosto stretto e l’appannamento non permette di godere appieno delle meraviglie dei fondali marini.
Partendo da questa constatazione la marca Tribord ha sviluppato Easybreath, la prima maschera integrale per lo snorkeling che consente di vedere e respirare sott’acqua con la stessa facilità che sulla terra ferma. La respirazione avviene dal naso e dalla bocca in maniera naturale. Il campo visivo libero a 180° offre una visibilità perfetta ed elimina completamente l’appannamento grazie alla separazione del flusso d’aria inspirato da quello espirato. Per garantire che l’acqua non entri nel boccaglio, la maschera Easybreath è dotata di un meccanismo che durante l’immersione chiude la parte superiore del boccaglio. Inoltre, la parte superiore del boccaglio è di colore arancione per essere ben visibile in acqua.
Dove è nata Tribord EASYBREATH
La maschera Easybreath è nata a Hendaye (un’ubicazione con i «piedi nell’acqua») nel centro internazionale di Ricerca e Sviluppo Tribord, un progetto condotto da un team di ricercatori, ingegneri, disegnatori e product manager.
Come è nata l’idea di sviluppare questa maschera?
“Dopo uno studio condotto sulle spiagge d’Europa, Cina e Brasile, il team di progettazione ha potuto constatare che praticare snorkeling è spesso ritenuto difficile, perché la respirazione dalla bocca non è naturale e il boccaglio è considerato troppo invasivo, scomodo e poco igienico. Il campo visivo di una maschera è piuttosto stretto e l’appannamento non permette di godere appieno delle meraviglie dei fondali marini. Da questa constatazione è nato il progetto Easybreath, il nostro unico obiettivo era di eliminare tutti gli inconvenienti legati a questa pratica e sviluppare un prodotto che incoraggiasse migliaia di persone a condividere con noi il piacere delle meraviglie dei fondali marini.” Emily Gladwin (product manager snorkeling)
Quali sono state le fasi di questa progettazione ?
“Dopo i test eseguiti sulla 1ª versione, il team d’ideazione ha rilevato qualche anomalia provocata dal vetro curvo che causava delle alterazioni alla vista e nausea. Nella 2ª versione abbiamo migliorato il campo visivo e abbiamo eliminato queste imperfezioni sostituendo il vetro curvo con un vetro piatto, però questa versione non risolveva il problema dell’appannamento. Nei prototipi 3 e 4, i team hanno concentrato le loro ricerche sulla circolazione dell’aria per risolvere il problema dell’appannamento. Sono stati necessari numerosi interventi per trovare una soluzione che non alterasse il comfort di respirazione e di visione. L’ultimo prototipo (5) è completamente funzionale, ha le stesse caratteristiche della versione attuale, l’unica differenza risiede nel design che prima non era stato stilizzato dai designer.” Emily Gladwin (product manager snorkeling)