Marsa Alam: una meta meno conosciuta del Mar Rosso che prima della partenza, complici i racconti di amici e le immagini viste, ci ha creato molte, forse troppe, aspettative. Vogliamo condividere la nostra esperienza in questa località premettendo che si tratta di emozioni personali che cercheremo di mescolare con dati e foto reali.
Francesca ed io decidiamo di partire per un posto per noi ‘nuovo’ con amici ‘nuovi’. La meta è evidentemente pensata per una vacanza full dive e già dall’Italia prenotiamo 5 pacchetti di full day presso il diving del villaggio. Passiamo subito alle immersioni.
Abou Dabab
Si entra in acqua da riva per un’immersione che ha come unico scopo la ricerca del Dugongo tra sabbia e posidonia. Il lamantino non si è presentato all’appuntamento lasciando un po’ di amaro in bocca per un’immersione che non offre granchè ma posso considerare una discreta check dive per lo scafandro nuovo della macchina fotografica.
Elphistone
La partenza per Elphistone preannuncia una giornata impegnativa. Sveglia alle 5.00 per un’ora di pullman e quasi tre di barca. A preoccupare non sono tanto le ore in barca ma le condizioni del mare che non perdona gli stomaci più deboli: la barca si è spesso messa “a candela” tra le onde di un Mar Rosso mai visto (2-3 mt di onda) incattivito dal forte vento (valutabile intorno ai 30-40 Nodi). Raggiunta la meta la barca ci porta in mare aperto all’inizio del reef (che è un ellissoide che si solleva dalle profondità, si dice che la parete sprofondi ad oltre 100 mt). E’ una Drift Dive (un’immersione in corrente), ma che corrente! Dopo 15 minuti pronti per entrare in acqua, in piedi sulla plancia di poppa tra le onde che ancora creano parecchi problemi di chinetosi a molti di noi, finalmente ci si tuffa e subito siamo premiati per la vista di un paio squali di barriera che non riusciamo ad avvicinare a causa della corrente. Ci lasciamo trasportare ma per pochi metri perchè scendendo in profondità (-30mt) il gioco cambia e dobbiamo nuotare controcorrente per parecchio tempo con consumi di aria esagerati. La parete è molto colorata e viva ma sia per il “casino” iniziale che per la forte corrente non riusciamo a godercela come vorremmo. Dulcis in fundo, siamo costretti a riemergere dopo appena 30 minuti (causa fine aria) tra centinaia di meduse, fortunatamente non urticanti, che ci tengono compagnia fino all’arrivo del gommone che ci viene a recuperare molto lontano dalla barca.
Abuda Dabab Lagoon: Haven One
Dopo le sofferenze della prima immersione decidiamo di rinunciare al bis ad Elphistone per spostarci in un posto più riparato: Abuda Dabab Lagoon conosciuta anche come Haven One, dal nome del relitto di uno yacht che giace sul fondale sabbioso di 20 metri. E qui davvero abbiamo una bellissima sorpresa: una serie di grotte, anfratti e passaggi tra le rocce rendono suggestiva quella che forse considero la più bella immersione di Marsa Alam.
Putroppo le mie foto non rendono giustizia a questa bellissima immersione perché alcuni compagni hanno sollevato una fortissima sospensione.
Dolphine House
Non poteva certo mancare questa meta così famosa e… forse troppo famosa! Perchè ‘troppo’? Visto il numero di sub e snorkelisti che ogni anno andavano a cercare le Stenelle che si sono accasate in questo reef le autorità hanno voluto regolamentarne l’accesso: i sub vengono così tenuti fuori dalle mura domestiche dei delfini e gli apneisti possono avvicinarsi ai cancelli del giardino. Una soluzione che, secondo me, non accontenta nemmeno le Stenelle che hanno voglia di ricevere ospiti tant’è che li vanno a cercare fuori dalla zona off-limit. E fortunatamente… sono venuti a cercare anche noi anche se eravamo già in barca a fine immersione. Purtroppo però non tutti si limitano a guardare senza toccare, così queste regole, anche se non a tutti gradite, sono forse una buona soluzione per evitare che i delfini abbiamo problemi. Le immersioni vengono fatte all’esterno del reef in pareti belle ma non diverse da quelle più vicine all’albergo. Se non incontrate i delfini in immersione sicuramente non valgono i 15 Euro in più richiesti ai sub dall’ente Parco.
Altre immersioni: Samadai, Gota Marsa Alam, Galib Marsa Shoona, Marsa Mubarac
Il resto delle immersioni è molto simile: reef, pesce di barriera, coralli e molti colori. Da segnalare il Dugongo (visto dalla barca), numerosi grossi carangidi, murene grigie (poche), tartarughe enormi, una murena gigante, molte meduse e pochi Napoleoni.
Giudizio complessivo
Leggermente al di sotto delle aspettative gonfiate dai giudizi di amici più fortunati Marsa Alam merita sicuramente una visita che, con qualche incontro particolare (martelli, dugonghi o altro), porterebbe ad una valutazione molto più positiva. Le immersioni sono semplici anche in considerazione del limite di 30 metri di profondità imposto dal governo egiziano.
Un consiglio: a differenza di altre località a Marsa Alam non troverete supermercati, negozi o farmacie per cui è importante portare tutto il necessario da casa, portando magari qualcosa in più e lasciando fuori dalla valigia inutili vestiti da sera per una improbabile vita notturna. Inoltre è praticamente impossibile oltre che inutile raggiungere la cittadina di Marsa Alam e/o di El Quesir visto in primis la mancanza cronica di Taxi ed in secundis l’assoluta “povertà” dei luoghi.