Autore
testo: Luca Biasci
Autore foto e video: Andrea Neri
Video editing: Luca Biasci
Nella sala riunioni del Museo Criminologico di Roma, si sono riuniti gli
ideatori del progetto “una finestra sul mare”, per discutere dei risultati
ottenuti e proiettare il progetto nel futuro.
La cornice del museo criminologico ha visto esplorare le varie sfaccettature del
progetto che ha portato la disciplina dell’apnea all’interno del carcere di
Augusta. L’evento è stato organizzato da Opificium Studiorum Maris –
OSM, in collaborazione con la
Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee –
FIPSAS e l’Unione Italiana Sport per
Tutti – UISP.
L’importanza dell’argomento trattato ha reso necessaria la presenza di una
moderatrice d’eccezione, Emanuela Falcetti.
La Falcetti, esperta giornalista e conduttrice, ha saputo mettere l’accento su
tutti gli aspetti più significanti del progetto.
L’incontro ha preso il via con la visione delle riprese effettuate durante “una
finestra sul mare”, il corso di apnea a secco, condotto dalla campionessa
mondiale di apnea Patrizia Maiorca,
nella casa di reclusione di Augusta. Nel progetto sono stati inclusi dieci
detenuti, alcuni dei quali molto giovani, sotto i trent’anni.
La stessa Maiorca ha spiegato il percorso
seguito: “Inizialmente siamo partiti con 30 secondi di apnea per arrivare poi al
minuto e mezzo. Durante l’allenamento, grande importanza è stata data al
processo immaginativo, nel
quale ho cercato di far visualizzare ai ragazzi, il mare. In futuro, l’obiettivo
sarà riuscire ad espandere il progetto fino ad arrivare all’utilizzo di una
vasca per le prove in acqua. I risultati ottenuti ci danno la spinta necessaria
per cercare di diffondere l’esperimento anche in altre case di reclusione”.
Sull’importanza dell’immaginazione legata al mondo marino, si è soffermata con
un’ampia analisi la Professoressa Simonetta Costanzo,
docente di scienze forensi all’università de “La Sapienza” di Roma: “il mare è
il nostro liquido primordiale, l’origine della nostra creazione. Immaginando il
mare nelle sue diverse forme e condizioni, è possibile rappresentare tutti i
nostri piaceri e le nostre paure”.
Uno dei principali timori che è stato
riscontrato nei detenuti, è quello di essere dimenticati con la relativa
sensazione di abbandono.
Proprio per questo motivo, il punto centrale si è rivelato quello in cui è stata
messa in evidenza la potenza del metodo utilizzato. Per prima cosa l’attenzione
rivolta dagli organizzatori del corso nei confronti dei partecipanti, ha fatto
nascere in loro la consapevolezza che c’è ancora qualcuno che ha la voglia di
accompagnarli nel loro percorso di riabilitazione. Inoltre, come già anticipato,
era previsto nel corso oltre all’allenamento vero e proprio, un percorso di
immaginazione legato al mare. Questo ha permesso agli allievi di ritrovare
immagini perdute, non soltanto durante le lezioni del corso, ma in ogni altro
momento desiderato. Come ha affermato la professoressa Costanzo: “il percorso
intrapreso prosegue anche quando l’istruttore non c’è, è un’immaginazione
autoterapeutica“.
Un momento carico di emozione è stato quello in cui è avvenuta la lettura dei
ringraziamenti e delle impressioni riportate dai detenuti che hanno preso parte
all’esperimento.
La conclusione dell’incontro è stata affidata a Simonetta Costanzo che ha
recitato la poesia di Charles Boudelaire “L’uomo e il mare”. I versi del poeta
decadente sono serviti a ricordare la reciproca somiglianza metaforica fra
l’uomo e il mare, senza dimenticare di evidenziare allo stesso tempo
l’antagonismo fra i due, motivo della nascita di grandi paure.
www.opificiumstudiorummaris.it
Prossimi appuntamenti targati Opificium Studiorum Maris – OSM:
5 ottobre 2013 – ROMA
Sala Agostini, Ospedale San Gallicano
Seminario: “Stress, ansia, panico nelle attività subacquee.
Relative interazioni con: medicina subacquea, addestramento, psicoanalisi e
neurofisiologia“.
15 ottobre 2013 – ROMA
Biblioteca centrale “G. Marconi”, Consiglio Nazionale delle Ricerche
Seminario: “La Narcosi da azoto“
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