Cosa succede se nello stretto di Lembeh (Sulawesi, Indonesia) si incontra Massimo Boyer, il noto fotografo sub e biologo marino, con la sua attrezzatura fotografica (custodia Leo3 wi Easydive, braccetti Carbonarm, flash Sea&Sea, mirrorless Sony α7 III) alla testa di un gruppo di fotosub, con l’organizzazione di Nosytour e la partecipazione di Easydive?
Beh, è facile, avete incrociato il workshop di fotografia naturalistica per la serie “i Viaggi Naturalistici di Massimo Boyer”. Arrivati ormai al quinto anno di programmazione, i viaggi di Massimo Boyer hanno visitato Bangka, le Maldive e il Sudan in crociera, Cabilao, e quest’anno lo stretto di Lembeh.
Lo scopo.
Perché partecipare ai viaggi naturalistici di Massimo Boyer e Nosytour? La fotografia è ormai diventata un mezzo di condivisione, oltre che il miglior sistema per raccontare l’ambiente visitato e i fenomeni osservati, e i suoi segreti sono svelati da un famoso fotografo naturalista e divulgatore. Prendendo parte ai viaggi naturalistici si impara come riprodurre ed interpretare al meglio la realtà, secondo la sensibilità di ciascuno, producendo fotografie belle ed espressive. Anche per chi non fa foto l’opportunità è unica per imparare qualcosa di più sull’ecologia del posto, sulle dinamiche della vita. Perché, e ne siamo convinti, viaggiare significa anche capire, per godere appieno della nuova esperienza.
Il sito
Lo stretto di Lembeh, con andamento da nord a sud tra l’omonima isola e la costa di Sulawesi, presenta alcune caratteristiche che ne fanno un ambiente unico. Intanto è uno stretto, con fondali bassi ma comunicanti, specie a Nord, con le grandi profondità della scarpata continentale. Le acque sono sempre calme. Il sedimento predominante è di sabbia nera, di origine vulcanica.
A Lembeh una comunità biologica unica alterna elementi della fauna costiera con elementi della fauna profonda, che qui trovano acque fresche e sempre calme, ricche di nutrienti, quindi condizioni ideali.
Ottobre è forse il periodo migliore in assoluto per vedere Lembeh: i venti da sud provocano risalita di acque profonde da nord, e apporto di nutrienti e di larve dall’oceano: la temperatura dell’acqua può essere leggermente più bassa, ma le forme di vita presenti sono al loro meglio.
Lembeh è il paradiso per la macrofotografia: dai cavallucci pigmei, ai polpi imitatori, agli antennaridi pelosi, questo è il posto migliore per vedere ogni sorta di strana creatura, e per fotografarla con cura e attenzione per l’ambiente, appoggiandosi su un fondale sabbioso e curando l’ambientazione e l’illuminazione.
Ambientazione e illuminazione, prevalenza della luce ambiente o dei flash, sfondo nero o sfondo naturale: questi i principali temi fotografici del workshop. Oltre alle interazioni tra specie diverse, nel regno della biodiversità, dove fenomeni di simbiosi, parassitismo, predazione sono all’ordine del giorno.
Altri temi accessori sono stati: l’utilizzo di manufatti umani da parte di animali selvatici, fotografare il comportamento, la diffusione di specie non native.
L’organizzazione
Dal 2015 Kudalaut, Nosytour e Zero Pixel collaborano all’organizzazione di queste spedizioni, selezionando con attenzione le strutture più adatte, barche e resort, e i programmi didattici migliori.
Il viaggio 2019 ha avuto come teatro il White Sands Beach Resort by Eco Divers, un resort che (rarità per Lembeh) sorge sull’unica spiaggia che ha una prevalenza di sabbia bianca, di origine corallina, indice di un reef in salute. Il resort è stato aperto quest’anno da Andrea Bensi, offre uno scenario da favola, un ottimo ristorante che realizza una sapiente fusione tra la cucina locale e quella internazionale. Andrea e il suo staff, che ringraziamo in blocco, si sono prodigati per assicurare il successo del workshop.
Easydive
La dinamica casa italiana produttrice di custodie, sponsor del programma, ha messo a disposizione una custodia Diveshot completa di illuminatore e braccino. La Diveshot, custodia rivoluzionaria per concezione, può ospitare praticamente ogni smartphone, dagli i-phone ai Samsung, LG, Huawei e virtualmente tutti i sistemi Android. Il punto di partenza è che ormai lo smartphone è diventato la macchina fotografica che ognuno porta sempre con sé, e che consente una pronta e ampia condivisione dei nostri ricordi, che in un tempo ormai lontano erano custoditi in scatolette e caricatori di diapositive, e mostrati solo agli amici intimi in serate interminabili. Adesso appena finita l’immersione si può condividere direttamente, e grazie alla app Diveshot il vostro smartphone in custodia diventa capace di operazioni, con tempi e diaframmi, che chi è abituato alla routine del point and shot neppure sospettava… anche chi sa già fotografare ha di che divertirsi!
La Diveshot al workshop ha riscosso il successo che meritava, diventando protagonista assoluta quando ha permesso di catturare rarità come il mitico polpo ad anelli blu, o come un pesce lucertola in azione da predatore, grazie anche alla bravura e alla prontezza di chi la gestiva (non sottovalutiamo mai il ruolo del fotografo).
Coral Eye
Per me il viaggio naturalistico ha avuto un prolungamento con la settimana trascorsa al Coral Eye, all’isola di Bangka. Il resort, gestito da Marco e Ilaria, ora affiancati da Marco e Anna, già sede della prima edizione dei viaggi naturalistici, rappresenta per il sottoscritto una tappa quasi obbligata, alla ricerca di relax, di un clima amichevole, di amici esperti e sempre attenti all’ambiente marino, e di soggetti fotografici importanti. Cavallucci marini, gamberetti di Coleman, antennaridi, pesci fantasma, seppie flamboyant, murene e tanti altri soggetti si sono alternati davanti alle lenti del mio 90 mm macro o del 12-24 mm, sempre Sony. Questo mentre gli ospiti del resort portavano avanti i loro progetti, fossero questi di una semplice vacanza o di un soggiorno di studio e ricerca.