Gli uomini di Neanderthal non erano solo cacciatori di mammiferi come cervi o elefanti preistorici. Almeno le popolazioni che vivevano vicino al mare pescavano, raccoglievano conchiglie, e si immergevano in apnea.
Uomo di Neanderthal subacqueo?
Gli scienziati hanno studiato oltre 170 utensili di circa 100.000 anni fa, fabbricati con frammenti di conchiglia, che dimostrano come i neanderthaliani trasformavano in utensili le risorse messe a loro disposizione dal mare.
Gli oggetti provengono per lo più dalle conchiglie di Callista chione, mollusco bivalve ancora vivente nella zona, conosciuto col nome comune di fasolaro, e l’analisi microscopica ha reso possibile distinguere le conchiglie raccolte sulla spiaggia da quelle raccolte in immersione, ancora più lucide e lisce.
Per raccogliere molluschi vivi, che si seppelliscono nella sabbia lasciandone uscire solo il sifone, i neanderthaliani dovevano immergersi in apnea a profondità variabili tra 2 e 4 m. Non sono certo profondità da record, ma consideriamo che a farlo erano uomini considerati primitivi, poco ferrati nel nuoto e privi di qualsiasi attrezzatura.
Già si sapeva che gli uomini di Neanderthal sapessero nuotare. L’antropologo Erik Trinkaus, esaminando i resti di diversi Neanderthal, aveva notato un’anomala crescita ossea nel canale uditivo nota come “orecchio del nuotatore”, tipica delle persone che praticano sport acquatici.
Insomma, lo studio getta una nuova luce sui nostri antenati cavernicoli, aggiungendo la prova di un primo comportamento subacqueo, circa 100.000 anni fa.