Il grosso pesce angelo, Pomacanthus xanthometapon, intimidito dall’arrivo del gruppo dei subacquei, si infila sotto lo strapiombo che lo protegge. A questo punto il fotografo rinuncia a quello che sarebbe il primo impulso, di inseguirlo e fotografargli la coda, piuttosto si ferma, abbassa lo sguardo (e ne approfitta per dare un ultima controllata alla coppia tempo/diaframma e alle impostazioni del flash).
A questo punto la prossima mossa passa al pesce: lui è nel suo territorio, che vogliono questi intrusi? Il fatto di evitare di seguirlo con lo sguardo (come farebbe un predatore che vuole attaccare) gli dà coraggio. Ora è lui a tornare indietro, con atteggiamento spavaldo, sguardo fisso sull’intruso, bocca semiaperta.
Il fotografo sente chiaramente un rumore, una specie di TAC… TAC ripetuto: è uno schiocco che il pesce produce con le mascelle, che ha lo scopo di cacciare l’intruso dal suo territorio. Lo sguardo fisso e deciso dentro l’obiettivo: click, e il ritratto del Pomacanthus è servito.
La conoscenza delle caratteristiche biologiche dell’animale che si vuole fotografare, ma anche l’uso di nozioni di base di psicologia animale, ci sono di grande aiuto per fotografare i pesci. È importante capire cosa l’animale ci vuole comunicare, cercare di entrare in sintonia con lui.