Un comunicato dell’ISPRA ci informa che ufficialmente il primo esemplare di lionfish (Pterois miles) è stato avvistato in acque italiane, e precisamente nel mese di settembre 2016 all’interno della “Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari”, in Sicilia. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel Mar Mediterraneo. Il lavoro scientifico è scaricabile qui.
I media sottolineano che si tratta di una delle specie più invasive del mondo, che ha già fatto gravi danni nell’area dei Caraibi (gli abbiamo dedicato una scheda sui clandestini). Soprattutto ne sottolineano la pericolosità per l’uomo, data dalle spine dorsali che possono iniettare un veleno molto doloroso (raramente mortale).
Un poco di confusione esiste a livello di nomenclatura dei lionfish
In natura esistono varie specie di lionfish, le due più grandi sono Pterois volitans, che vive normalmente nell’Oceano Pacifico, e Pterois miles dell’Oceano Indiano. Le due specie sono molto simili, anche per lo specialista è difficile riconoscerle in ambiente. L’invasione Caraibica, originata da esemplari liberati in mare dagli acquari domestici, e provenienti da tutto il mondo, comprende probabilmente un mix delle due specie oltre a eventuali ibridi. In Mediterraneo gli esemplari presenti provengono probabilmente dal Mar Rosso via Suez, e quindi appartengono alla specie nativa del Mar Rosso, Pterois miles.
Il pesce è commestibile, se ne catturate uno e decidete di cucinarlo occhio alle spine, a parte il rischio di pungersi il veleno rimane attivo fino a 48 ore dopo la morte dell’animale. Per il resto, ho già espresso le mie perplessità sulla possibile rimozione fisica della specie dalle acque dove penetra come invasore: vedi anche gli articoli di Cristina Ferrari e Luigi Dal Corona su scubazone numero 25 e numero 26, con il mio commento. Vedi anche il mio articolo su Scubazone.it.
Comunque se doveste vederne uno in immersione, segnalatelo prontamente a noi o all’indirizzo: alien@isprambiente.it. E’ disponibile anche un gruppo Facebook chiamato ‘Oddfish’ sul quale è possibile condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori.