L’età avanza e l’indurimento delle arterie mi preoccupa. È una cosa che rende pericolose le immersioni?
La risposta degli specialisti DAN:
L’aterosclerosi coronarica è comunemente descritta come “indurimento delle arterie”. È la conseguenza del deposito di colesterolo e altro materiale lungo le pareti delle arterie del cuore. Come reazione al deposito di questo materiale le pareti delle arterie si inspessiscono. Il risultato è un impedimento crescente al flusso ematico dovuto alla progressiva ostruzione dei vasi sanguigni. I fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’aterosclerosi coronarica sono molti: una dieta ricca di grassi e colesterolo, il fumo, l’ipertensione, l’invecchiamento, la familiarità. Sott’acqua una coronaropatia sintomatica è pericolosa: non immergerti se ce l’hai. La coronaropatia comporta una diminuzione dell’apporto di sangue – e quindi di ossigeno – al tessuto muscolare del cuore. Gli sforzi fisici aumentano il bisogno di ossigeno del cuore. Un’insufficienza di ossigeno al tessuto miocardico può provocare anomalie nel ritmo cardiaco e infarto del miocardio, o attacco di cuore. Il sintomo classico di coronaropatia è dolore al torace, specialmente se a seguito di uno sforzo. Purtroppo molte persone non hanno sintomi prima di avere un infarto. Le malattie cardiovascolari sono una causa di morte rilevante tra i subacquei. I subacquei più anziani e coloro che presentano elevati fattori di rischio per una coronaropatia devono sottoporsi regolarmente a valutazioni mediche e ad appropriati esami diagnostici (ad esempio un test da sforzo). I farmaci comunemente usati per il trattamento di questa malattia comprendono la nitroglicerina, i calcio-antagonisti e i beta-bloccanti. Per una persona con coronaropatia può arrivare il momento di una procedura di rivascolarizzazione, ossia del ripristino dell’apporto di ossigeno, tramite l’impianto di un bypass o un’angioplastica. Se la procedura ha buon esito, la persona potrebbe tornare a fare immersioni dopo un periodo di convalescenza e una scrupolosa valutazione cardiovascolare.