Ogni volta che rivedo un regolamento di un concorso fotografico mi cruccio per capire fino a che limite accettare rielaborazioni delle foto.
Credo, ho già scritto e ribadisco, che pochissime foto siano perfette in origine ma quasi tutte abbiano avuto una rielaborazione, più o meno accentuata, in post produzione.
In un precedente articolo (formula per le foto belle) ho sfidato chiunque a smentirmi. E qualcuno non si é fatto attendere troppo come il sig. Massimo Boyer, uno dei massimi esperti italiani di fotografia subacquea e biologia marina, nonché mio caro amico.
Massimo non la pensa come me e puntualizza che per lui la postproduzione si limita di solito a “un aumento del contrasto e a quei piccolissimi interventi che rendono vedibile un file RAW, che di suo sarebbe scialbo e sbiadito”. Massimo é rimasto legato a quando “il supporto sensibile era una pellicola invertibile, e la diapositiva te la tenevi come te la inviava il laboratorio”.
Lo so, lui é un purista e un perfezionista. Mi cazzia sempre anche quando scrivo male i nomi scientifici dei pesci.
Ma, nonostante l’autorevolezza di Massimo, sono convinto che l’elaborazione, il fotoritocco o la post-produzione fotografica , comunque la vogliamo chiamare, sia una fase importante quasi quanto lo scatto.
Le frasi come ‘ma allora é ritoccata‘ sono delle banalità talmente semplici che son convinto si estingueranno presto quando l’ammissione dei best photographers sfaterá questo taboo.

Una foto elaborata molto velocemente solo nella metà superiore per eliminare la sospensione e migliorare colori il soggetto. Durata del lavoro di editing: ca. 5 minuti
C’é un limite all’elaborazione delle fotosub?
La mia risposta é si, certamente, ma solo quando l’editing rende la foto visibilmente artefatta, in negativo.
Il limite d’altronde o c’é o non c’è , non credo nei ‘piccolissimi interventi che rendono vedibile un file RAW’, piccoli é relativo e non quantificabile. I ritocchi si fanno o non si fanno, secondo me si fanno ma non vanno fatti vedere, non vanno svelati ma nemmeno taciuti.
Questo non vuol dire che non ci dobbiamo più impegnare a ricercare scatti perfetti in origine, anzi.
La postproduzione é quella che i nostri antenati, ai tempi della pellicola chiamavano sviluppo ed effettuavano in una camera oscura invece che dalla camera luminosa di Adobe.
Qual è il limite giusto per voi?

Un esempio di interventi veloci sul file RAW da originale a finale + crop. Durata dell’elaborazione: circa 5 minuti