Leo3 di Easydive è la prima, vera, custodia universale per fotosub, che si trasforma, con pochi, semplici, rapidi passaggi, per adattarsi ai nuovi modelli di macchina fotografica reflex digitale. L’universalità è il suo primo carattere distintivo.
Ai tempi andati della pellicola, l’evoluzione degli apparecchi fotografici non era così veloce come adesso. Una volta trovata la tua combinazione apparecchio/custodia potevi portarla avanti per molto tempo. Ricordo che usai una Nikon F801 con scafandro dedicato per oltre 10 anni, alla fine dei quali lo vendetti, ancora in ottime condizioni, solo per diventare digitale.
Già, perché nel frattempo, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, era arrivata la rivoluzione digitale: fine dei costi per comprare e sviluppare i rullini, schede di memoria che contengono centinaia di scatti… Molti aspetti che sanno di democrazia, che tendono a livellare. Ma almeno i primi anni hanno portato con sé anche un’evoluzione rapida e un pochino caotica dei modelli, dei sensori. Ormai sarebbe impensabile per me rimanere fedele a una fotocamera per un decennio e oltre.
E allora? La soluzione giusta me l’ha prospettata Fabio Benvenuti, che incontrai per la prima volta a Marsiglia, a un festival dell’immagine subacquea. Ha un nome e un numero, si chiama Leo3. La custodia universale con trasmissione dei comandi via USB.
La custodia universale
Il passaggio al sistema Easydive comporta qualche rinuncia. All’inizio mi sembrava dura fare a meno, nelle fasi di stanca dell’immersione, di “spippolare” guardando le foto fatte ed eventualmente cestinando quelle riuscite male. In realtà ho imparato a farne a meno, e anzi, mi sento meglio, più concentrato sulla ricerca di soggetti nuovi, metto a frutto senza tempi morti la mia ora di immersione. Le foto fatte le rivedo comunque subito nel display per valutare se ho fatto ovvii errori tecnici (e rifare la foto), e poi me le riguardo con calma, tutte assieme, buttando gli scarti alla fine della giornata.
In compenso quando sono arrivato alla decisione che era tempo di cambiare la mia D90 con una D7100, ho comprato il nuovo corpo macchina e mandato una e-mail a Easydive, e con la risposta ho ricevuto praticamente in tempo reale un file. Copiato questo file nella chiavetta USB, ho inserito la chiavetta nel programmer e questo nella porta multipin centrale, quella dove normalmente prende contatto la basetta. È molto più facile farlo che dirlo, si tratta di inserire due contatti che, per conformazione, non potrebbero andare altrove… Un beep lungo mi ha avvisato che l’implementazione era andata a buon fine. Un corriere, quasi contemporaneamente, mi aveva consegnato la nuova basetta, e via. Fatto. Come dicevo, è molto più lungo scriverlo che farlo.
Poi nuovo passaggio, alla D7500, seguendo il capriccio della videata con le impostazioni della fotocamera, più facile da controllare sul display posteriore che nel mirino, specie per chi ha rinfoltito le fila dei presbiti. Stessa storia. Ho rivenduto i modelli che non uso più, ma la mia custodia adesso potrebbe ancora lavorare con una D90 o con una D7100, riconoscendole all’istante. In teoria potrebbe lavorare anche con marche diverse, permettendomi se lo volessi (e se avessi un parco obiettivi doppio) di alternare la mia Nikon con un modello Canon, per esempio.
Sono entrato così a far parte della famiglia Easydive: sono contento, e lo sono anche il mio portafogli e il mio spirito easy rider, che ora posso assecondare cambiando quando cambia il vento. Ho una custodia garantita a vita che mi segue e che cambia modello di fotocamera con me, rimanendo sempre lei, con tutti i comandi al posto giusto, con tutti gli eventuali accessori già acquistati, come il mirino magnificatore esterno. E scusate se è poco, io non potrei desiderare di più.
Prossimo passaggio? Magari un corpo FX da affiancare al mio attuale DX, ma non mettiamo limiti alla provvidenza. Easy, come easydive.