Un altro articolo su Siladen! Ma non è già stato scritto tutto?
È vero, molto si è scritto sull’isola a forma di goccia d’acqua, parte del famoso parco marino di Bunaken, ma evidentemente restano da dire delle cose. Non vi parleremo qui delle splendide immersioni lungo pareti che sprofondano a perdita d’occhio, completamente ricoperte da spugne giganti, gorgonie e coralli molli di tutti i colori. Della straordinaria biodiversità, cioè del numero di specie di pesci e coralli più alto qui che in qualsiasi altro sito del pianeta, dei banchi di pesci di reef che spesso il subacqueo “buca” mentre una dolce corrente lo trasporta. Delle spiagge bianche, ideali per il relax tra le immersioni.
Una presenza costante, assidua, impossibile da mancare, è quella delle molte tartarughe di mare (delle specie Chelonia mydas o tartaruga verde, e Eretmochelys imbricata o tartaruga embricata). Sono dappertutto, sono belle pulite, tutte simili per grandezza, non temono il subacqueo, per il fotografo sono una sfida costante, per chi non scatta fotografie una tentazione. La tocco? La accarezzo delicatamente?
Lungi da noi l’idea di promuovere comportamenti sbagliati: sub, ricordatevi sempre che le tartarughe hanno apnee da record ma di tanto in tanto devono tornare in superficie a respirare, non tratteniamole mai e anche quando le fotografiamo facciamo in modo che abbiano sempre una via di fuga aperta verso la superficie. Ricordiamo sempre che sono animali selvatici, per quanto possano sembrare carine e coccolose è normalissimo che interpretino le nostre affettuosità come una minaccia, e che reagiscano fuggendo o anche in qualche caso mordendo.
Allevare tartarughe a Siladen
Yurij Barrettara, manager di Celebes Divers e biologo marino, ci racconta: «Al momento quando un nido schiude (e questo avviene spesso a Siladen, che ha spiagge ideali per deporre) le giovanissime tartarughe sono raccolte e tenute in una vasca dove possono rinforzarsi al sicuro dai molti predatori e superare la difficile prima fase di vita. Saranno liberate dopo una prima fase di “allevamento”. Gli effetti positivi sulla popolazione selvaggia del parco sono sotto gli occhi di tutti».
«Come biologo però un dettaglio mi tormenta: temo che così si possa saltare la fase di dispersione, la primissima fase della vita delle piccole tartarughe durante la quale le piccole, o quelle poche che riescono a sopravvivere, probabilmente portate dalla corrente provvedono a disperdere i geni della popolazione».
«In questo modo le tartarughe, liberate ormai grandicelle, fanno poca strada, e vedo il rischio che la variabilità genetica della popolazione locale, a gioco lungo, diminuisca».
Insomma, è difficile come al solito tener conto di tutti i fattori, ma al di là dei timori di Yurij resta il fatto che le tartarughe di Siladen e Bunaken stanno davvero diventando un simbolo. Compagne inseparabili di ogni immersione, che solo un’operazione coordinata magistralmente ha permesso di recuperare, con il turismo e le popolazioni locali ugualmente coinvolte.
Resta da dire una cosa: il reef del parco di Bunaken, scampato completamente indenne all’ultimo fenomeno quasi globale di bleaching, ci sembra in molti punti addirittura migliore di come lo ricordavamo, indice di una gestione corretta.
A Siladen è da poco nato un nuovo resort, immediatamente a sud dell’Onong, davanti alla spiaggia migliore dell’isola, sorge il Kuda Laut boutique dive resort. Lussuoso senza ostentazioni, rappresenta una splendida soluzione per chi si voglia godere l’isola coccolato e con tutte le comodità.
E per chi preferisca una sistemazione un pochino più spartana, magari per dedicare il grosso del budget alle immersioni, resta la possibilità dell’Onong Resort.
Il viaggio a Siladen è organizzato da Nosytour e da Kudalaut.