In uno dei miei primi viaggi subacquei che feci in un mare tropicale, ricordo di essermi trovato a pochi metri da una grande seppia che, accorgendosi di me, con un movimento rapido cambiò il suo colore da un marrone scuro a un bianco pallido, mimetizzandosi perfettamente con la sabbia del fondo marino.
Fin da quel primo incontro restai particolarmente affascinato dalla loro straordinaria capacità di adattamento e sopravvivenza. Le seppie utilizzano la loro capacità di mimetizzazione, non solo per sfuggire ai predatori, ma anche per cacciare e comunicare con i loro simili. I cromatofori presenti nella loro pelle possono espandersi o contrarsi per produrre vari colori e pattern, permettendo alle seppie di adattarsi rapidamente all’ambiente circostante.
Alcune specie possiedono anche la bioluminescenza, utilizzata per la comunicazione e la difesa. La capacità di cambiare colore è governata da una combinazione di fattori neurologici e ormonali, e studi hanno dimostrato che le seppie possono persino “sognare”, esibendo cambiamenti irregolari di colore e struttura del corpo durante il sonno.
Questa incredibile capacità è utilizzata in modo piuttosto pittoresco anche durante la stagione riproduttiva. I maschi, infatti, si esibiscono in complesse coreografie di colori per attrarre le femmine e respingere i rivali, rivelando così non solo la loro capacità di cambiare colore, ma anche la loro intelligenza e abilità comunicative.
Ma non solo! Alcune specie hanno un comportamento ancora più sorprendente! Come viene dimostrato da una serie di ricerche in cattività pubblicate su Biology Letters da alcuni ricercatori australiani. In alcuni casi, se un maschio viene rifiutato o allontanato da altri maschi dominanti, può assumere la colorazione della femmina per avvicinarsi senza destare sospetti e tentare di fecondarla. Si mescola in mezzo all’harem riprendendo sulla metà del corpo rivolta verso il maschio dominante il disegno di una femmina. Dall’altra parte, quella rivolta verso la femmina che si vuole fecondare, mostra uno schema di colorazione zebrato che spesso risulta irresistibile. Naturalmente non funziona sempre. A volte i rivali se ne accorgono e in questi casi spesso si scatena una rissa e in questi casi un altro maschio può intrufolarsi mentre gli altri due sono impegnati nello scontro, rendendolo di fatto inutile. Questo genere di comportamento dimostra un alto grado di plasticità comportamentale e intelligenza sociale.
Habitat e caratteristiche fisiche
Le seppie popolano una vasta gamma di habitat costieri e rappresentano un elemento essenziale dell’ecosistema marino. Sono presenti lungo le coste occidentali del Pacifico, quelle orientali dell’Atlantico e nel Mar Mediterraneo. Preferiscono i fondali sabbiosi o rocciosi e vivono principalmente in acque poco profonde, sebbene alcune specie possano essere trovate a profondità fino a 600 metri. Il corpo è caratterizzato da una conchiglia interna, nota come “osso di seppia”, che fornisce supporto strutturale. Sono dotate di dieci appendici: otto braccia di pari lunghezza e due tentacoli retrattili con ventose denticolate utilizzati per catturare le prede. Gli occhi, simili a quelli dei vertebrati, hanno una pupilla a forma di W che consente una visione acuta in condizioni di scarsa luminosità. Le dimensioni variano notevolmente tra le specie, con la maggior parte delle seppie che non supera i 50 cm di lunghezza e i 12 kg di peso.
Alimentazione e strategie di sopravvivenza
Le seppie sono predatori opportunisti che si nutrono di una vasta gamma di organismi marini, tra cui piccoli crostacei, pesci, gamberetti, vermi acquatici, polpi e altri molluschi. Utilizzano i loro tentacoli retrattili per afferrare rapidamente le prede e immobilizzarle con le ventose. La loro dieta varia a seconda della disponibilità di prede nel loro habitat e, nei periodi di magra, anche il cannibalismo è abbastanza comune tra gli adulti ed è per la specie una strategia di sopravvivenza.
Riproduzione e ciclo di vita
Le uova della seppia, che appaiono come grappoli scuri simili a chicchi di uva, vengono deposte in prossimità delle coste e attaccate a vari substrati, come alghe, rocce o coralli. Dopo un periodo di incubazione che varia da uno a tre mesi, le uova si schiudono e i piccoli emergono già pienamente formati e pronti a iniziare la loro vita autonoma.
Specie mediterranee e conservazione
Nel mare Mediterraneo la seppia vive su fondi costieri, sabbiosi o melmosi, comunemente ad una profondità fino ai 100m, anche se gli esemplari adulti vivono nei mesi freddi a profondità maggiore. Le specie mediterranee più diffuse sono principalmente tre: la Sepia Officinalis, detta anche Seppia comune, che può raggiungere i 35 centimetri di grandezza; la Sepia Orbignyana, nota come Seppia Pizzuta, lunga al massimo 12 cm; infine la Sepia Elegans, o Seppia Piccola, che non supera i 9 centimetri di lunghezza. Purtroppo per loro sono presenti in molte ricette di cucina e quindi sono pescate sia intenzionalmente sia come catture accessorie nelle reti da pesca. In alcune aree, la pressione della pesca ha portato ad un declino delle popolazioni, sollevando preoccupazioni sulla loro conservazione.
Importanza ecologica e culturale
Le seppie sono creature straordinarie che combinano adattamenti biologici unici con comportamenti complessi e intelligenti. La loro capacità di mimetizzarsi, l’affascinante comportamento riproduttivo e la loro importanza ecologica le rendono un soggetto di grande interesse sia per i biologi marini sia per gli appassionati di natura. Tuttavia, è fondamentale promuovere pratiche di pesca sostenibili e proteggere i loro habitat per garantire che queste meraviglie dei fondali marini continuino a prosperare nei nostri oceani.
Ma le seppie non sono solo creature straordinarie del mare, hanno anche lasciato un’impronta significativa nella cultura e nella letteratura! Un esempio notevole è il libro di Eugenio Montale, “Ossi di seppia”. Pubblicata nel 1925, questa raccolta di poesie è una delle opere più celebri del poeta italiano, e il titolo stesso evoca la natura effimera e fragile delle seppie, simbolo di riflessione sulla condizione umana e sulla transitorietà della vita. Montale usa l’immagine degli ossi di seppia abbandonati sulla spiaggia come metafora della solitudine e del senso di smarrimento dell’uomo di fronte alla vastità e all’indifferenza del mare.