Autore: Emanuele Bravin
L’acqua sottrae calore dal corpo 25 volte più velocemente dell’aria, pertanto una identica temperatura avvertita in aria come piacevole, in acqua determina un rapido raffreddamento corporeo. Il fattore temperatura di riferimento diviene quindi determinante ai fini della scelta del tipo di muta da utilizzare, del suo spessore e del materiale utilizzato. In acque moderatamente fredde, ma anche in questo caso a limitate profondità, può essere sufficiente indossare una muta cosiddetta ‘umida’, che permettendo l’ingresso nella stessa di una modesta quantità d’acqua forma un sottile strato sulla pelle che riscaldandosi determina un isolamento termico.
Tale muta, realizzata in neoprene compresso o lycra, deve essere aderente senza eccedere in quanto alcune rare forme di patologia da decompressione cutanea sono state innescate dalla muta eccessivamente stretta. D’altro lato una eccessiva larghezza della stessa favorirebbe il ricircolo dell’acqua e quindi vanificherebbe la su funzione termica. Per quanto riguarda la vestibilità le mute dotate di cerniera risultano più facilmente indossabili, ma leggermente meno protettive di quelle senza cerniera.
Quest’ultime realizzate in due pezzi sono più calde di quelle monopezzo per il duplice strato di neoprene che riveste il torace, grazie ai pantaloni a salopette. Una particolare attenzione va posta al cappuccio incorporato o staccato che sia in quanto è molto importante proteggere la testa dalle dispersioni termiche, io consiglio sempre il cappuccio staccato, favorisce la vestizione, e in estate quando fa caldo riduce uno dei fattori stressanti pre-immerisone, potendoselo infilare all’ultimo momento. Infine dobbiamo avere presente che una muta realizzata in neoprene compresso consente una minore capacità di movimento rispetto al materiale in lycra, ma risulta decisamente più isolante.
Per quanto esposto l’acquisto di una muta va condotto con particolare attenzione avendo riguardo sia alle caratteristiche strutturali della stessa che all’uso cui si intende destinare. Una muta va provata cercando di individuare quella che più si adatta al proprio fisico, deve essere il più aderente possibile senza formare ‘borse’ e spazi vuoti, ma non deve neppure stringere, ostacolando i movimenti e la respirazione. Bisogna, in sostanza, evitare qualsiasi compromesso che andrebbe a discapito della sicurezza o del piacere che dovrebbe accompagnare una immersione. Quindi qualora non si dovessero trovare positivi riscontri nei parametri standard offerti dalle innumerevoli ditte che commercializzano il prodotto ci si può rivolgere a ditte artigianali che realizzano mute su misura e che permettono anche la scelta dello spessore del neoprene , dei colori preferiti e la possibilità di poter inserire ‘optional’ come ulteriori rinforzi a seconda delle necessità.
Si tratta di piccole aziende spesso molto affidabili, cui si può ricorrere anche successivamente all’acquisto per riparazioni o eventuali modifiche, il tutto sempre a prezzi particolarmente interessanti.
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