Autori: Pierluigi da Rolt e Raffaele Ferroni
Quando dovevo ancora fare il mio primo corso di sub, pensavo che la perdita del boccaglio per cause accidentali fosse uno dei maggiori problemi che avrei potuto incontrare, e allora mi dicevo: “Tanto io mi comprerò una di quelle maschere che coprono tutta la faccia con erogatore integrato, così sarò al sicuro”.
Se ci penso adesso mi viene da sorridere, avrei presto dovuto imparare che l’uso di una maschera facciale non è per niente semplice e che per un po’ mi conveniva continuare ad usare la mia maschera e il mio bell’erogatore convenzionali, il perché si spiega facilmente, basta avere quel po’ di dimestichezza con la subacquea da porsi determinate domande.
Come faccio a schiacciare il naso per compensare con una maschera facciale?
La risposta è semplice, ne esistono di vari tipi, le più rudimentali (e forse affidabili)fig. 1, hanno tutta la struttura in silicone, con tanto di forma del naso, e si possono usare come una maschera convenzionale nell’esecuzione di questa manovra, altre, quelle a struttura rigida, hanno una specie di tampone che può, con i più disparati sistemi, venire premuto, dopo un’accurata regolazione fatta in superficie, contro le narici fino a tapparle per consentirci di compensare; bisogna sottolineare che l’uso di queste apparecchiature riduce (nella maggior parte dei soggetti) di gran lunga la difficoltà a compensare, essendo che si tende ad espirare sempre con il naso e quindi la compensazione dei seni è quasi automatica.
Se ho un problema all’erogatore cosa faccio?
Bene, se c’è un problema all’erogatore ci troviamo a dover togliere la maschera, una volta tolta però, oltre a dover mettere in bocca la fonte d’aria alternativa bisogna anche indossare una maschera convenzionale che avremo portato come riserva, ma il problema non è solo questo, infatti solitamente questo tipo di attrezzature viene usato in ambienti molto freddi e quindi al momento in cui lo togliamo sott’acqua ci ritroviamo a dover sopportare uno shock termico veramente accentuato, basti pensare che il 40% circa della nostra testa (il viso) si trovava prima all’asciutto ed alla temperatura di circa 36-37 °C , ed al momento in cui togliamo il “mascherone” viene colpito dall’acqua fredda dell’ambiente esterno, con uno sbalzo termico che può arrivare sull’ordine dei 32 °C…. Questo significa un’alta probabilità di perdita dei sensi a causa dell’elevato shock termico, dato dalla costrizione improvvisa dei vasi sanguigni della zona colpita, insomma una conseguenza per niente simpatica. Per evitare tutto ciò bisognerebbe allagare la maschera molto lentamente, ma bisogna prima di tutto averne il tempo, e dopo di che considerare che mentre allaghiamo la maschera le nostre vie aeree sono a contatto con l’acqua, e quindi non possiamo respirare, in conclusione, la cosa migliore da fare è mettersi in condizioni di non doverla togliere, vedremo successivamente come.
In superficie non posso togliere l’erogatore per usare lo snorkel, quindi mi ritroverò a consumare il gas contenuto nelle bombole inutilmente….
Non proprio necessariamente, la maggior parte dei sistemi di maschere facciali dispone di un sistema composto da una valvola a rubinetto, in pratica un tappo che si avvita e si svita aprendo a lato della stessa una via di ingresso e di uscita per l’aria quando siamo in superficie, permettendoci di risparmiare la miscela respirabile contenuta nelle bombole. L’unico accorgimento da adottare è quello di ricordarsi di chiudere la valvola di superficie prima di iniziare la discesa, pena l’infiltrazione di acqua all’interno.
Se nella mia immersione voglio usare diverse miscele in base al profilo che ho pianificato con una maschera facciale è impossibile cambiare erogatore.
Questo è uno dei problemi da risolvere quando si adotta questo tipo di attrezzatura, personalmente chi sta scrivendo in questo momento, ha cercato a lungo un deviatore nel quale convergessero tutte le fruste per poi farle confluire verso un unico secondo stadio, il risultato è stato che quei pochi strumenti di questo tipo che si trovano in commercio permettono il cambio di solo due miscele e sono molto costosi, a parte il costo il motivo delle due sole mix è deciso perché in questo modo è possibile fare un deviatore per il quale una posizione del cursore esclude totalmente l’infiltrazione dell’altra miscela; per ovviare al problema, come hanno fatto molti altri, mi sono costruito un deviatore artigianale, che però essendo dotato di più rubinetti indipendenti ha bisogno di accorgimenti particolari durante l’uso, e non mi sento di consigliare perché con questo tipo di attrezzo è possibile aprire accidentalmente due o più rubinetti, e fare così in modo di alterare la qualità della miscela che si vuole respirare, provate ad immaginare se trovandovi alla profondità di 80 metri (dove serve una miscela ipossica) urtate per caso, ed aprite, il rubinetto dell’Ossigeno….
Altro inconveniente di questo sistema è che bisogna tenersi addosso tutte le bombole collegate al deviatore, e nella penetrazione di un relitto non poter sganciare un decompressiva e lasciarla fuori in molti casi significa rinunciare alla penetrazione di una parte di esso.
Una soluzione a questo problema adottata dalla celebre casa costruttrice Californiana Kirby Morgan è quella di aver costruito una maschera facciale, chiamata M48, che dispone di un sistema di sgancio e aggancio rapido della parte oro-nasale, in pratica la maschera resta sul viso e si può staccare la mascherina oro-nasale in modo da poterla cambiare con una alla quale è attaccato il secondo stadio che fornisce un’altra miscela, il pregio è che sul secondo stadio si può lasciare tranquillamente anche il boccaglio, quindi, per riprendere a respirare appena rimessa la mascherina sul facciale basta afferrare il boccaglio con i denti e poi chiudere con calma le clips (fig.3), fatto ciò si può procedere allo svuotamento della parte allagata, una paratia di silicone separa la parte del naso e degli occhi da quella della bocca che si va ad allagare durante il cambio, questo sistema permette di sganciare dall’imbrago le bombole decompressive e lasciarle sul trapezio, lungo la cima di risalita o fuori dal relitto che vogliamo esplorare, con il relativo erogatore del quale il secondo stadio sarà già munito di paratia oro-nasale. Con questa maschera si può anche comodamente togliere la parte oro-nasale con annesso secondo stadio ed utilizzare la fonte d’aria alternativa del compagno nel modo convenzionale.
Altra soluzione, ma forse volta più che altro ad ovviare problemi dovuti ad un guasto al sistema di erogazione che alla necessità di cambiare miscela, è quella adottata sulla maschera Neptune II di Ocean-Reef, questa maschera permette di inserire al posto della valvola di superficie un altro secondo stadio che funge in pratica da fonte alternativa, tale sistema impone però che l’alimentazione di una delle due fonti sia chiusa, altrimenti le depressioni causate all’interno della maschera da una fonte manderebbero in autoerogazione l’altra.
Inutile quindi sottolineare quanto con questo tipo di attrezzature sia importante disporre di un sistema ridondante, portare con se una maschera di riserva per i casi estremi dove dovremo toglierla, e soprattutto tener conto che, se utilizziamo il sistema di coppia, con molte di queste maschere non possiamo usufruire della fonte alternativa del compagno senza prenderci una bella rinfrescata al viso, e comunque togliere il facciale, prendere la fonte alternativa del compagno e mettersi la maschera convenzionale di riserva non è certo un’operazione che tutti sono in grado di eseguire in condizioni di stress causato da un emergenza in corso.
La maschera facciale avendo un volume interno notevole tende ad essere positiva, per questo le case costruttrici le producono o già zavorrate oppure con la possibilità di agganciare delle zavorre ai lati al fine di renderle neutre; i consumi aumentano leggermente e le prime volte si ha la sensazione di respirare più difficoltosamente, questo a causa del maggior spazio aereo da abbattere per causare una depressione tale da innescare l’erogazione.
Se ha tutti questi contro perché usare una maschera facciale?
Per i seguenti vantaggi:
- Viso sempre all’asciutto,
- in caso di persone soggette all’essere colpite da malori (che comunque sarebbe meglio si astenessero da questo sport fino a quando non avranno risolto i loro problemi di salute) vi è minor rischio di allagamento delle vie aeree in caso di sincope, con conseguente aumento della probabilità di riuscita nel soccorso da parte del compagno, che almeno sarà informato in precedenza della eventuale patologia sofferta dal soggetto.
- A queste maschere si possono collegare sistemi di comunicazione che permettono di parlare sia con la superficie che con il compagno, addirittura esistono dei filtri per correggere la distorsione della voce causata dall’elio quando ci si immerge a Trimix.
- Nelle immersioni sotto ghiaccio, dove la profondità e poca ma il freddo tanto offrono una grande protezione termica, e consideriamo che il 70% del calore disperso dl corpo umano passa per la testa….
Fig. 1 Maschera facciale Scubapro | Fig.2, M48 Kirby Morgan |
Fig. 3 Sistema di sgancio e cambio secondo stadio ideato dalla Kirby Morgan, notare come sia possibile afferrare il boccaglio con i denti premendo leggermente sul primo stadio spingendolo verso la bocca. | Fig. 4: Qui vediamo la maschera facciale Neptune II con secondo stadio Neera appositamente costruito, la scatoletta gialla che notiamo sul lato sinistro del volto della modella è l’auricolare del sistema di comunicazione, quella specie di sporgenza nera in corrispondenza della mascella sinistra invece è il microfono con annessa trasmittente. Dal lato opposto vi è un altro “tappo” al posto del quale è possibile installare la valvola di superficie oppure un ulteriore secondo stadio. |
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maschere gran facciale
mi piaciono e ne vorrei acquistare una
tempo fa ho avuto un incident che mi ha causato la rottura di qualche dente.. la maschera facciale sembra la miglior soluzione, senza contare la battuta del dentista, “ti conviene levare anche gli altri 30 denti per esser perfetto!”
l’ impianto è fuori questione per problemi vari…
Spero che perfezionino tutto il resto come successe per le maschere dagli anni 70 ad oggi…
Acquistata a novembre 2017 la Ocean Reef Neptune II che supporta ossigeno sino 100% ed il deviatore gas. Un’ora di corso in piscina a Rapallo con un istruttore da loro preparato ( la azienda ha sede ad Arvigo, provincia di Genova) e da allora, dopo circa 50 immersioni, il “mascherone “ non lo mollo mai più!!! Costa una follia, ma vale tutti i soldi, anche in estate !!