Autore: Leda Masi
Le punta e scatta
Generalmente sono macchine anfibie
dotate di un obiettivo a focale fissa da 35 mm, non reflex, oppure piccoli
scafandri in materiale plastico destinati a contenere una piccola compatta
sempre 35 mm. Si dicono “punta e scatta� perché non prevedono alcun controllo da
parte del fotografo, hanno diaframma e tempo reimpostato e funzionano totalmente
in automatico. Quindi tu inquadri, premi il pulsante di scatto e la macchina fa
tutto da sola! Hanno normalmente un flash interno e alcune possono essere
accessoriate con flash esterno e mirino sportivo. Ti permettono di ottenere
immagini discrete a distanza ravvicinata e in acque basse. È importante
accertarsi che il flash interno possa essere escluso all’occorrenza, per evitare
l’effetto neve quando si dovesse tentare un’immagine in campo lungo.
Le più
diffuse sono le ReefMaster della Sealife, l’Aquashot della Ikelite e le MX della
Sea&Sea.
Le anfibie.
Come il nome suggerisce sono macchine
fotografiche che funzionano ugualmente sott’acqua e sopra, cioè nascono giÃ
stagne e non necessitano di un guscio appositamente costruito. Se ne osservi una
noterai che non è molto diversa, né molto più ingombrante, di una comune
macchina fotografica. La differenza sta nel fatto che il dorso apribile e tutti
i comandi, sono dotati di una guarnizione a tenuta stagna (il famoso o-ring, un
toroide di gomma o silicone, molto efficiente nel tenere separati l’acqua e la
tua preziosissima macchina. Questo “anellino� di gomma ha la proprietà di
reagire alla pressione, in virtù del fatto che non è un anello ma un toro
(1), quindi più la pressione esterna aumenta più lui si “espandeâ€? nella sua
sede. Come spiegazione è decisamente poco scientifica, ma è esattamente quello
che succede. Giuro!!! La corretta manutenzione di questo piccolo “pezzettino di
gomma� è di fondamentale importanza nella pratica della fotografia subacquea, se
ne parlerà in altra sede…)
Generalmente le anfibie lavorano con un lettore in
TTL (through the lens) in grado di intercettare la luce del flash quando ha
raggiunto il giusto grado di saturazione dei colori.
Il limite delle anfibie
è quello di non essere reflex (nel mirino non si vede esattamente quello che
sarà poi riportato sul fotogramma, ci sarà una differenza di qualche grado,
ininfluente in campo lungo e più marcata in riprese ravvicinate, a causa
dell’errore di parallasse (2). Queste macchine utilizzano un mirino che è
posto al di fuori dell’obiettivo, per cui ciò che viene ripreso dalla fotocamera
non corrisponde perfettamente a ciò che il fotografo vede.. Per fortuna molte
anfibie hanno un mirino ottico sovradimensionato e montato sulla slitta porta
accessori, che consente di correggere quest’errore a seconda dell’ottica
utilizzata e della distanza di ripresa.
(1) Toro: superficie generata da una circonferenza di raggio r,
ruotante attorno a una retta giacente sul suo piano esterna al cerchio, che
disti R dal centro; il volume è 2 π2 Rr2 e la superficie 4π2 Rr. Giusto per i
pignoli…
(2) al greco παράλλαζις: spostamento. Angolo fra due visuali da
luoghi differenti.
Un piccolo disegnino per chiarirci le idee…
Inquadrando così l’errore di parallasse fa si che io vedo la stellina ma l’obiettivo ne vede solo un pezzetto. |
|
Inquadratura con mirino galileiano |
|
Con un mirino sportivo si corregge l’errore e la stellina è correttamente inquadrata. |
|
Inquadratura corretta con mirino sportivo |
Sul mercato non sono moltissime: la tradizionale Nikonos e le
MotorMarine della Sea & Sea sono le più diffuse.
Le Nikonos sono variate
poco dalla progenitrice Calypso: hanno introdotto controlli elettronici,
leggermente aumentato le dimensioni, le ottiche disponibili sono pressoché le
stesse. L’unica vera variazione l’abbiamo con la Reflex RS.
Il sistema
Nikonos rimane il più versatile e quello con il migliore rapporto qualità /prezzo
fra le anfibie.
La Nikonos V, ultima nata prima della reflex, ha le
caratteristiche seguenti:
tempi da B a 1000, riavvolgimento manuale, dorso
apribile e pellicola posizionata su un piano rigido, attacco flash comune ai
modelli più vecchi, modalità a priorità di apertura. (impostando l’apertura del
diaframma la macchina calcola automaticamente il tempo di posa), selezione
valori ASA da 25 a 1600
La macchina è utilizzabile in manuale qualora le
condizioni lo richiedano, per esempio con tempi di posa troppo lunghi, contrasti
eccessivi, ombre troppo chiuse o controluce troppo forti.
Ottiche
disponibili: 35 mm, 28 mm, 80 mm, 15 e 20 mm.
La Reflex RS AF vanta
invece: autofocus continuo o servo, possibilità di messa a fuoco manuale – non
sempre infatti in acqua l’autofocus è un vantaggio: le particelle in sospensione
e il normale movimento dell’acqua e dei soggetti possono infatti “ingannareâ€? il
sensore, causando continui aggiustamenti nella messa a fuoco, con conseguente
possibilità di errore – , esposizione a priorità di diaframma, diaframmi
compresi fra f/2 e f/22 a passi di ½ diaframma, lettura esposimetrica a 5 punti
e semispot (sulla parte centrale dell’inquadratura) e compensazione
dell’esposizione a passi di 1/3 di diaframma. Avanzamento e caricamento
pellicola automatici. Sincronizzazione con tutti i flash elettronici fra 1/30 e
1/125. Tempi di posa compresi fra 1 sec. e 1/2000 di sec. E naturalmente è
reflex!
Ha un grosso difetto: costa una cifra!
Un’alternativa alla
Nikonos, per fotografia amatoriale di buon livello, è la Motor Marine della Sea
& Sea, normalmente commercializzata con un obiettivo 32 mm f/4.5, ha però
disponibili una serie di ottiche fino al 15 mm. È una macchina dai costi più
contenuti della più blasonata parente, ma ugualmente molto pratica e versatile,
che vi permetterà comunque di avere ottimi risultati.
Le
scafandrate
Sono macchine già più professionali, e consistono in una
macchina per uso terrestre inserita in uno scafandro costruito con diversi
materiali, dall’alluminio ai vari polimeri recentemente sviluppati, realizzato
in serie per uso con diversi modelli o su misura per uno specifico modello. In
Italia esistono numerosissime ditte specializzate nella costruzione di
scafandri, sarebbe troppo lungo elencarle, (non lo farò, potrei dimenticarne
qualcuna), tutte validissime. Ogni scafandro, sia di serie che specifico, avrÃ
esternamente tutti i comandi necessari per le regolazioni essenziali della
macchina posta al suo interno, comodamente manovrabili, normalmente sarà dotato
di due oblò, uno piano per l’utilizzo con ottiche macro e uno a cupola per
l’impiego con il supergrandangolare. Naturalmente la macchina scafandrata avrÃ
ingombri decisamente maggiori di una anfibia, e il suo uso non sarà sempre così
intuitivo, ragion per cui alcuni fotografi e istruttori consigliano di vederla
come punto di arrivo del vostro percorso e non come punto di partenza. La
fotocamera utilizzata sarà generalmente una reflex, dotata di meccanismo TTL per
il controllo del flash e di misuratore degli ASA starabile.
E’ assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale,
del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso
dell’autore.