Puri Jati, Bali. Un fondo di sabbia nera, prodotta dalle ceneri delle eruzioni vulcaniche, i reef sono lontani. Puri Jati è famosa per i polpi imitatori che fanno capolino dalle loro tane. È famosa per gli scorfani foglia, per i pegasus, per i cavallucci marini… creature della sabbia.
Ma è anche l’unico sito dove abbiamo osservato una simbiosi che ha dell’incredibile.
Simbiosi è collaborazione tra due specie diverse, che scelgono di vivere assieme con vantaggi per entrambe. A nominare il fenomeno la prima cosa che salta in mente è la relazione tra pesce pagliaccio e anemone, con la protezione reciproca. Se poi approfondiamo, scopriamo che tutta l’ecologia dei reef corallini si basa sulla simbiosi interna che lega delle alghe unicellulari, le zooxantelle, al coralli costruttori, che proteggono e coltivano il loro gardinetto privato ricavandone cibo.
Continuiamo a osservare. Dal sabbione di Puri Jati migliaia di occhietti tondi, meno di 1 cm di diametro, colorati di giallo-verde-dorato ci guardano. Sono madrepore libere solitarie. Per i biologi appartengono a due specie diverse Heterocyathus aequicostatus, famiglia Caryophylliidae, e Heteropsamma cochlea, famiglia Dendrophylliidae. Per farla semplice sono coralli che si appoggiano sul fondo, senza aderirvi, e che non formano colonie, ma vivono da soli. Al più a volte il polipo di Heteropsamma si sdoppia in una minicolonia di due polipi.
Esaminando la parte inferiore di ognuno, ci rendiamo conto che il polipo si insedia e inizia a costruire il suo scheletro sulla conchiglia vuota di un gasteropode. Conchiglia che è inglobata lasciando un buco rotondo in corrispondenza dell’apertura della conchiglia. Un forellino tondo e stretto, che solo un verme potrebbe entrarci.
Appunto: perché nella conchiglia, ulteriormente protetta dal carbonato apposto dal corallo, va a vivere un verme (per i biologi è un sipunculide, Aspidosiphon corallicola, per tutti gli altri un vermiciattolo). Che da questo momento in avanti vive in simbiosi con il corallo solitario.
Una simbiosi, la biologia ci insegna, deve portare vantaggi a entrambi. Se in questo caso il vantaggio per il verme è ovvio (una casa ampia, sicura, pulita), non altrettanto ovvio appare a prima vista per il corallo. Che ci guadagna a ospitare il verme?
Un primo indizio potremmo averlo dall’ambiente: questi corallini che vivono appoggiati alla sabbia, così minuti, non rischiano di finire sepolti sotto la sabbia? Come fanno a mantenersi sempre in posizione eretta, dritti e alla superficie della sabbia? Non capita mai che una corrente torbida, o il passaggio di un grosso animale (di un sub) li faccia cadere?
Eccone uno che cade, rovesciato dalla pinneggiata distratta di un sub, come farà a rialzarsi? Ma ci pensa il verme, che si sporge dal suo buco, fino ad arrivare alla sabbia, e poi spingendo come un piccolo cric rimette il corallo in orizzontale.
Restiamo senza parole, e non solo per via dell’erogatore in bocca. Il paragone che viene in mente a Francesca è quello con i palmipedoni, creature a forma di ciuffo che nel cartone animato di Alice nel Paese delle Meraviglie si muovono lungo il terreno, sospinti da gambette… che fossero anche quelli vermi? Intanto i palmipedoni ci guardano dal basso, e si muovono davvero.
Un grazie a Marco, Bali Secrets, che per primo ci ha mostrato questa meraviglia.
Fate sempre delle bellissime foto e dei bellissimi articoli vi faccio i miei complimenti! C’è da dire che mettete la curiosità di diventare sub!!!