Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Biological conservation, sembra dimostrare che le mante oceaniche sono in realtà molto più pigre e abitudinarie di quanto si riteneva.
Fino a non molto tempo fa si pensava che nel mondo esistesse una sola specie di manta. Adesso ne sono state descritte diverse. Il nome Manta birostris è rimasto a indicare la specie oceanica, che può vivere oltre 40 anni e superare i 7 m di apertura alare. Studi precedenti avevano già chiarito che le altre specie più piccole, come Manta alfredi comune nell’Indo-Pacifico, dalle Maldive all’Indonesia, formano popolazioni residenti che non si allontanano mai molto.
Resisteva il mito della Manta birostris come grande migratore oceanico, capace di vagare da una parte all’altra degli oceani. A demolirlo ci hanno pensato gli scienziati della Scripps Institution, San Diego, California, incrociando due serie di dati.
La prima riguarda dati di radiomarcatura. Esemplari seguiti anche per 6 mesi di seguito si sono spostati pochissimo.
La seconda riguarda uno studio genetico. Campioni di tessuto muscolare prelevati da individui vivi hanno permesso di chiarire che esistono popolazioni locali piuttosto chiuse dal punto di vista genetico. Se le mante migrassero senza confini, si accoppierebbero con individui di altre località, realizzando quella che in genetica si chiama panmissia,
Ebbene, le mante sembrano piuttosto seguire il detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”.
La conservazione delle mante.
Questa nuova immagine pantofolaia della manta, se da un lato demolisce un mito, dall’altro apre interessanti prospettive per la loro conservazione. Tutto sommato è più semplice proteggere un animale che non si muove molto. L’Indonesia ad esempio ha emanato una legge nazionale che ne vieta la pesca, legge che proteggerà in modo efficace le mante “indonesiane”, che a questo punto risulta poco probabile che ne lascino le acque territoriali.
Resta il discorso in base al quale molte aree (le Maldive, la California) hanno periodi e zone in cui è più facile osservare i giganti. Durante l’anno la loro dieta varia con la composizione del plancton, il loro cibo, e le mante possono comunque effettuare spostamenti a breve raggio, o semplicemente portarsi più in profondità, per seguire il loro alimento. Niente paura, torneranno.