A dare l’allarme è stato il personale del Parco Marino della Grande Barriera Australiana che dopo un sorvolo di ricognizione effettuato pochi giorni fa ha riportato la devastante condizione dei coralli.
Anche uno dei più influenti scienziati, Prof. Terry Hughes, ha postato il 23 Marzo un tweet con una immagine che mostra una parte della barriera completamente bianca.
Questo colore non rappresenta un segnale positivo, bensì una condizione estrema in cui i coralli rischiano la morte. Il bianco è dovuto al colore dello scheletro del corallo, visibile al di sotto del tessuto. Tale fenomeno avviene quando il tessuto del corallo perde i pigmenti colorati presenti in alcune alghe unicellulari che vivono nel tessuto stesso. Un po’ come se noi diventassimo trasparenti e si potesse vedere solo il bianco delle nostre ossa.
Lo sbiancamento della grande barriera
Già nel 2016 un evento simile, dovuto al surriscaldamento delle acque, aveva causato circa il 70-80% di mortalità dei coralli nelle scogliere coralline di gran parte dell’Oceano Indiano e Pacifico. Tale intensità se ripetuta nel tempo, come sta avvenendo anche quest’anno, potrebbe portare il futuro delle meravigliose scogliere coralline al collasso.
Inoltre, un danno simile porterebbe ad un depauperamento delle risorse principali di sussistenza di molte comunità tropicali che basano la propria economia (alimentare e turistica) sulla diversità di vita sottomarina legata alla scogliera corallina. Non solo, se questa condizione dovesse estendersi nel tempo, la vivacità dei colori della vita sottomarina dei tropici sarà un ricordo e Nemo potrà essere ammirato solamente in un film.