Ci siamo immersi in uno dei relitti del Lago di Garda, la Draga di Gargnano.
Gargnano, un paesino dell’alto Garda di tremila abitanti, con un passato ricco di avvenimenti storici, oggi vanta un turismo di élite. Anche qui come in tutto il lago di Garda ci sono diversi siti di immersione, molto frequentati, in particolare il relitto della Draga, affondato nel 1964.
La storia di Gargnano sul lago di Garda
Gargnano è un paesino di tremila abitanti, in provincia di Brescia, adagiato sulla sponda occidentale del lago di Garda. Ha una storia recente, legata alla Repubblica Sociale di Salò e alla presenza in questi luoghi del duce, Benito Mussolini. Ha poi una storia antica legata alla presenza di San Francesco, che fece costruire un convento e successivamente una Chiesa, di cui, ancora oggi, resta un bellissimo portale, dedicato proprio al Santo.
Sicuramente la storia più recente, quella che conosciamo tutti per averla studiata sui libri di scuola, lega Gargnano alla fondazione della Repubblica di Salò, il 10 ottobre del 1943, quando dopo essere evaso dal carcere dove era imprigionato, arrivò a Gargnano Benito Mussolini che, proprio qui, fondò la Repubblica Sociale Italiana di Salò. Il duce visse nella villa Feltrinelli insieme alla moglie e ai figli, fino alla fuga e alla definitiva condanna a morte.
Gargnano oggi
Oggi Villa Feltrinelli è un Grand Hotel di lusso, che ospita attori e personaggi famosi provenienti da tutto il mondo e può capitare di incontrarli, camminando per le stradine del paese.
Da quando ho cominciato a immergermi, ho sempre sentito parlare del tesoro di Mussolini che sarebbe conservato nelle acque del lago, ma nessuno mai l’ha trovato (almeno per ora). Di certo però il “nostro” lago nasconde tanti segreti che risalgono a quell’epoca, bombe, munizioni, elmetti che ogni tanto capita di individuare.
Il relitto della Draga nel Garda
Nelle acque poco a nord di Gargano, proprio davanti alla centrale elettrica, c’è il relitto della Draga, uno dei più conosciuti e apprezzati dai numerosi subacquei lacustri.
Affondata nel 1964, è adagiata sul fondo, appoggiata sul lato destro, dai 38 ai 47 metri circa. Veniva utilizzata per scavare il fondo lacustre e portare i materiali in superficie, che venivano poi accumulati su un battello che li trasportava a riva, nel caso specifico della draga di Gargnano, stava dragando il fondo per la costruzione della centrale idroelettrica.
L’affondamento della Draga
La causa dell’affondamento fu una improvvisa tempesta con onde alte che fecero imbarcare acqua e, capovolgere l’imbarcazione. Capita spesso sul Garda di assistere ad improvvise bufere con venti molto forti che sollevano alte onde e che hanno provocato, anche recentemente, numerosi incidenti.
La preparazione dell’immersione
Per immergerci su questo relitto, con Alberto Tagliati, il mio “buddy del lunedì”, ci rivolgiamo a Roberto Greco, titolare del diving Leonessa di Campione del Garda. Roberto ci porta sul punto di immersione, proprio davanti alla centrale elettrica di Gargnano, cala l’ancora, spegne il motore e cominciamo ad indossare le attrezzature, Alberto ha un reb Liberty ed io un rEvo, per questo tuffo abbiamo deciso di utilizzare un trimix leggero, 21/35. Tabelline per la “pre-jump chek” in mano cominciamo i controlli, apriamo la bombola del diluente, controllo della pressione e verifica ADV, gonfiaggio gav e stagna, apertura bombola Ossigeno, controllo pressione, accensione computer e cambio set point basso, verifica solenoide, e inizio pre-respirazione, dopodiché capovolta e ci ritroviamo in superficie, Roberto ci passa i bailout, ne controlliamo l’apertura e proviamo a respirare i gas che ci possono salvare in caso di emergenza.
La discesa sul fondo del lago
Al segnale di OK sgonfiamo i gav e scendiamo lungo la cima dell’ancora, fermandoci a 5 metri per il chek bubble reciproco e poi giù verso il fondo.
Controllo la mia attrezzatura fotografica, provando i flash e regolando tempi, diaframmi e ISO, ho deciso di utilizzare una reflex Nikon D750 con zoom Nikkor 8-15, in custodia Isotta con un oblò da 6” e ghiera distanziatrice da 20mm, due flash Sea&Sea YS-D3.
Il relitto della Draga
La prima cosa che vediamo, ed è un po’ il simbolo di questo relitto, è una grossa ruota, un ingranaggio al quale probabilmente era collegata la trasmissione del motore che azionava il nastro a cucchiai. Il tempo di qualche scatto e proseguiamo la perlustrazione, Alby mi segnala che la sua torcia non funziona, peccato perché ha una luce particolarmente indicata per gli scatti fotografici. Gli passo la mia torcetta di backup, non è proprio la stessa cosa ma la facciamo andar bene.
Giriamo intorno al relitto in senso orario, raggiungiamo il cassone di galleggiamento destro, sul quale la draga appoggia sul fondo, nello spazio tra i due cassoni, Alby libera da una lenza abbandonata, un povero persico rimasto imprigionato. Procediamo e raggiungiamo la zona del nastro a cucchiai, che servivano per raccogliere i detriti dal fondo e portarli in superficie, per scaricarli sul battello che li avrebbe portati a terra. Questa parte è molto suggestiva e i cucchiai o scodelle, sono in ottimo stato di conservazione, sorvoliamo il relitto osservano ancora i vari ingranaggi, gli oblò, le pulegge con ancora i cavi avvolti, la visibilità è buona e riusciamo a godere della visuale completa del relitto.
La risalita
Il tempo, come sempre in immersione, scorre velocemente e i nostri minuti programmati sono trascorsi, decidiamo di risalire lungo la scarpata per smaltire la deco, osservando il fondo e inseguendo qualche luccio, ci allontaniamo un po’ dalla centrale idroelettrica continuando a “razzolare” e scattare ancora qualche foto.
In superficie ci avviciniamo alla barca di Roberto, soddisfatti e felici gli raccontiamo della bella immersione, intanto gli passiamo i bailout e l’attrezzatura fotografica.
La Draga è sempre una piacevole immersione, fatta poi nel periodo giusto, in buona compagnia con l’appoggio di diving organizzati e preparati, come il Leonessa di Roberto Greco a Campione, con buona visibilità e magari evitando il weekend, si può trascorrere dei minuti in profondità veramente molto molto piacevoli.
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