Su scala mondiale, i reef corallini sono in sofferenza. Il cambiamento climatico (riscaldamento globale, acidificazione degli oceani) è uno dei primi imputati, ma non l’unico: su scala locale, altri agenti possono concorrere a generare uno stress che rende più sensibili i coralli.
Uno di questi sono le creme solari. Ebbene sì. Tra le sostanze chimiche che molte creme solari utilizzano come filtro per i raggi solari, alcune, come l’ossibenzone, danneggiano il DNA dei coralli impedendone il normale sviluppo. I filtri chimici possono favorire lo sviluppo di virus dei coralli e quindi di stati patologici, e facilitare fenomeni di sbiancamento.
La soluzione? Una protezione contro le scottature è necessaria quando si viaggia ai tropici, ma possiamo limitare i danni ai coralli scegliendo creme che abbiano filtri fisici contro i raggi UV, come titanio o caolino.
Sono allo studio creme solari a base di sostanze naturali contenute nel muco protettivo che riveste organismi marini di acque superficiali, come alghe o gli stessi coralli, che addirittura possono essere soggetti a emersione (e quindi a esposizione intensa ai raggi UV) in bassa marea senza scottarsi.
Pensiamoci al momento di comperare la crema solare per il prossimo viaggio ai tropici: la nostra scelta può condizionare il futuro dei reef che visitiamo.