Autore: Ferdinando Meli
Nelle righe che seguono mi propongo di accompagnare il lettore in una visita ai fondali della neonata Area Marina Protetta di Capo Gallo – Isola delle Femmine (istituita mediante Decreto Ministeriale il 24 Luglio 2002) alla scoperta degli invertebrati che la popolano.
Frequento queste acque ormai da vent’anni e, ancora oggi, rimango sorpreso dalla moltitudine di specie che le popolano e dalla bellezza della morfologia dei suoi fondali.
Proprio in queste zone, a diverse profondità, è caratteristica la presenza dei cosiddetti “gradoni”. Questi altro non sono che la testimonianza del fatto che il livello marino, in tempi geologici passati, era più basso di oggi e “stazionava” proprio in corrispondenza dei gradoni stessi. Normalmente se ne incontra un primo che inizia a circa –18 metri, con un dislivello verticale di 2-3 metri, ed un secondo che inizia a –27/30 metri, con un dislivello verticale di circa 10-13 metri. La loro morfologia è caratteristica del nome che portano in quanto si presentano proprio come brusche pareti verticali che interrompono il normale degradare del fondale e pertanto testimoniano l’andamento delle antiche linee di costa. Il fenomeno che provocava un livello così basso del mare deve essere principalmente ricercato nel clima particolarmente freddo di quei periodi (glaciazioni) che ha provocato un forte accumulo di ghiaccio ai poli e quindi una sottrazione di acqua dal mare provocandone una abbassamento del livello.
Gli invertebrati popolano praticamente tutte le profondità e, per chi si dedica alla fotografia subacquea, offrono uno spettacolo di eccezionale bellezza.
Con questo non voglio dire che tra tutte le specie marine siano le più belle ma sicuramente sono le più curiose ed affascinanti proprio perché così piccole e difficili da osservare. Un pesce, anche per il suo movimento, è facilmente individuabile ma un nudibranco deve essere pazientemente ricercato tra le alghe.
Nei primi metri d’acqua, posizionati su pareti rocciose in ombra, possiamo facilmente individuare la specie Astroides calycularis per il suo intenso colore arancione. Appartenente alla classe Antozoi ordine Madreporari famiglia Dendrofillidi questi coralli formano delle colonie, più o meno sviluppate in grandezza, in luoghi in cui vi sia ombra e forte idrodinamismo. Proprio per il fatto che formano delle colonie incrostanti i calici dei polipi sono uniti sino al margine superiore. Normalmente vivono ad una profondità che oscilla dai primi metri d’acqua fino a 10-15.
A sinistra: Astriodes calycularis in colonia
A destra: Astroides calycularis
Questa caratteristica nonché il colore diverso li distingue dalla specie Leptosammia pruvoti. Sempre appartenente alla classe Antozoi ordine Madreporari famiglia Dendrofillidi ha tuttavia un colore giallo intenso e i suoi polipi formano dei coralliti isolati che a volte presentano delle gemmazioni laterali (come evidente in foto). Pertanto ogni individuo non è unito con il vicino che può tuttavia essere collocato a brevissima distanza (anche meno di 1 cm). Sono anch’essi amanti delle zone in ombra. Normalmente sono presenti da 5-6 metri fino a 40-50. Nella zona in questione li ho normalmente incontrati dai 20-25 metri in poi.
Leptosammia pruvoti
Più difficile da individuare è invece la specie Cariphyllia smithii che appartiene alla classe Antozoi ordine Madreporari famiglia Cariofillidi. I coralliti sono isolati, anche molto distanti tra loro, di dimensione da 0,5 a 1 cm e pertanto difficili da individuare. I polipi hanno una colorazione biancastra o debolmente rosata ma non è facile vederli estroflessi. La cosa più evidente è lo scheletro calcareo a forma di cono (base piccola che va allargandosi con la crescita).
Una specie affine è la Balanophyllia europea (classe Antozoi ordine Madreporari famiglia Dendrofillidi). I suoi coralli, come la cariophyllia, sono isolati, di colore bruno giallastro quindi molto difficili da individuare. Lo scheletro calcareo superiormente è di forma ovale debolmente schiacciata nel mezzo. Ne deriva una caratteristica forma a 8 più o meno accentuata.
A sinistra: Cariophyllia smithii
A destra: Balanophyllia europea
Elegantissime e suggestive sono le onnipresenti gorgonie sia bianche (Eunicella singularis) che gialle (Eunicella cavolinii). Appartenenti alla classe Antozoi ordine Gorgoniacei famiglia Plexauridi, si incontrano a profondità mediamente da 15 metri fino a 45-50 la E. singularis e e fino a 150 la E. cavolinii.
A sinistra: Eunicella singularis
A destra: Eunicella cavolinii
Nei punti in cui si accumula la ghiaia o negli anfratti delle scogliere è possibile incontrare degli esemplari di Cerianthus membranaceus (classe Antozoi ordine Ceriantari famiglia Ceriantidi). Vive tipicamente infossato nella ghiaia o protetto negli anfratti profondi. La sua base è in grado o di inglobare granuli di sabbia e frammenti organogeni oppure di secernere un tubo molle a protezione del corpo. I colori variano dal giallo al marrone al verde-violaceo. Normalmente si incontra a partire dai 10-15 metri di profondità. Quando occupano fondi sabbiosi o ghiaiosi possono formare delle colonie di numerosi individui tutti ravvicinati.
Cerianthus membranaceus
Molto più frequente e conosciuta è la cosiddetta anemone di mare o Anemonia sulcata (classe Antozoi ordine Attiniari famiglia Attinidi). Presente dalla superficie sino a 15-20 metri di profondità, è spesso caratterizzata dall’avere le punte dei tentacoli di colore rosa-violetto. Di notte alla luce della lampada o di giorno in particolari condizioni di luminosità risulta evidente una colorazione superficiale dei tentacoli verde-giallina. Ciò è dovuto alla presenza di alghe simbionti denominate Zooxantelle.
A sinistra: Anemonia sulcata
A destra: Anemonia sulcata con Zooxantelle
Molto affini sono la Aiptasia mutabilis a la Aiptasia diaphana (ambedue classe Antozoi ordine Attiniari famiglia Aiptasidi).
Vivono negli anfratti che si trovano tra la superficie e i primi 15-20 metri di profondità. Sono molto belle da vedere ed hanno la prerogativa che il loro piede affonda all’interno di cavità anguste e tortuose. Appena disturbate vi si ritirano dimostrando una eccezionale capacità di variazione del volume interno.
A sinistra: Aiptasia mutabilis
A destra: Aiptasia diaphana
Una specie molto particolare e “architettonicamente” notevole è rappresentata da Sertella septentrionalis (classe Gimnolemi ordine Cheilostomati famiglia Sertellidi). Solitamente la si rinviene in zone ombrose e riparate dalla luce. Il suo aspetto simile ad una maglia tessuta da mani umane la rende fortemente caratteristica. Il colore varia dal rosaceo all’arancione.
Specie affine è la Miryapora truncata altrimenti nota come “falso corallo” per il suo aspetto così rassomigliante. Appartenente alla classe Gimnolemi ordine Cheilostomati famiglia Miriozoidi, ha un habitat simile a quello di Sertella con la quale può essere trovata in comunione.
A sinistra: Sertella septentrionalis
A destra: Myriapora truncata
Con questa rapida descrizione delle più comuni specie di invertebrati incrostanti che si possono incontrare nei fondali dell’AMP di Capo Gallo – Isola delle Femmine mi propongo di invogliare gli appassionati a visitarla in quanto costituisce uno dei più bei tratti di costa siciliana. Inoltre la sua morfologia, con l’isolotto e M.te Gallo che termina quasi a picco sul mare, e la sua geologia la rendono particolarmente suggestiva.
Per informazioni visitate anche il sito web: www.geonautilusub.it
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