Iniziano nel Mediterraneo i primi caldi, i primi bagni in mare, e le prime “invasioni” di meduse fanno la loro comparsa sulle pagine dei giornali.
Spiagge che si tingono di rosa (o di azzurro, secondo la specie responsabile), fenomeno che si ripete ormai con regolarità tutti gli anni. C’è chi dice che le meduse siano favorite dalle sostanze inquinanti, chi al contrario afferma con sicurezza che “cercano l’acqua pura, pulita” e quindi sarebbero buoni indicatori dell’assenza di inquinamento. La verità presumibilmente non sta da nessuna delle due parti in conflitto. Le meduse, organismi planctonici, sebbene possano nuotare e mantenere una direzione almeno per un po’ di tempo, tendenzialmente sono trasportate dalle correnti. In questa stagione amano aggregarsi in grande numero per la riproduzione, e poi, esauste, vengono spesso sospinte dalla correnti fino a raggiungere le spiagge, dove si accumulano passivamente, per le correnti.
Sì ma negli ultimi anni sono aumentate di numero? Probabilmente sì, e la causa principale di questo va ricercata nella pesca, che, riducendo il numero dei competitori delle meduse (i pesci mangiatori di plancton, come acciughe e sardine) mette a disposizione delle meduse alimento extra. Insomma, alla fine dei conti i responsabili dello squilibrio siamo sempre noi, in un modo o nell’altro!
Le meduse sono urticanti, se toccate scaricano in modo meccanico il veleno contenuto in speciali cellule a forma di vescica, dette nematocisti, che provoca reazioni simili alla puntura di piante come l’ortica. Sottolineo che la scarica delle nematocisti avviene in modo del tutto meccanico, involontario. La medusa non è mai aggressiva, se la tocchiamo siamo noi a pungerci.
La più urticante nelle nostre acque è Pelagia noctiluca, piccola medusa di colore rosa violaceo, caratterizzata da tentacoli interni nastriformi e da lunghi tentacoli sottilissimi, quasi invisibili, che partono dal bordo dell’ombrella, molto urticanti.
I rimedi per le punture di medusa
Secondo wikipedia, le sostanze urticanti liberate dalle nematocisti delle meduse provocano una reazione infiammatoria acuta caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e bolle, accompagnata da bruciore e sensazione di dolore. Questa reazione è dovuta all’effetto tossico diretto del liquido contenuto nei tentacoli di medusa (nematocisti). A volte le meduse possono provocare lesioni cutanee ritardate nel tempo. La reazione cutanea ritardata nel tempo rappresenta un’entità clinica seria nella quale si sviluppano lesioni di tipo eczematose a distanza di giorni o di mesi dopo il contatto con gli invertebrati, in questi casi si può anche ricorrere, quando particolarmente gravi, a terapie sperimentali con immunosoppressori. Talvolta le lesioni cutanee hanno carattere di dermatiti ricorrenti.
Comunemente vengono utilizzate soluzioni diluite a base di bicarbonato di sodio, ammoniaca o acido acetico per lenire l’effetto urticante provocato dalle nematocisti delle meduse. D’altra parte un recente studio statunitense ha verificato che le stesse sostanze non hanno proprietà lenitive sul dolore; l’anestetico per uso topico lidocaina, bloccando i canali ionici del calcio e del sodio delle nematocisti, mostra un’azione inibente il rilascio delle tossine, oltre che un’azione anestetica lenitiva sulla pelle colpita.
Nella terapia di pronto soccorso viene anche usato l’aceto prima di applicare un bendaggio compressivo oppure, nel casi di tentacoli di Tamoya gargantua, una specie tropicale, il ghiaccio, il solfato di alluminio e l’acqua calda.
Il farmaco di elezione nel trattamento degli stati più gravi di reazione infiammatoria al veleno di medusa è lo steroide, che è in grado di controllare le complicanze infiammatorie più gravi.
Un’ultima considerazione: fino a non molti anni fa gli spiaggiamenti in massa delle meduse erano accompagnati da scene grottesche di bagnanti che si davano da fare per seppellirle prematuramente, o per bruciarle, insomma per eliminarle con qualsiasi mezzo. Ora ho letto sui quotidiani esortazioni a rispettare le meduse, stando attenti a non farsi del male con le nematocisti ma anche a non infliggere sofferenze inutili agli animali. Insomma, l’atteggiamento del pubblico verso le meduse sta cambiando, non siamo ancora ai diritti della medusa ma ci arriveremo…
Personalmente ritengo assurdo uccidere le meduse a maggior ragione del fatto che siamo noi ad entrare in contatto con loro nel loro habitat.
L’ idea di una puntura di medusa mentre sono in acqua mi ha sempre spaventata, motivo per cui ho preferito non entrare in mare se sapevo delle loro presenza. Per chi ha la mia stessa paura per sé o magari ha bambini segnalo un prodotto che ho trovato in farmacia sia per prevenire le punture di medusa che per rimediarvi. La linea si chiama appunto Respingo Jellyfish e prevede uno spray da utilizzare prima di entrare in acqua e un dopo puntura lenitivo e curativo in caso di contatto con la medusa.
Spero di avervi dato un consiglio utile.