Nuova settimana, nuovo gruppo, nuove avventure… ed ecco il post!
Questa settimana la Handy vede la presenza di snorkelisti a bordo in netta minoranza rispetto ai cugini subacquei. Siamo io e lei: Tatiana. Non troppo in confidenza con l’ambiente mare ed il blu delle sue acque, mi confida di averne un po’ paura…Perfetto! Si inserirà nella mia lista di ospiti che più di tutti mi hanno dato soddisfazioni…
Si opta come primo tuffo per un reef riparato che circonda un Finolhu o Fushi, nome in lingua locale per descrivere un’isola abitata o meno. Gli addetti ai lavori chiamo semplicemente “House Reef” questi tipi di scogliere marginali ad un’isola, caratterizzate da una laguna turchese poco profonda separata dal mare interno dell’atollo da un scogliera corallina circostante… Tatiana si direbbe abbastanza in apprensione quindi un ambiente più che protetto come questo eviterà di aggiungere un trauma ad un paura. Combinazione mai utile nella vita… Lo snorkeling è un’attività ricreativa adatta veramente a tutti non presenta particolari tecnicismi ne richiede prestanza fisica. L’attrezzatura è base: maschera, pinne e snorkel, più una mano da stringere a se, se come Tatiana si hanno qualche preoccupazioni! Per un confort in più si può vestire un mutino anche se alle Maldive la temperatura dell’acqua oscilla tutto l’anno tra i 28° ed i 29°…non esattamente fredda!! Ci si tuffa dal dhingi e via…no….falsa partenza…dal boccaglio entra acqua… “PANICO!”… Macchè si cambia il tubo e ci si riprova, piano piano senza fretta. Siamo in vacanza no?! Dopo qualche pinnata la sua mano allenta la presa sulla mia, il respiro si placa…Ci si inizia a guardare intorno…il corallo a Suvadiva è particolarmente bello e sano. Gigantesche Acropore tabulari, coralli a tavola, offrono un ambiente sicuro per miriade di coloratissimi pesci di barriera, tartarughe e qualche curioso squaletto di barriera….Eccone uno! C. melanopterus o squalo pinna nera di reef. Curioso quanto innocuo come tutti gli squali da queste parti. Continuando a nuotare sempre più sicuri ecco che sul fondo, a circa 6/7 metri, veniamo graziati dalla vista di un bel esemplare di Stegostoma fasciatum!!! Il suo nome comune, squalo zebra, è stato assegnato alla specie in quanto prima del raggiungimento della maturità sessuale gli esemplari presentano strisce simile a quelle del equino africano. Poi, a crescita completata, la livrea sarà piuttosto maculata e per questo alle volte viene chiamato in modo erroneo squalo leopardo. In ogni caso che sia associato ad un felino o piuttosto ad un equino, il nostro amico di giorno ama stare immobile, appoggiato sul fondale tra i coralli per poi diventare più attivo di notte quando le prede si fanno più disponibili. E’ uno dei pochi squali che non deve nuotare per forza per ossigenare le branchie ma può permettersi, con un pompaggio attivo d’acqua, di rimanere fermo e continuare a respirare. Assolutamente inoffensivo per l’uomo, chiedo un breve congedo per la mia mano e scendo in apnea per uno sguardo ravvicinato. E’ un animale meraviglioso e da vicino la sua livrea a macchie risalta sul fondale sabbioso. A vederlo nuotare poi lo si mette in cima tra gli abitanti più aggraziati ed eleganti del reef, con movimenti lenti e sinuosi è vero cibo per gli occhi! Siamo entrambi felici e decisamente più rilassati…per un attimo tutte le paure ed insicurezze vengono messe da parte…non si pensa più a cose tipo: “devo respirare nel boccaglio!”…”se mi entra l’acqua nella maschera?!” “troppo blu intorno a me…”. Ma ci si limita ad osservare quanto il reef ci regala alla vista. Guardando i suoi occhi dietro le lenti della sua maschera scorgo uno sguardo che cela un pensiero che potrebbe suonare come: “C’è troppa bellezza qui per essere frenata dalla paura, andiamo avanti!” E così è…nuotiamo ancora sino che l’ora di pranzo non ci richiama alla barca…
Bhè come primo snorkeling promette bene! Tatiana in pochi minuti ha fatto decisamente passi in avanti (o forse è meglio dire pinnate!) e io sono decisamente soddisfatto di essere riuscito a trasmetterle fiducia usando solo pazienza e passione.
Sperando presto in nuove avventure si chiama il dhingi e si ritorna in barca…Doppia razione di spaghetti meritata!!