Un amico con la Gopro ha ripreso le fasi di un attacco di squalo che si è risolto, per fortuna della vittima, solo con una ferita alla testa.
I protagonisti umani stavano pescando, e questo deve aver eccitato lo squalo, che ha sentito il pesce appena arpionato dibattersi e ha pensato di assaggiare un sub. Sottolineo assaggiare, perché gli squali spesso assaggiano le loro prede per poi decidere se vale la pena di perderci tempo.
Lo scatto dello squalo è impressionante. In questo caso evidentemente, per fortuna del sub, non ha affondato il morso e ha realizzato subito di essersi sbagliato, di non avere addentato un gustoso pesce ma uno schifoso sub, e gli ha permesso di risalire in barca per curarsi.
Cosa ci insegna l’incidente con squalo?
Per prima cosa che non siamo noi (umani) il cibo che lo squalo cercava. Gli squali per lo più sono esseri piscivori, mangiano pesci, e non attaccano l’uomo per mangiarlo (probabilmente se lo facessero non esisterebbero i bagni in mare).
L’altro insegnamento importante è che gli squali sono estremamente forti e potenti, che stanno nel loro ambiente, che possono farci molto male, e che sono animali selvatici, carnivori, imprevedibili. Pensate al vostro gatto, che vi mostra la pancia per farsi accarezzare e un attimo dopo vi ha scarnificato la mano… E per fortuna era solo un gatto.
Gli squali sono animali magnifici, imponenti, valgono sicuramente i soldi che spendiamo per vederli nel loro ambiente, molto raramente attaccano, e questo incidente se andiamo a vedere bene è stato provocato dai sub che sono andati ad arpionare dei pesci nel loro ambiente. Però restano animali selvatici, molto forti e potenti, trattiamoli sempre col dovuto rispetto, affidiamoci sempre a professionisti seri ed esperti per avvicinarli.
L’incidente con lo squalo non ci insegna anche che la presenza di pesce (morto o agonizzante) vicino ai sub rende lo squalo molto più aggressivo e disposto ad assaggiare? Perché se la risposta fosse positiva, ne conseguirebbe che lo shark chumming praticato in moltissimi posti non solo sarebbe (come certamente è) deleterio per l’ecosistema, ma anche pericoloso per i sub.
In teoria non hai torto, in pratica è molto difficile generalizzare. In una situazione dove gli anmali sanno già dove e come riceveranno il cibo, paradossalmente gli animali sono più tranquilli, e si possono dirigere in modo selettivo dove è il pesce, quello che interessa loro. In una situazione in cui tutto è casuale, come una battuta di pesca, lo squalo è più portato ad attaccare all’improvviso e senza valutare bene chi o cosa attacca.
Come in ogni cosa, ripeto, è importante la professionalità degli operatori; è fondamentale che chi fa sappia cosa sta facendo…
E’ vero, in mare e con animali del genere non ci sono regole fisse, anche se continuo a pensare che operatori veramente professionali, anche al di là della sicurezza dei loro clienti, non dovrebbero mettere in atto pratiche che trasformino l’ecosistema e le sue regole, trasformando un super-predatore in una sorta di mendicante abituato ad accorrere dove sa che troverà chi lo nutre.
In un mondo perfetto la tua affermazione sarebbe giustissima. Ma in un mondo in cui conta solo il valore economico delle cose, uno squalo vivo vale di più di uno squalo morto solo se si dimostra che genera un flusso di denaro, attraverso i sub che lo vanno a vedere. Spesso l’alternativa per lo squalo è diventare un clown (come dici tu), e generare soldi, oppure essere pescato, ucciso, privato delle pinne (che hanno un valore alto sui mercati orientali, come ingrediente di una zuppa). Cosa pensi che sia meglio per lo squalo?