Autore: Claudio Corti
Da quando i Dirigenti della Sede Internazionale di Zurigo, sempre attenti alle esigenze della subacquea moderna, hanno deciso di lanciare sul mercato i corsi per Autorespiratori a Circuito Semichiuso mi sono praticamente dedicato solo ad immersioni con questo tipo di apparecchi per capirne le problematiche e scegliere tra i pochissimi modelli disponibili i più sicuri ed i più affidabili anche per immersioni oltre i 40 metri.
Noi della T.S.A. siamo i primi in Europa ad organizzare corsi per immersioni con rebreather S.C.R. per miscele trimix.
Sinora infatti questo tipo di apparecchi era usato in campo sportivo solamente per immersioni con miscele EANx, con i limiti di profondità che questi gas comportano.
Partendo da un modello Azimuth base, che era già stato collaudato e commercializzato in Germania, ed effettuando vari test in acqua, siamo riusciti a mettere a punto un modello adatto alle nostre esigenze specifiche d’immersione profonda, questo modello é stato dunque ribatezzato Azimuth Alto Fondale.
Vi è poi un’ultima importantissima considerazione, il Rebreather Alto Fondale utilizzato dalla T.S.A. è attualmente l’unico Autorespiratore a Circuito Semichiuso per immersioni oltre i 40 metri omologato per la vendita al pubblico in Europa. Altri apparati attualmente in uso soltanto alle Marine Militari faranno sicuramente la loro comparsa sul mercato civile nei prossimi anni.
Attualmente l’Azimuth Alto Fondale utilizzato dalla T.S.A., è uno dei pochi rebreather a circuito semichiuso, che consente facili immersioni oltre il limite ricreativo dei – 40 metri in tutta sicurezza.
I brevetti che la Trimix Scuba Association rilascia con questo e con altri apparati che stiamo esaminando sono due, uno abilita all’uso dell’apparecchio con miscele respiratorie Nitrox sino alla profondità consentita dalla miscela in uso e comunque non oltre i – 40 metri, il secondo brevetto, che deve in ogni caso essere conseguito sempre e solo dopo il primo, e dopo avere effettuato un certo numero minimo di immersioni con l’apparecchio, abilita, chi è già titolare di un brevetto Trimix in circuito aperto, ad immergersi usando anche miscele Trimix sino alla quota massima di 85 metri, attuale limite massimo dei brevetti tecnico sportivi con S.C.R. della T.S.A.
Naturalmente ho dovuto sottopormi anch’io ad un training particolareggiato sull’uso dell’apparato, e per questo ringrazio i Tecnici delle ditte produttrici di Rebreathers che tanta pazienza hanno avuto nell’insegnarmi i trucchi del mestiere.
La prima immersione con l’Azimuth A.F. l’hò effettuata in piscina il 22 Dicembre del 2000, ed ho iniziato a prendere confidenza con la nuova attrezzatura, ho rimesso in pratica le più elementari ed indispensabili manovre, per usare i respiratori a ricircolo di gas, manovre che mi erano state spiegate, durante una mini-immersione nella piscina interna alla ditta produttrice ove mi ero recato a ritirare due apparati Alto Fondale solo pochi giorni prima.
In realtà sono le stesse manovre che facevo con l’ARO nei corsi FIPS degli anni ’60 e ’70.
Tra tutte ritengo che la più importante sia quella per togliere e rimettere il boccaglio in bocca, imparando a chiudere ed a riaprire tempestivamente il rubinetto a quattro vie.
Poi è assolutamente basilare riuscire a ritrovare subito in qualunque posizione ci si trovi il comando del by-pass che, detta in parole povere, é una valvola di mandata supplementare di gas al sacco polmone.
Dopo alcune serate in piscina mi sono buttato nella prima immersione al mare. L’immersione si è svolta alle scalette di Paraggi, ed io e Gianni Neuholder, progettista dell’apparato Azimuth, siamo scesi sino a 27 metri sotto il castello.
In quell’occasione ho sperimentato bene la disposizione della zavorra e l’assetto nelle varie posizioni, facendo poi anche degli svuotamenti maschera sul fondo: utili, oltre che per eliminare l’acqua eventualmente infilatasi nella maschera stessa, anche per effettuare un lavaggio del sacco polmone.
Per effettuare più di uno svuotamento di seguito si è infatti dimostrato molto utile che io sapessi già usare bene il comando del by-pass.
Molte delle altre immersioni le ho effettuate successivamente nel lago di Como, ove abbiamo avuto modo di aumentare gradatamente la profondità, con Gabriele sono sceso sino ai -35 metri, poi a -40 ed in seguito a -45, con Renato abbiamo provato l’apparato con le miscele trimix e siamo arrivati ai -70 metri.
Tutto ha sempre funzionato alla perfezione, i gas respirati erano sempre quelli calcolati prima dell’immersione usando le mandate di flusso prescritte dal costruttore.
Per un corretto monitoraggio dell’immersione ho sempre usato il computer da polso Aladin Air ZO mentre sul corrugato di inspirazione del rebreather ho montato il sensore OXY2 della Uwatec.
Essendo i risultati delle immersioni sempre perfettamente in linea coi calcoli fatti a tavolino ho poi voluto provare a spingermi oltre i limiti della didattica.
Ormai ero pratico dell’uso dell’apparato e quindi fidandomi del mio rebreather alla fine di Marzo sono sceso per 10 minuti a poco oltre i -100 metri.
Nonostante avessi regolato la mandata di miscela un po’ abbondante per motivi di sicurezza, sono riemerso avendo consumato solo 800 litri di miscela di fondo, si trattava ovviamente di una miscela trimix.
Come miscela decompressiva avevo un Nitrox al 40% di cui ho consumato 500 litri mentre ho consumato 300 litri di ossigeno respirato in circuito aperto nella fase finale della decompressione ai -5 metri.
Il giorno 5 Aprile ho fatto la prima immersione in acqua libera con Rebreather con un Allievo iscritto al nostro corso EANx Rebreather Diver, abbiamo fatto tutti gli esercizi previsti ai -5 metri, poi siamo scesi sino a -10 metri e siamo risaliti piano piano simulando un’emergenza e provando a respirare in circuito aperto dall’erogatore di rispetto. Per l’Allievo è stata un’esperienza veramente soddisfacente ed il primo impatto con l’apparato lo ha lasciato molto soddisfatto.
Nella seconda immersione la profondità massima è stata di -28 metri ed abbiamo ripetuto tutti gli esercizi della volta precedente più il cambio della respirazione dal corrugato all’erogatore di rispetto in quota.
Il briefing post immersione l’abbiamo fatto dapprima appena usciti dall’acqua e più tardi in sede discutendo dell’immersione effettuata davanti al P.C. e stampandoci col Data-Trak il grafico con la possibilità di analizzare tutte le percentuali dell’ossigeno venutesi a formare nel sacco polmone durante ogni istante della permanenza subacquea.
Il 24 aprile, in una splendida giornata primaverile, con un altro sommozzatore molto preparato e molto esperto, con cui mi immergo da molti anni, e con cui ho vissuto spericolate avventure subacquee abbiamo provato a fare un’altra puntatina oltre ai -100 metri, siamo arrivati a – 125.
A quella profondità siamo rimasti per pochi minuti: l’acqua del lago era ancora molto fredda, nell’occasione era di 5 gradi centigradi, come si può ben vedere dai dati rilevati dall’Aladin Air ZO, e le decompressioni sempre troppo lunghe, soprattutto con queste temperature.
La prudenza ci ha quindi consigliato di non superare di molto l’ora di permanenza nella gelida acqua del lago, quindi abbiamo programmato il tempo d’immersione e di decompressione per rimanere in acqua il minimo possibile ed al sessantaduesimo minuto siamo usciti dall’acqua: certamente in estate proveremo a fare delle permanenze sul fondo superiori.
Con dunque un tempo di discesa e di permanenza di 10 minuti oltre i -100 m. ho consumato 900 litri di miscela trimix di fondo e 600 litri della miscela nitrox decompressiva, più circa 700 litri di ossigeno puro respirato in circuito aperto ai 5 metri.
Per la stessa immersione in circuito aperto avremmo approssimativamente avuto bisogno di ben 5.100 litri di miscela trimix, 2.400 litri di aria o nitrox da viaggio e 700 litri di Ossigeno.
Per contenere questa quantità di gas ed un terzo di scorta avremmo dovuto utilizzare due bombole da 18 litri cadauna di miscela di fondo, una bombola da 18 litri di miscela da viaggio ed una da 10 litri di ossigeno, che con erogatori, jacket ed eventuale zavorra supera sicuramente i 90 Kg. di peso.
Vedete che con questi carichi non possiamo più parlare di subacquei sportivi, ma forse solo di palombari.
Se poi calcoliamo che il rebreather pesa circa 40 Kg e che sono riemerso con 155 bar nella bombola da 12 litri della miscela di fondo (ero partito con 230 bar) e 140 bar nella bombola da 10 litri della miscela nitrox, (ero partito con 200 bar) vedete che un tale margine di riserva di gas in una immersione in circuito aperto è impensabile.
Soprattutto appare evidente come potranno essere maggiorati i tempi di fondo senza un eccessivo aggravio di consumi e quindi senza aumentare i pesi installati sul subacqueo.
I corsi per rebreather della TSA sono disponibili già da Marzo, sia per Istruttori, che per sommozzatori sportivi, però allo stato attuale, chi fosse interessato a frequentare uno di detti corsi, data la scarsa disponibilità delle Apparecchiature a Ricircolo di Gas, deve rivolgersi alla sede centrale di Como telefonando allo 031/260327.
Chi volesse maggiori e più dettagliate informazioni sui corsi e sui relativi costi puo’ consultare il sito http://www.tsaeurope.com/.
Claudio Corti
Sub n. 190 Luglio 2001
Ringraziando Claudio Corti per l’articolo vi invitiamo a visitare il sito della TSA
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