Autore testo: Luigi Tanzillo
Autore foto: Roberto Sozzani
Le coste del Sudan, lo stato più esteso del continente africano, si affacciano su uno dei più dei tratti di mare più belli del pianeta. In questa parte del continente africano il Mar Rosso dà il meglio di sé, offrendo spettacolari fondali ed una vita marina senza uguali, che lasciarono un ricordo indelebile nella mente del grande oceanografo francese J. Cousteau, il quale lo definì come il mare con “la più alta concentrazione di vita esistente al mondo”.
Le immersioni sui poco frequentati reef sudanesi, sono tra le migliori in assoluto per l’osservazione dei grandi pelagici, senza dimenticare l’abbondante vita marina che ruota tra i coloratissimi giardini di corallo ancora intatto e gli storici relitti risalenti alla seconda guerra mondiale.
Gli squali sono una presenza costante di ogni immersione. I sub volgendo lo sguardo nel blu, affacciati su pareti verticali che dagli abissi salgono verso la superficie, vedranno materializzarsi come d’incanto branchi di squali martello, grigi e pinna bianca.
Foto – Roberto Sozzani
Port Sudan è la base di partenza di tutti i safari subacquei. In un paese che non ha ancora conosciuto uno sviluppo turistico di massa, come nel confinante Egitto, le crociere subacquee rappresentano il mezzo migliore per l’esplorazione degli atolli corallini e dei relitti situati al largo della costa.
Il classico itinerario di una settimana con partenza da Port Sudan permette di visitare gli atolli corallini e i relitti più famosi del Sudan, entrati di diritto a far parte della storia della subacquea.
Lasciato il porto, dopo soli 20 minuti di navigazione si incontra Wingate Reef dove giace il relitto dell’Umbria, una nave italiana volontariamente affondata il 10 giugno 1940 dal suo capitano per evitare che il suo carico di armi e mezzi finisse nelle mani della marina britannica.
Il relitto lungo ben 150 metri si trova ad una profondità massima di 40 metri, adagiato sul lato sinistro con il suo carico ancora intatto di materiale bellico e Fiat 1100.
Nel corso dell’immersione il sub potrà percorrere i corridoi e le stive, osservando le numerose specie tropicali che vivono tra le lamiere dell’Umbria come i pesci angelo, glass fish e molti altri.
Foto – Roberto Sozzani
Un alto faro situato su di un torrione corallino, segna il punto in cui si trova il Sanganeb reef. Durante le immersioni è facile incontrare banchi di barracuda stanziali, tonni e squali grigi mentre tutt’intorno si potranno ammirare pareti ricoperte da alcionari, gorgonie e coralli di ogni colore.
Sulle punte Nord e Sud del reef, ad una profondità di circa 30 metri, banchi di squali martello in migrazione offriranno uno spettacolo senza uguali.
Foto – Roberto Sozzani
Navigando verso Nord si raggiunge Sha’ab Rumi reef, uno dei luoghi più affascinanti del Mar Rosso, scelto da Cousteau nel 1963 come sede del suo progetto scientifico, denominato "Precontinente II", volto a studiare l’adattamento dell’uomo alle lunghe permanenze sott’acqua.
A tal scopo vennero costruite due abitazioni poste a diversa profondità che ospitarono gli acquanauti mantenendoli alla stessa pressione esterna mediante una miscela di elio.
Oggi è possibile immergersi tra i resti e sostare all’interno delle abitazioni marine di Cousteau, osservando l’incredibile spettacolo offerto dalla circostante vita marina, al quale assistirono i predenti inquilini per ben ventotto giorni consecutivi.
Sha’ ab Rumi è inoltre il paradiso per gli appassionati di squali: soprattutto sulla punta sud del reef si possono infatti avvistare e avvicinare branchi di squali martello, grigi e pinna bianca oceanici e anche tigre.
Foto – Roberto Sozzani
Avendo più tempo a disposizione si può gettare l’ancora presso altri importanti punti di immersione come Shaab Suedi, situato 18 miglia a Nord di Sha’ab Rumi, dove si trova il relitto del "Blue Bell" naufragato nel 1977 con tutto il carico di veicoli Toyota a seguito dell’urto contro il reef.
Le auto e le jeep ricoperte da alcionarie sono dimora abituale di un’abbondante fauna marina di varie dimensioni come pesci vetro, murene, cernie, squali grigi e martello.
Foto – Roberto Sozzani
Il significato del nome in arabo, “madre degli squali”, del sito di Angarosh rende ben l’idea di cosa potrà aspettarsi il sub durante le immersioni lungo le ripide pareti di questo atollo corallino.
Grandi dimensioni sono le parole d’ordine degli incontri sui fondali di Angarosh frequentati da pesci pelagici come tonni, carangidi ed in abbondanza da vari tipi di squali grigi, longimanus, martello e anche tigre.
Per chi ama le forti emozioni il Sudan è una tappa obbligata: un avventuroso viaggio senza uguali.
Tour Operator: BanzigoViaggi
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