Autore: Andrea Bocchieri
Fotoracconto delle tanto attese immersioni, più o meno famose, nell’area del Natal a sud di Durban, la costa dello Zululand, più un brindisi di Capodanno tra nuovi amici.
Partiamo, ovviamente, con i dettagli sul volo…. E non perché via nave o terra l’è bella lunga, ma effettivamente perché certi elementi devono essere sempre considerati per noi “poveri subbi”; i costi sono più o meno alti con tutte le compagnie. La meta finale è ovviamente Durban, nella parte nordorientale del Sudafrica, alle porte del Kruger (porte nei termini degli spazi di quei posti), parco che solo un subacqueo può fingere di ignorare…. alla fine tra le tante scelte con una sola tappa intermedia, prendiamo Emirates con sosta di 5 ore circa a Dubai (na vita di sacrifici). I costi erano più o meno pari alle altre compagnie, ma la scommessa è stata di non passare da aeroporti europei (visto il periodo, scelta saggia: ad esempio Parigi era chiuso per neve), qualità del vettore (ottima) e disponibilità chili bagaglio: 30 kg in stiva e 7 a mano, che al ritorno son bastate più o meno. Occhio perché se sei giusto giusto con i chili in stiva, ti pesano e sono inflessibili con il bagaglio a mano, io al ritorno col materiale fotografico son passato solo vestito con sette strati e lasciando una busta di roba temporaneamente in un cestino dell’aeroporto (più o meno a vista, e incrociando le dita).
Alloggio: anche se la località “balneare” più famosa per le immersioni in zona è Umkomaas (proprio davanti al reef di Aliwal Shoal), alla fine ho preferito andare nella vicina Scottburgh, ed è stata un’idea vincente almeno alla sera o nel tardo pomeriggio qualcosa da fare c’era più o meno sempre, più la presenza di un piccolo centro commerciale che, per un povero capitalista romano, è importante quanto lo smog da respirare (mancando questo, almeno un po’ di luce elettrica!), visto che poi immancabilmente dal pomeriggio inizia a piovere!!!!. Anche se mi son venuti a prendere all’aeroporto, ho preferito affittare una piccola macchina e, visti i costi (meno di 200 euro per 8 giorni, compreso l’assicurazione per gomme bucate e finestrini, benzina a meno di 1 euro al litro) è stata un’idea vincente e che consiglio a tutti per non rimanere prigionieri in albergo o, al minimo, godersi in libertà un veloce giro nell’indispensabile day-off prima del triste rientro.
Diving: andiamo al sodo…. alla fine, pur avendo avuto ottimi ritorni (e anche un contatto) circa un diving ad Umkomaas, e ricordandomi che un istruttore che avevo conosciuto si era spostato da Mozambico e Maldive proprio da quelle parti, più per le ragioni già accennate, mi sono quindi rivolto a Jean Claude (http://www.safari-scuba-squali.it ) che si appoggia al diving http://www.scubaxcursion.co.za/index.htm con cui mi son trovato benissimo e quasi in famiglia (compreso il barbecue di Capodanno, anzi il Braai come chiamano il BBQ da queste parti). Tutte le immersioni si fanno dalla spiaggia e con gommone, con una tecnica decisamente particolare…. Le onde dell’oceano arrivano quasi sino al bagnasciuga, quindi in arrivo il gommone si “lancia” sulla spiaggia stessa; in partenza di conseguenza tutti insieme (DONNE COMPRESE!!!!) si spinge la punta dello stesso in mare, lo si raddrizza e quindi lo si spinge verso fuori salendo a bordo e ….. vai di manico dello skipper, con tanto di cappello da cowboy ben calzato! Naturalmente sia all’arrivo che alla partenza i piedi son ben fissati, giubbotto salvagente e mani ben strette alle cime di sicurezza…. Un po’ di attenzione e non ci si fa male (compreso la macchina fotosub, appoggiata sulle pinne o meglio ancora su uno dei giubbotti salavgenti). La guida fa la guida in tutti i sensi: briefing accurato e, soprattutto, in immersione sei tu che devi avvisarla quando inizi ad essere a corto d’aria (50 o 70 bar a seconda del profilo), più applicazione del buddy system completo, compresa la risalita gestita per singola coppia, fondamentalmente perché la guida è il riferimento principale (sempre con reel e pallone) della posizione del gruppo per il gommone, quindi la risalita è gestita sempre a coppia proprio sul pallone (c’è sempre stata cmq un’altra guida del diving nel gruppo, più con noi Jean Claude). Bombole le solite 12L di alluminio, monoattacco DIN o INT, ma a Protea Banks (vds dopo) disponibili anche in acciaio. Temperatura dell’acqua in questo periodo sui 24° (io con la 5 mm e senza guanti ne cappuccio, ciccia che è più freddolosa con la semistagna è stata benissimo), fuori spesso nuvoloso, ma quando batte il sole è proprio caldo; onde ce ne sono (per chi soffre basta però una pilloletta). Dimenticavo: una immersione per uscita (la prima alle 7, quindi altre 2 o 3 uscite in giornata).
Siti immersione: da Scottburgh/Umkomaas tipicamente il lungo reef sommerso di Aliwal Shoal, orientato Nord/Sud (su internet si trovano delle mappe); immersioni quasi tutte in corrente. Io ho fatto solo l’outreef (lato North-East corner e East), abbastanza bello, molto pesce, meno corallo/colore e visibilità rispetto al Mar Rosso ovviamente, comunque da vedere. Visto un po’ di tutto, in particolare in un’immersione nei pressi della Cattedrale ben 3 tartarughe e un piccolo gruppo di 5 delfini, più sempre trigoni e razze, spesso aragostone e pesce in genere. Un solo anemone con pagliaccio, molti nudibranchi; una mobula e un toro corso sosta finale nel blu. Più a sud c’è il reef di Landers; mi dicono molto bello e più profondo (tra i 25 ed i 40) con belle spaccature; purtroppo quando l’abbiamo fatto c’era visibilità scarsa, e mi son dedicato ai soli nudibranchi, cmq dicono che valga la pena. Sempre in zona, quindi, si parla di “Tiger’s shark Bait” per dare un’occhiata ravvicinata a 1 o più Tigre e (molti) Black Tip. L’uscita è sempre con gommone, e dura qualche ora (anche sott’acqua, alla fine, ci resti quanto vuoi, fino a 70/80 min), fatta a Sud di Aliwal Shoal (sul reef mi han detto che è stata vietata) su fondale sabbioso di massimo 20 mt. Non è il solito shark’s feeding, anche se personalmente non mi sembra che se ne discosti molto. Non sto a commentare se sia giusto o sbagliato, anche perchè sarebbe una discussione comunque inutile. Si arriva sul punto (variabile in base alla corrente) e s’inizia con olio di sardina, quindi qualche sardina; poi si mette uno o due contenitori chiusi, ma forati (uno è sempre il cilindro di una lavatrice) per far sentire la “leccornia”. All’inizio arrivano i black tips (ne abbiam contati più di 30 ed è comunque un bel vedere), poi i tigre; i sub stanno sui 9-12 mt, se non fatta alla deriva viene piazzata anche una comoda sbarra per riposare ogni tanto. Noi siamo stati inizialmente un po’ sfortunati, visto che una prima volta un grosso tigre ha praticamente staccato con un morso il moschettone che teneva la “lavatrice” prima che ci immergessimo, facendo quindi abortire l’immersione, la seconda volta (con partenza alle 5 di mattina) ne son comparsi due, c’era poca visibilità sul fondo e quindi non ci siamo avvicinati poi troppo ad un secondo contenitore, anche in questo caso perso dopo pochi minuti da un tigre strappando di forza la fune… ma ci siamo “accontentati” dei tantissimi pinna nera, con un’atmosfera sempre tranquilla.
Più a sud un giorno siamo andati a Protea Banks (“full day” con loro: http://www.africandiveadventures.co.za/welcome.html ): partenza da “piattaforma” di lancio con tanto di torre di controllo (è un vero e proprio imbarcadero) ma la tecnica di fatto è uguale a quanto già descritto. Protea Banks è un sito sostanzialmente diverso come tipologia d’immersione, mi dicono sempre in corrente. Anche questo è N-S però più profondo (35-40 mt), fatta tutta in corrente senza possibilità di fermarsi, quindi sosta nel blu. Insomma una di quelle immersioni che o non vedi niente o vedi pescioni belli grossi; a noi è andata tutto sommato decentemente, con grosso branco di carangidi, quindi due grosse aquile di mare, e, nel blu finale, un branchetto di martelli (al limite visibilità, ne abbiam visti solo cinque che si avvicinavano, ma dietro credo ce ne fossero ben di più). Nel primo pm, la “Zambezi Bait”; tecnica simile, stavolta l’ospite d’onore oltre ai soliti Black tip è appunto lo zambezi… un signor squalo, salvo poi come a noi vedere un bel tigre guadagnarsi il suo spazio al tavolo (che bella bestia!!!! Incute il massimo rispetto).
Day off: e già, comunque capita Noi abbiam fatto un gran giro con la “macchinetta”, passando anche da una delle tante riserve più o meno piccole che ci sono nel Natal; in particolare ci siam fermati al Lion’s park, giusto in tempo per fotografare qualche bel leone (oddio, qualcuno con aria un po’ annoiata) ed antilopi… gli elefanti c’erano ma, in due giri, non siamo riusciti a beccarli. Sempre in zona, c’era anche un’altra riserva, in cui a parte gli stessi leoni c’erano gli altri 4 dei 5 Big Five. Dimenticavo, ovviamente anche un po di sano shopping tra grossi centri commerciali (enorme il Pavillion, nei pressi di Westville, vicino Durban) o piccoli negozietti.
Bon, spero di aver dato un breve resoconto di quello che ci si può aspettare, tutto sommato bello e sott’acqua quello che mi aspettavo… sorry per le foto scarse, ma le più belle me le tengo strette nel mio cuore!!!!