Sultanato dell’Oman, l’eremita del Medio Oriente
Immersioni subacquee dell’Oman. Scopri la ricca biodiversità marina delle isole Daymaniyat dai nudibranchi allo squalo balena.
Il Sultano c’è e la Regina di Saba pure. Il Medio Oriente e le sue atmosfere ammantate di mistero anche. L’Oman s’insinua nell’immaginario con tutte le sue valenze evocative di fascinazione e rapimento, rapimento dei sensi. Imperscrutabile e inatteso, questo luogo del mondo elusivo ed evanescente ti avvolge nel silenzio, t’irretisce senza che tu ne abbia coscienza fino a quando non l’hai perso. È solo allora che ne senti la mancanza, una mancanza che ha a che fare con il desiderio, con la voglia insopprimibile di rivederlo, di ritoccarlo, di riaverlo.
Arrivo a Muscat: primi sguardi sulla capitale omanita
È notte fonda quando atterro all’aeroporto internazionale di Muscat, la capitale. Non c’è nessuno ad aspettarmi, l’hotel si è dimenticato di mandarmi a prendere, o forse c’è stato un fraintendimento sull’orario, am pm. Qualcuno mi vede brancolare nel buio. Mi osserva. Poi, fattosi coraggio, si avvicina. Un gentile signore avvolto nella sua lunga veste bianca immacolata si offre di chiamare l’hotel con il suo cellulare. Nessuno risponde. Ringrazio, lui ringrazia, mi sorride timidamente. Esco. Prendo un taxi.
Millenium Resort, un rifugio di lusso a Mussanah
Raggiungo il Millenium Resort, in località Mussanah, che albeggia. Un tepore dalle sfumature del rosa antico avvolge questa cattedrale nel deserto. Il resort si erge maestoso in mezzo al nulla e circonda la baia con la sua tipica forma a ferro di cavallo. Alla reception un uomo, appena destato dal mio arrivo, mi assegna la camera, grande, lussuosa, affacciata sul versante interno. Non ho la visuale sul Golfo dell’Oman, ma dal mio balcone mi ritrovo tutti i pomeriggi alle cinque ad ammirare i tramonti omaniti, con la palla rossa del sole che lambisce la torre del minareto per poi adagiarsi sulla linea dell’orizzonte e confondersi con le luci che brillano tremule sulle rare case del villaggio. Un presepe mediorientale, se mai una tradizione così sia in qualche caso esistita in Medio Oriente.
Punto la sveglia per non perdere l’orario della colazione, dormo tre ore, tra dormi e veglia. È l’adrenalina, l’adrenalina dell’emozione, l’adrenalina dell’eccitazione che non mi fa riposare. Ma io non voglio riposare. Voglio vedere, conoscere, sapere tutto di questo posto così votato all’anonimato, così refrattario alle luci della ribalta, così poco avvezzo ai clamori della cronaca.
I primi incontri con i delfini alle isole Daymaniyat
Salgo sulla barca, direzione isole Daymaniyat. Il mare è una tavola, trasparente, cristallino, non un filo di vento, neanche un moto ondoso, le condizioni perfette. Quando le prime terre emerse appaiono all’orizzonte, decine di delfini solcano i flutti. S’immergono e riemergono, saltano fuori dall’acqua, si lanciano, si piroettano sospesi nell’aria. Spettacolari creature i delfini, ma è altro che sogno, è altro che cerco. Tutti l’hanno visto qui, nella stagione giusta, ottobre. Ed è ottobre, prima che il divemaster m’informi che però quest’anno ha anticipato il suo passaggio di migrazione al mese di settembre. Doccia fredda.
L’immersione in Oman, tra nudibranchi, seppie, cavallucci marini e razze
Mi tuffo.
Il fondale omanita è avvolto da una luce verdastra che gli dona un che di opalescente. Nella nebulosa traslucida miriadi di meravigliose e bizzarre creature si muovono: coloratissimi nudibranchi strisciano sul fondo in fila indiana, gli uni attaccati agli altri; decine di seppie giganti allungano le loro protuberanze e le direzionano come proboscidi a tutelare l’individuo di appartenenza della coppia; le pastinache nere e le razze coda di vacca stazionano sulla sabbia per poi spiccare il volo sollevando nugoli di polvere bianca come reattori di un aereo. Cavallucci marini purpurei, di dimensioni spropositate, si crogiolano imperturbabili sulla rena; le tartarughe marine spezzano i coralli col becco rostrato e le murene tassellate s’intrecciano e si aggrovigliano, striscianti come serpenti.
L’arrivo degli squali leopardo
Poi arrivano i grossi calibri, i rari, gli autoctoni, quelli del posto. Gli squali leopardo, li vedi acquattati sul fondo, ti osservano. Poi si sollevano sulle pinne anteriori, le puntano come fossero zampe e si staccano dal suolo con un nuoto circolare. Un’aquila di mare di proporzioni gigantesche plana sulla roccia. È tutta nera, traslucida. Esita per un momento, poi riparte a razzo sbattendo le sue enormi pinne pettorali come ali di un uccello. Non temono l’uomo i pesci delle isole Daymaniyat, perché non lo conoscono, lo vedono di rado. Sono sfrontati, diretti, selvatici.
Io scruto l’orizzonte, la superficie del mare. Guardo, osservo, cerco.
L’incontro con lo squalo balena in Oman
Fino a quando il terzo giorno, durante la sosta di superficie tra un’immersione e l’altra, Said la guida omanita non strabuzza gli occhi e grida: “Whale Shark!”. Eccolo, è lui! Anzi, sono loro. Ci caliamo in acqua in preda alla più incontrollabile agitazione. Sono cinque, ci girano intorno. S’inabissano, tornano in superficie, a spiarci, a giocare con noi, cinque squali balena, tutti insieme, di tutte le misure.
La mattina dopo, in immersione, un maestoso squalo balena si staglia placido a cinque metri di profondità. Said prova a fargli cambiare direzione, gli si para davanti per deviarlo verso di noi. Lui lo guarda con sufficienza e riprende la sua lenta nuotata in direzione opposta.
Al quinto giorno scatta un’allerta meteo. Un ciclone si sta avvicinando. Quella mattina mi presento al diving center, i gestori mi sconsigliano di partire, non è sicuro. Ma una coppia di inglesi decide di imbarcarsi. Mi aggrego. Sott’acqua la corrente si fa sentire, è la prima avvisaglia della tempesta in arrivo. Ripartiamo dopo le due immersioni, il mare comincia ad incresparsi, ma non basta per impedirci di avvistare una pinna che fende la superficie. È lui. Ci precipitiamo in acqua, ce lo ritroviamo di fronte, con la bocca spalancata, l’occhio che si gira ad osservarci e gira, in cerchi concentrici intorno a noi, gira per mezz’ora e sta lì con noi, come a premiarci per la nostra audacia, come a compiacerci per la nostra perseveranza, come ad ossequiarci per la nostra fede. L’incontro più bello, quello più indimenticabile quanto il più improbabile.
Una visita alla città di Muscat, tra profumi, odori e sapori
Il giorno dopo arriva il divieto ufficiale a uscire in mare. Ne approfitto per una visita alla città di Muscat. La Moschea, il Palace e il Mutrah Souq. Una fila ininterrotta di bancarelle con i prodotti tipici dell’Oman, le pashmine cashmere, i datteri, i profumi e gli incensi. Un tripudio di gusti, di odori e di sapori.
Lo chiamano “l’eremita del Medio Oriente” per la sua riservatezza, tanto che pochi sanno che l’Oman è uno dei luoghi più sicuri al mondo.
Quando devi ripartire, andare via, lasciare il paese, quando l’hai perso, è allora che ne senti la mancanza, una mancanza che ha a che fare con il desiderio, con la voglia insopprimibile di rivederlo, di ritoccarlo, di riaverlo.
Sultanato dell’Oman: info pratiche
Come arrivare
Volo Emirates da Bologna a Muscat via Dubai. Voli diretti Oman Air da Milano. Il taxi dall’aeroporto internazionale di Muscat a Mussanah impiega circa un’ora e mezza.
Dogana e documenti
Visto d’ingresso da richiedere online sul sito della ROP – Royal Oman Police per soggiorni oltre i quattordici giorni.
Valuta e tasse
La moneta nazionale è il Riyal dell’Oman (OMR). È una valuta forte. All’aeroporto di Muscat il cambio di Euro in valuta locale comporta l’applicazione di una commissione alta.
Telefono e Internet
Il collegamento WiFi è molto esteso e ha una buona copertura. Al Millenium Resort di Mussanah WiFi gratuito, utile anche per chiamate via Whatsapp.
Elettricità
Voltaggio 240 V. Le prese sono a tre lamelle piatte o due tonde. Conviene munirsi di adattatore universale.
Clima
Il periodo migliore per visitare l’Oman va da ottobre a marzo, quando le temperature dell’aria sono meno afose e quelle dell’acqua variano dai 24 ai 28 gradi nel Golfo dell’Oman. Nelle isole Daymaniyat settembre e ottobre sono i mesi migliori per incontrare lo squalo balena. All’interno degli hotel, resort e luoghi chiusi, l’aria condizionata è sempre molto alta.
Lingua
La lingua ufficiale in Oman è l’arabo. L’inglese è parlato correntemente.
Fuso orario rispetto all’Italia
L’Oman è tre ore avanti rispetto all’Italia.
Mance
Particolarmente apprezzate, da lasciare a tutti coloro che erogano un servizio e che sono impiegati al nostro servizio.
Cultura e società omanita
A differenza della vicina Dubai, qui in Oman non si costruisce in spregio alle più elementari norme di buon senso, ma secondo precise regole urbanistiche e di sostenibilità. È uno dei sintomi di profondo rispetto e amore per la loro terra quello che induce gli omaniti a salvaguardare la bellezza del loro paese, tanto da proteggerlo da un eccessivo consumismo e da una sproporzionata commercializzazione, preservandone le tradizioni di cui sono molto orgogliosi. Come da paese non allineato, il Sultanato dell’Oman ha sempre perseguito una politica di non belligeranza, svolgendo un ruolo di mediazione e di pacificazione in una zona del mondo tra le più instabili e conflittuali del pianeta. Caffè e datteri sono il segno dell’ospitalità degli omaniti, un popolo semplice e accogliente, che rende l’Oman un paese che fa innamorare di sé.
Foto e testi a cura di Paola Ottaviano
Articolo originale pubblicato su: ScubaZone 71