Autore: Alessandro Pagano
Tutto ha inizio per caso, come ogni cosa che alla fine risulta memorabile. Un caro amico, Fabrizio, con cui non ci vedevamo da tempo mi chiama al telefono e, parlando parlando, salta fuori la nostra meta preferita: Scilla.
La cosa è detto fatta e due giorni dopo siamo in macchina per raggiungere la meta agognata. Carichiamo le attrezzature complete e le nostre inseparabili digital reflex scafandrate.
Per l’occasione, dato che le nostre intenzioni sono di restare quanto più e possibile in acqua, carichiamo un 18lt. a 220 bar in aria per l’amico, mentre io opto per una combinazione mista: un 15lt in aria e una pony tank da 5lt caricata con EAN40.
La giornata è calda e giungiamo sul luogo dell’ immersione in meno di 1h e mezza. La spiaggia non è affollata come in pieno agosto ma non deserta e gli appariscenti ombrelloni colorati fanno capolino lungo la battigia.
Uno sguardo e siamo già all’opera per assemblare i gruppi. La temperatura tropicale ci consiglia di vestirci in acqua e leggere il termometro a 28° ha dell’ inverossimile.
Cominciamo la "pedalata" in superficie per raggiungere uno scoglio sommerso, che utilizziamo come riferimento per giungere velocemente alla meta.
Un altro sguardo, erogatore in bocca e giù. La visibilità è mozzafiato: oltre 25m!
Dopo pochi secondi si profila la sagoma inconfondibile della montagna:
I colori, nonostante siano smorzati dalla profondità, riescono lo stesso a sorprenderci e i colpi di flash in successione ci permettono di cogliere l’ estrema bellezza di questo ambiente.
L’intenzione è di non superare i 50m di fondo. Io mi fermo sullo scoglietto a sx della montagna alla profondità di 45m, l’amico qualche metro più sù.
Nonostante la profondità e le poche ore di sonno sulle spalle mi sento molto bene e manovro la reflex e i suoi flash con padronanza. Cerco le migliori inquadrature e la mia mente è totalmente concentrata per cercare di portare a casa un ricordo indelebile, un frame di questa vita sottomarina che spero non abbia mai a subire la devastazione dell’uomo.
Osservo il mio amico, anch’esso a suo agio, sospeso a levitare a pochi cm dalle paramuricee, intento ad immortalare, con il suo 60mm micro, i minuscoli polipi.
Mentre scatto mi sento osservato ma non dal compagno d’immersione, bensì da un corpulento dentice che è venuto a curiosare perché, probabilmente, abbiamo invaso il suo territorio di caccia. Si posiziona tra me e il mio compagno e per nulla intimorito ci passa in mezzo andandosene scrollando di tanto in tanto il capoccione.
Il tempo sembra essersi fermato, ma non è così e con inclemenza il computer ci consiglia di intraprendere la strada del ritorno. In una fenditura della montagna, sul versante che guarda il mare aperto, un grande solitario ventaglio di Paramuricea fa bella mostra di sé.
Giunti sulla sommità della montagna a 22m, ci sentiamo come degli scalatori che hanno raggiunto la vetta e lo spettacolo che si propone ai nostri occhi è fortissimo: una miriade di castagnole e occhiate volteggiano nell’acqua cristallina.
Ma non finisce qui infatti, dal profondo del blu, un folto branco di salpe fa la sua apparizione come dei ballerini in uno spettacolo a teatro:
Le nostre bolle che si sollevano sembra le inducano a seguirle e assistiamo ad un carosello incredibile e meraviglioso:
Prima di coprire la distanza che ci separa dalla costa provvedo a cambiare la bombola passando a respirare l’EAN40.
La costa si profila quasi subito e lentamente intraprendiamo la strada per il rientro, ma senza smettere di fotografare:
La Posidonia e la Caulerpa taxifolia sembra che la facciano da padroni e la vita che gli pullula attorno è notevole.
L’acqua sempre cristallina ci permette di tenere delle distanze notevoli senza perderci mai di vista:
I colori non mancano e le pareti incrostate da animali bentonici come i madreporari di Astroides calycularis sono un ottimo soggetto da immortalare:
A malincuore ci avviamo verso la riva:
Infine emergiamo, dopo 101 minuti di puro piacere, incrociamo gli sguardi e i pensieri sono unanimi: meravigliosa!
Lentamente ci svestiamo della pesante attrezzatura e ci giriamo indietro per osservare la spiaggia meno affollata e assolutamente incantevole, dominata dal silenzioso maniero.
Ringraziamo Alessandro per questo bellissimo racconto e vi invitiamo a visitare il suo sito:
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