Autore: Adriano Penco
La Micronesia è caratterizzata non tanto dalle
isole vulcaniche che sparse abbondano nell’Oceano Pacifico, ma dalle ricchezze
di formazioni coralline. Si tratta di un pulviscolo di isole , un insieme di
arcipelaghi dove il clima è amico dell’uomo tutto l’anno e l’ospitalità dei
paluani lascia senza parole.
Repubblica di Palau, la sua posizione nel mondo
Vista dall’oblò dell’aeroplano la Repubblica di
Palau è confinata entro una intricata ragnatela di isole ed isolotti bagnati da
un mare che lascia senza fiato per i suoi colori di rara bellezza, essa può
essere definita senza pericolo di smentita una vera opera d’arte della natura.
Situata di pochi gradi a nord dell’Equatore e nella parte più occidentale delle
isole Caroline, gode di un clima tropicale caldo tutto l’anno con temperature
miti e due sostanziali stagioni: quella secca che va da fine novembre a fine
aprile e quella piovosa paragonabile per la lunghezza del periodo ai nostri mesi
estivi.
Palau, Koror vista dall’alto
Osservare Palau dall’alto è una delle emozioni
che non si possono più dimenticare per l’intera esistenza: il verde delle isole
si fonde con i colori dell’oceano che da un blu quasi nero della profondità,
diventa dapprima azzurro, poi turchese e le acque da chiare a trasparenti.
L’intera Repubblica è composta da sette isole maggiori tra cui Badeldaob, Koror,
Peleliu, Angaur più alcune centinaia di isole minori. Tutto però ruota intorno a
Koror, situata sull’omonima isola e collegata a quelle contigue di Ngerkebesang
e Malakal mediante dei ponti artificiali che consentono il transito agli
automezzi. In essa vivono i due terzi dell’intera popolazione dell’arcipelago.
Una città tranquilla con case discrete e una rigogliosa vegetazione di alberi da
frutto, fa da cornice alla strada principale che è poi anche il centro economico
ed amministrativo della città.
Palau, fiorente è l’artigianato locale dedicato al turismo
Da visitare ci sono L’Etpison Museum, che
contiene dipinti ed antiche mappe di Palau e il Belau National Museum, adorno di
opere passate e presenti di artisti del luogo e dove fuori nel parco è stata
allestita la copia di un Bai, la tipica casa dove gli uomini si riunivano per
decisioni importanti. Inoltre si possono visitare il Palau International Coral
Reef Center il centro di ricerca biologica dell’arcipelago che contiene un
bellissimo acquario e il Dolphins Pacific, dove è possibile ammirare da vicino
dei simpatici delfini. Nei dintorni e sulle altre isole di Baldeldaob, Malakal ,
Peleliu altrettanto interessanti per chi appassionato di storia , cultura e
natura vi sono: una serie di Monoliti in Pietra riconducibili ad epoca
preistorica, le rovine Imeungs, il Lago di Ngerdok le Cascate di Ngardmau,
testimonianze riconducibili alla II° Guerra Mondiale, e molto altro ancora. Ma
ciò che esalta la bellezza naturale dell’arcipelago di Palau sono le Rock
Islands, una delle più spettacolari meraviglie del paese di cui vale la pena
godersene il panorama dedicandogli un volo in elicottero o con i piccoli aerei
interni. Si tratta di un micro-arcipelago di oltre duecento isole disabitate in
parte di natura calcarea, in parte corallina. Hanno tutte la caratteristica di
mettere in evidenza la parte rocciosa all’altezza di marea erosa dalle onde ,
dal vento e dagli organismi marini, rendendo così il loro profilo simile a
quello di un fungo. Non a caso si possono definire le Roks Islands come 200
isolotti che spuntano come funghi verde smeraldo da acque turchesi e
trasparenti. Coperti di palme e fitta vegetazione, alcuni di questi bassi
affioramenti calcarei sono orlati da spiagge di sabbia bianca finissima e sono
popolati da una moltitudine di uccelli, tra i quali pappagalli e i martin
pescatore. Una collana di pietre preziose e ghirlande di corallo tra cui il
navigarvi intorno regala una sensazione di quiete e tranquillità esaltate dalle
acque immobili . Nel labirinto di baie e lagune si specchiano mangrovie, archi
di pietra , scogli e isolotti che come onde verdi decorano il blu iridescente
del mare.
Palau Rock Islands
Palau, il singolare scoglio ad arco
Palau, Seventy Islands
Tra i soggetti più fotografati si trova l’arco
naturale, una grande roccia calcarea che il tempo ed il mare ha eroso modellando
così uno spettacolo naturale alquanto affascinante che con l’alta marea in barca
si può ammirare a distanza davvero ravvicinata. Una parte poi delle Rock Islands
sono state elette Area Marina Protetta. Sono le Seventy Islands uno spicchio di
terra sottile linea di confine tra mare e cielo tolto al controllo dell’uomo e
destinato alla nidificazione delle tartarughe marine. Un’opera voluta dal
Governo locale a favore oltre che degli anfibi anche degli uccelli marini, dove
al pubblico è proibito non solo l’approdo ma pure la navigazione! Anche le
migliori spiagge, per gli amanti della tintarella, si trovano alle Rock Islands
pur se su tutte le isole si trova un luogo delizioso per poter stendere il
proprio asciugamano.
Palau, la splendida spiaggia di Macharchar
Palau, splendide spiagge isolate disseminate tra le Rock Islands
Palau, già con pinne e maschera si va alla scoperta dei fondali
Ciascuna delle isole che compongono l’intero
arcipelago ha il suo tesoro nascosto e protetto da una particolare scogliera, un
perfetto angolo di sabbia incontaminata dove regna incontrastata la privacy e la
tranquillità. Distese di candida rena sagomate dal mare e raccolte tra il verde
della flora e l’azzurro delle acque. Impossibile non perdere la testa per questi
angoli da cartolina. Per chi rimane nella zona di Koror la spiaggia di fronte al
Palau Pacific Resort merita essere citata in quanto rappresenta uno delle
migliori zone anche per fare snorkeling oltre che per abbronzarsi.
Palau, snorkeling tra i coralli madreporici
Con pinne e maschera si possono vedere pesci
corallini, corallo e la famosa e tipica Tridacna gigas, il più grande e pesante
bivalve al mondo in senso assoluto, divenuto ormai raro in seguito all’intensa
pesca commerciale cui è stato posto negli ultimi anni in tutto l’Oceano
Pacifico. Un bel giro in canoa è un’altra buona alternativa per visitare le Rock
Island. Il vasto arcipelago offre intense emozioni, inoltre il silenzioso
“kayak” è perfetto per esplorare l’intricato sistema di baie protette, spiagge
tropicali, canali di mangrovie, lagune e giardini di corallo. L’arcipelago di
Palau si può tutt’ora considerare uno degli angoli più incontaminati del nostro
pianeta. Distante da tutto, lontano persino dal turismo di massa e capace di
mantenere ancora intatte usanze, costumi e tradizioni, dimostrandosi un luogo
unico rispetto ad altre realtà del Pacifico. Spazi immensi dove lo sguardo si
perde nell’azzurro di un orizzonte dove cielo e mare sembrano fondersi insieme.
A completare questo paesaggio da sogno, spiagge di sabbia bianchissima, spuntano
qua e là, tra la fitta vegetazione, mentre l’acqua dell’Oceano sfiora
delicatamente queste lingue di terra con le sue onde di un verde cristallino
dove è inebriante immergersi.
Palau, esplode il rosso del tramonto
Il mare e l’ambiente sottomarino dell’arcipelago di Palau
Per quanti si immergono nelle acque di Palau,
ma anche solo con pinne , maschera e boccaglio, la scoperta di uno straordinario
e magico mondo sottomarino è certa. I fondali mettono in risalto una accentuata
eterogeneità dovuta alla singolare geologia delle isole e degli atolli che ben
si miscela alla ricchezza della biologia marina ed alle calde acque dell’oceano
abbondanti di nutrienti. L’originalità della fauna si manifesta già negli
invertebrati che hanno forme bizzarre. Ma anche nei crostacei che possono essere
osservati mentre marciano con le lunghe zampe sui coralli oppure quando si
riuniscono in grandi assembramenti prima delle migrazioni.
Palau, uno spicchio di terra tra cielo e mare
Palau, le pareti dei reef corallini sono completamente colonizzati da più
organismi
Nelle grotte o nelle spaccature del reef non è
raro incontrarli a gruppi numerosi. Il mondo subacqueo di Palau è davvero
straordinario, ovunque si guardi appare uno scintillio vivace di colori spesso
prodotto da migliaia di minuscoli pesci variopinti che in grandi e fitti banchi
si muovono all’unisono come fossero mossi dalle note e dalla sapiente bacchetta
di un direttore d’orchestra. Tra gli adulti i pesci allo stato giovanile, nati
da pochi giorni o settimane, cercano nel gruppo protezione e riparo dai
predatori; fino a quando divenuti adulti anch’essi potranno rendersi
completamente autonomi. A bassa profondità nei pressi della barriera corallina o
in prossimità di grandi blocchi isolati madreporici che poggiano su fondali
sabbiosi, è facile incontrare le svariate livree e singolari profili dell’ampia
famiglia dei pesci farfalla, ma si osservano pure pesci pagliaccio decisi a
difendere il proprio anemone con attacchi decisi contro chi supera la linea di
confine di quello che ritiene essere di sua proprietà, oppure pesci balestra,
pesci imperatore, pesci sergente. Si potrebbe continuare per molte righe a
parlare della descrizione dei meravigliosi pesci dei fondali di Palau, delle
loro forme singolari, dei meravigliosi colori e dei strani comportamenti ma per
quanto ci si dilunghi si tratterebbe comunque di esaltare solo un aspetto, una
piccola parte degli abitanti della barriera corallina. Se gli invertebrati
meravigliano per lo splendore delle forme e dei colori altri animali sorprendono
per il loro aspetto.
Palau, non mancano sulle pareti splendide gorgonie
Palau, la manta nel German Channel
Palau abbastanza consueto l’incontro con le tartarughe marine
Palau, il napoleone al Blu Corner
Durante le immersioni è facile ad esempio
imbattersi nelle cernie. Esse sono potenti predatori che stazionano immobili tra
i meandri del reef, appaiono sornione ma in realtà sono pronte ad inghiottire in
un sol boccone chi incautamente si avvicina troppo alla sua grande bocca. Di
certo chi si fa apprezzare per un carattere più docile ed addomesticabile sono i
pesci Napoleone. Quando raggiungono dimensioni ragguardevoli diventano socievoli
con i sub tanto da cercare addirittura un tenero contatto. Giocano tra le bolle
dello scarico degli autorespiratori passando e ripassando nella colonna
effervescente che corre verso la superficie, si avvicinano talmente tanto che è
impossibile non dedicargli una carezza. Il loro singolare nome deriva dalla
gibbosità che portano sulla fronte, talmente evidente che ricorda il profilo del
cappello indossato da Napoleone Bonaparte appunto. Da non disdegnare poi ci sono
le numerose lagune dove il fondale sabbioso potrebbe stimolare il disinteresse o
la delusione. Errore ! Questi luoghi ad un primo approccio deserti sono in
realtà un’oasi di vita ed offrono riparo e rifugio ad esseri alquanto schivi ed
inconsueti. Sogliole, pesci dardo, ghiozzi che vivono in simbiosi con piccoli
granchi, pesci lucertole sono solo alcuni dei soggetti che vivono a stretto
contatto con la sabbia. Tra i blocchi di madrepora sparsi disordinatamente
trovano riparo murene in varie dimensioni e colorazioni. La natura gli ha
riservato un aspetto pericoloso ed aggressivo destinandole a respirare sempre a
bocca aperta mettendo così in mostra le fauci, ma in realtà esse sono molto
schive e timide, tendenzialmente paurose e diffidenti tanto che quando si
sentono minacciate per loro la miglior difesa è..la fuga. Tra coralli duri morti
o Acropore in piena salute si possono osservare le sgargianti livree dei pesci
mandarino.
Palau, incontro col trigone
Palau, incontro con i Nautilus
Palau, incontro ravvicinato con i Nautilus
Assai buffi per l’espressione ma ammalianti per
i colori sono soggetti assai diffidenti e riluttanti verso gli estranei , per
cui per poterli osservare bene e da vicino occorre attrezzarsi di una grande
dose di pazienza ed attendere che lentamente si facciano vivi uscendo dai loro
angusti rifugi. Ma la sabbia confonde anche il profilo di grossi trigoni.
Immobili sul fondo ben mimetizzati la loro presenza viene tradita solo dai
grandi occhi che sporgono dalla distesa piatta e monocromatica. Si sentono
sicuri ed invisibili per cui si lasciano avvicinare, ma il sub deve muoversi
lentamente e con garbo se non vuole essere investito dalla gigantesca nuvola di
sabbia che solleva l’animale allontanandosi fulmineo verso altri lidi. La dove
il colore turchese del mare o l’azzurro della laguna costellato dal verde
brillante delle mangrovie viene interrotto dal blu intenso ed il profilo della
barriera corallina diventa verticale inabissandosi , le immersioni offrono
grandi possibilità di incontrare i grandi signori del mare: mante, aquile di
mare, squali grigi e pinna nera, barracuda, carangidi e occasionalmente squali
balena. Questi incontri sono maggiormente probabili lungo le barriere esterne
delle lagune, quelle che vengono investite dalle acque dell’oceano, ma come nel
caso dell’immersione della clean station di German Channel è certo osservare le
evoluzioni di una grande manta pronta a volteggiare con voli radenti sulle teste
dei sub anche in prossimità della laguna. Discorso a parte meritano le
tartarughe marine che tra le acque che lambiscono le isole di Palau hanno
trovato un habitat ideale. Impossibile non incontrarne almeno una per
immersione. La loro diffusione è determinata anche dal fatto che una parte delle
spettacolari Rock Islands ed in particolare le Seventy Islands, è stata eletta
area di tutela e strettamente sorvegliata affinché nessuno possa avvicinarsi o
addirittura scendere a terra. Le spiagge sabbiose ed isolate sono divenute così
il luogo ideale per la deposizione e la schiusa delle uova delle testuggini
marine. Le madri raggiungono le spiagge le notti di luna piena sbucando dalle
acque nere e buie simili a mostri antidiluviani. Si trascinano faticosamente
sulla sabbia deponendo in varie notti alcune centinaia di uova che le collocano
in differenti nidi .
Palau, una famiglia di Lamantini ripresi dall’elicottero
Una volta assolto il loro faticoso ma vitale
compito per assicurare la sopravvivenza della specie riprendono il largo, e solo
quando con ogni probabilità esse sono già lontane tra gli atolli e le altre
isole dell’ arcipelago palauano i gusci iniziano a schiudersi e le piccole
creature si avventurano sulla sabbia. E’ la temperatura dell’ambiente che
determina la maturazione delle uova ed il sesso dei nascituri. Come per mistero
e con un sincronismo perfetto dopo un intervallo a cavallo dei 50 giorni,
emergendo dalla sabbia contemporaneamente fanno capolino sulla spiaggia i
neonati, liberi di zampettare velocemente verso il mare. E’ per loro il momento
peggiore, dove sono più vulnerabili , indifesi dagli attacchi aerei delle
fregate e terrestri delle chele dei granchi. Ma per chi sopravvive a questa
prima pesantissima selezione , non è che una volta raggiunto il mare le cose
vadano meglio perché in attesa ci sono altri predatori. Una selezione severa
consente di raggiungere l’età matura alla tartaruga marina per la riproduzione,
una su migliaia di esemplari ci riesce, ma malgrado vivono questa cruda realtà e
nel mondo la loro presenza numericamente vada al segno meno, nella Repubblica di
Palau anche le tartarughe marine hanno trovato il loro paradiso terrestre.
Immersioni Naturalistiche da favola:
L’ arcipelago di Palau è uno dei veri paradisi
del mondo per le immersioni tropicali lungo le barriere coralline. Oltre
sessanta sono i punti di immersione che esso può offrire suddivisi tra reef
strapiombanti, calme lagune, grotte e tunnel nascosti, relitti. È il punto
d’incontro delle tre maggiori correnti dell’oceano che portano alla zona
abbondante cibo e un’enorme varietà di vita marina. Grazie a ciò, le acque che
circondano l’intero arcipelago e le Rock Islands in particolare , si vantano di
accogliere oltre 1500 varietà di pesci tropicali e 700 differenti specie
coralline. Non a caso Palau è stata nominata al primo posto tra le meraviglie
del mondo subacqueo dalla CEDAM International ( Conservation Education Diving
Awareness Marine-reserch ), un’organizzazione no-profit di sub, scienziati
marini e conservazionisti fondata nel 1967. Ecco quindi elencate alcune delle
immersioni più interessanti.
Palau, le meduse del Jellyfish Lake
Palau, al centro il Jellyfish Lake
-
Blue Corner:
è certamente una delle immersioni top al mondo. In questo punto la barriera
corallina è investita dalle correnti dell’oceano che trasportano i
microrganismi che sono alla base della catena alimentare sottomarina, e che
via-via si conclude con i grossi predatori come squali e carangidi e
barracuda che si osservano stabilmente in questo tratto di mare. Sembra di
stare in coperta a prua di un transatlantico che fa rotta nel blu immenso.
Il pianoro posto tra i -15 ed i -20 metri si affaccia deciso su pareti
verticale di cui non si vede la fine. E’ consigliato per il sub procurarsi
un reef hook per sagolarsi alle madrepore ed evitare così di essere
investito dalla corrente che quando si incontra è vigorosa è difficilmente
contrastabile. Una volta ancorato con il proprio rampino il sub è nelle
condizioni ottimali per aprire una finestra sull’oceano e godersi con
estrema tranquillità la visita di squali , carangidi, tonni e aquile di mare
veri “Signori del Mare”. -
Blue Holes:
sono numerosi questi “buchi blu” che iniziano sotto il pelo dell’acqua,
attraversano verticalmente la barriera corallina come fossero dei camini e
sbucano in pieno oceano. Tra i più avvincenti il Blue Hole per eccellenza a
Palau è quello in prossimità del Blu Corner sulla barriera sud-occidentale
dell’arcipelago. L’immersione ha inizio a pochi metri dalla superficie , la
discesa avviene verticalmente accompagnati in questo singolare viaggio da
madrepore e coralli fino a ad una quota di circa -20 Mt. Il percorso
prosegue attraversando un’ampia caverna ed un grande arco che conduce alla
via d’uscita e quindi ad incontrare l’acqua dell’Oceano Pacifico. Lo
spettacolo che si presenta durante l’interno percorso è quanto mai
affascinante. Sospesi nel blu rivolgendo l’attenzione sopra le proprie teste
i giochi di luce creati dalle mille fenditure che i raggi del sole riescono
a violare creano uno scintillante luccichio quando si incontrano con le
bolle d’aria emesse dagli erogatori. Le pareti esterne sono ricoperte da
spugne, gorgonie e corallo nero cui si aggiungono una infinità di pesci di
barriera multicolore. -
Jellifish Lake:
occorre raggiungere l’isola di Eil Malk per incontrare uno dei più singolari
fenomeni naturalistici della terra. Una immersione con delle meduse in un
lago. L’origine di questo fenomeno è da ricercare nelle origini geologiche
della regione e dei vari movimenti tettonici che hanno appunto dato origine
non sol a questo ma ad altri laghi presenti nell’arcipelago. Le acque sono
salmastre, segno questo che sono in contatto attraverso delle falde sommerse
con il mare. Gli organismi che si sono adattati a vivere in questo ambiente
sono meduse della specie Mastigias presenti in migliaia di unità . Le meduse
che popolano il Jellyfish Lake non sono urticanti perché non hanno avuto la
necessità di sviluppare le sostanze urticanti di cui solitamente dispongono.
In questa realtà non esistono ne prede e nemmeno predatori , ci vivono solo
loro. Si nutrono di zuccheri prodotti da microscopiche alghe fotosensibili
che catturano la luce solare, ed è per questo motivo che si concentrano in
punti di forte insolazione come ad esempio è il centro del lago. La visita è
consentita solo con pinne, maschera e boccaglio e dietro pagamento di un
ticket perché questo delicato equilibrio è sottoposto a controllo e tutela.
Occorre nuotare con delicatezza perché già solo il movimento veloce delle
pinne può danneggiare questi delicatissimi quanto fragili organismi. Le
meduse possono essere accarezzate, prese tra la mani senza provare dolorose
irritazioni. -
Peleliu:
è una delle isole più a meridione dell’arcipelago. Oltre a Peleliu si trova
Anguar poi l’Oceano Pacifico. La punta a sud dell’isola consente di fare
ottime immersioni conosciute Peliu Wall, Peleliu Express e Peleliu Corner.
Da molte guide locali sono considerate come tra le più belle di Palau ricche
di vita e colori. Spugne, alcionari multicolori , coralli duri, gorgonie è
ciò che abitualmente si può osservare tra le pareti strapiombanti.
Indispensabile anche qui il “reef hook” dovrà essere utilizzato per
agevolare la sosta sul pianoro di Peleliu Express e guardare lo spettacolo
che circonda i subacquei, come fossero in un acquario. Qui è sicuro
l’incontro con una moltitudine di squali, tonni e tanti altri grandi
pelagici che giungono dall’acqua libera mentre in parete nuotano pesci
pappagallo, cernie e tanti tante altre specie di barriera -
Nautilus Diver:
a Palu è possibile fare immersione con i Nautilus , veri e propri fossili
viventi, di rara bellezza ed intrigante interesse. Grazie alla
professionalità del Neco Marine Diving Center questa immersione è fuori
pacchetto, viene pagata a parte perché richiede una preparazione del tutto
particolare. Al termine però è possibile avvicinare degli organismi che
notoriamente è impossibile osservare se non scendendo a grandi profondità,
dove trovano il loro habitat ideale.
Palau, in navigazione con la barca del Neco Marine verso i punti di
immersione
Immersioni per gli appassionati sui “relitti”
A cavallo della II° Guerra Mondiale l’intero
arcipelago di Palau era una strategica quanto potente base navale Giapponese.
Sul finire del Marzo del ’44 subì un pesante attacco statunitense che si
concluse con l’affondamento di navi e la caduta in mare di aerei da ambo le
parti. Il governo fino ad alcune decine di anni fa ne negò la profanazione per
rispetto delle vittime, vietandone di fatto le immersioni e le visite subacquee.
Oggi tale divieto non è più attivo, per cui è possibile fare immersioni su un
grosso numero di relitti di navi ed aerei che hanno contribuito a scrivere la
storia di queste due importanti nazioni. Tra i più significativi vi sono il
relitto della Iro:
una nave petroliera giapponese parzialmente armata; l’Helmet
Wreck: una nave da trasporto ancora
carica di bombe di profondità, munizioni, maschera antigas, fucili;
Amatzu Maru: il più grande
relitto di una petroliera giapponese tutt’ora presente in Micronesia;
Chuyo Maru: nave da trasporto
giapponese posizionata in perfetto assetto di navigazione; Jake
Seaplane: idrovolante da ricognizione
appartenete alla marina giapponese affondato in prossimità di Meyens Island. Con
oltre sessanta relitti Palau ha la possibilità di offrire agli appassionati di
questo tema un panorama davvero ampio che parte da pochi metri di profondità
fino all’impiego di immersioni tecniche come quelle occorrenti per immergersi
sull’USS Perry. Vi
sono inoltre relitti che non hanno preso parte ne alla guerra, ne tanto meno al
raid dell’operazione “Desecrate” messa in atto contro i giapponesi dagli
americani. Si tratta di comuni pescherecci, comunque interessanti per la vita e
lo biologia marina che si è sviluppata tra le loro strutture di bordo.
Palau, Helemt Wreck è possibile osservare le bombe di profondità che
trasportava
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Articolo pubblicato su
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