Autore: Eliano Cortesi
Dopo una lunga attesa e con la vana speranza di non aver dimenticato nulla di importante, alle ore 4,30 (!!!) di martedì 23 marzo 2010, sono all’aeroporto di Milano Malpensa assieme all’amico Marco per intraprendere una fantastica avventura…una crociera a Malpelo! Il viaggio si rivela impegnativo ma non ci sono intoppi e, dopo uno scalo a Madrid, arriviamo finalmente a Cali, in Colombia, dove ci attende Giovanni, la nostra guida sub, e ci accompagna all’ Hotel (non è male), dove è previsto il pernotto. In serata ceniamo in un simpatico ristorantino all’aperto. Giovanni, “Vanni” per gli amici, si rivela molto simpatico e disponibile e risponde volentieri alle innumerevoli domande che gli poniamo. Dalle sue parole capiamo subito che è una persona che conosce molto bene il posto e ci fa una buona impressione. Col senno di poi, posso affermare che la nostra prima impressione si è rivelata esatta. Restiamo affascinati e rapiti dai racconti di Vanni e non ci accorgiamo che il tempo è volato. La stanchezza si fa sentire e decidiamo quindi di andare a farci una bella dormita. La mattina successiva, dopo una sostanziosa colazione, ci ritroviamo con la nostra guida per un giro “turistico” della città. Sinceramente non è che ci sia molto da vedere, tuttavia facciamo volentieri quattro passi…il clima è fantastico…oltre 30° C…il freddo italiano è ormai un ricordo…inoltre credo che nei prossimi giorni, non avremo molto spazio a disposizione sulla barca per passeggiare. Approfittiamo per convertire i dollari nella valuta locale. Con sorpresa, l’operazione allo sportello si rivela lunga e macchinosa e siamo soggetti a numerosi controlli. Vanni ci spiega che è un tentativo per combattere il problema del riciclaggio del denaro “sporco” proveniente dal mercato della “coca.” Facciamo uno spuntino e nel pomeriggio ci rechiamo al Diving, dove sbrighiamo le formalità burocratiche e attendiamo l’arrivo del minibus che ci porterà al porto di Buenaventura. In totale siamo in 14, di cui solo 3 italiani (oltre a me e Marco c’è Pino, un simpatico avvocato napoletano), gli altri sono ragazzi colombiani. Partiamo in ritardo perché dobbiamo aspettare un pezzo di ricambio per la barca, ma tanto nessuno ha fretta. Il trasferimento da Cali al porto di Buenaventura è a dir poco avventuroso…la strada è tutta un saliscendi con un “passo” oltre i 2000 metri, e si snoda attraverso una foresta rigogliosa, con panorami e situazioni non certo usuali per noi europei. Riusciamo a scorgere pure i cercatori d’oro. Il traffico è intenso…questa strada è l’unico collegamento con il porto e la maggior parte dei mezzi sono mastodontici camion portacontainer. I conducenti hanno una guida a dir poco “allegra” per i miei gusti. Mi dicono che in quel luogo è la normalità, ma non per questo mi tranquillizzo. Sembra di vivere un’avventura “all’Indiana Jones”.
Sfortunatamente, a causa del ritardo accumulato, una buona parte del tragitto la facciamo col buio e non riusciamo ad apprezzare il panorama. Finora l’unica nota stonata è la mancanza del climatizzatore sul minibus…tre ore e mezza con il caldo e l’umidità elevata ci fa arrivare a destinazione un poco provati. Alla nostra richiesta fatta al titolare colombiano dell’organizzazione di avere un mezzo climatizzato al ritorno, mi sorprende la sua risposta…”un minibus con climatizzatore costa di più!” (?????). Pazienza, ci rassegniamo. Scarichiamo i bagagli e ci trasferiamo sulla barca, dove ci assegnano le cabine. Dalle foto la mia singola pareva un poco più spaziosa ma è pulita e c’è tutto quello che serve. Finalmente la barca molla gli ormeggi…Malpelo arriviamo! Superato il canale del porto il mare è un po’ mosso e non ci permette di cenare tranquillamente sul ponte, pertanto ci servono dei tramezzini. Dopo qualche ora qualcuno inizia a patire qualche “fastidio”….per fortuna non soffro il mal di mare, quindi decido di andare a fare una bella dormita…domani ci aspetta la visita al Parco Naturale di Gorgona e le prime due immersioni. In cabina l’aria condizionata è piuttosto alta e non è regolabile. Non si può nemmeno spegnerla, per questo motivo mi faccio dare un’altra coperta. Ora va decisamente meglio. Durante la notte si balla un po’, ma nulla di particolare. Quando ci svegliamo, non siamo ancora a Gorgona e quindi abbiamo tutto il tempo per fare un’abbondante colazione. Ci offrono anche uova strapazzate e salsicce ma io decido che per il primo giorno è meglio rimanere sul tradizionale…pane, burro e marmellata con una bella tazza di caffelatte.
Gorgona è posta a 27 km dalla costa ed ha ospitato una colonia penale fino al 1985 quando è stata dichiarata parco nazionale. È possibile raggiungere l’isola dai porti colombiani di Guapi e Buenaventura . L’isola è montuosa raggiungendo la massima altezza nel Cerro de la Trinidad. A poca distanza sorge l’isolotto Gorganilla. L’isola ospita una ricca fauna nella foresta sub-tropicale che la copre. Lungo la costa sono presenti formazioni coralline del genere policipora. Particolarmente ricca è la fauna ittica delle acque della riserva marina. L’isola è stata abitata in epoca precolombiana come attestano diversi ritrovamenti archeologici della cultura Tumaco Tolita. È su questa costa, alla foce del rio Guapi, che si può assistere a quello che i colombiani chiamano “il laboratorio di tramonti”: il fenomeno si protrae come una composizione musicale, suddividendosi in tempi, in crescendo, in calando; sembra concludersi e poi riprende con sfumature di toni continuamente cangianti su una scala vastissima. E là dove il sole s’immerge, 55 chilometri al largo della costa, c’è un’altra creazione mitopoietica. È l’isola Gorgona, battezzata col nome della semidea serpentichiomuta dai conquistadores che vi sbarcarono nel 1526. Coperta dalla foresta tropicale umida, è habitat di 16 specie di serpenti, di cui 4 velenose. Nelle acque che la circondano nuotano 13 specie di tartarughe, 6 di delfini e 3 di balene che a metà luglio e metà novembre arrivano qua dall’oceano antartico per riprodursi. Chi l’avrebbe immaginato: balene al largo della Colombia!
Arrivati all’isola, sbarchiamo e visitiamo il Parco Naturale e il vecchio penitenziario. Il tempo non è dei migliori, scende una leggera pioggerellina, ma ci spiegano che lì è così per 11 mesi l’anno…per questo che la vegetazione è così fitta e lussureggiante. La visita è interessante ma noi fremiamo di andare sott’acqua. Rientrati sulla barca, Dopo assembliamo l’attrezzatura e in tarda mattinata siamo già in acqua. I gruppi sono due…noi ci mettono sul gommone dei “bravi”, in quanto la maggior parte dei ragazzi colombiani non hanno moltissima esperienza. Con noi ci sono Diego Hurtado, chiamato da tutti “Don Diego” e suo nipote. Nei giorni successivi avrò il piacere di approfondire la loro conoscenza che si rivelerà veramente interessante e che credo valga la pena di raccontarne alcuni passaggi. Don Diego ha 64 anni ed è di Cali, agli inizi degli anni ’80 è stato uno dei primi pionieri ad immergersi a Malpelo. Mi raccontava che in quegli anni arrivare all’isola era veramente un’impresa…due giorni di navigazione a bordo di malandati pescherecci, in condizioni al limite del sopportabile! Il risvolto della medaglia racconta Don Diego, era il gran numero dei pelagici e dei pesci in genere che scorgevi…una cosa veramente inimmaginabile, al punto che prima di buttarsi in acqua bisognava controllare sotto per non finire a cavallo di qualche “martello!” Resto affascinato dai suoi racconti, starei ore a sentirlo. Con mia grande sorpresa mi accorgo che dopo ogni immersione dedica qualche minuto a compilare il suo dive log. Faccio il curioso e mi avvicino. Sta effettivamente annotando tutto quanto…dell’immersione n° 3987!!! Che personaggio. Ciao Don Diego, è stato un piacere conoscerti, spero di poter emulare la tua carriera subacquea. L’acqua è piacevolmente calda, in superficie è di 27°/28° C e capisco in quel momento che la mia semistagna è eccessiva. In ogni caso, in acqua non si ha mai caldo, ed io resto fedele a questa regola. La prima immersione a Gorgona è carina ma non è un granché. E nemmeno la seconda, però ci serve per mettere a punto la pesata e per fare la prova (obbligatoria) del lancio del pedagno. A Malpelo sembra che sia necessario usarlo spesso. Nel tardo pomeriggio salpiamo l’ancora, doccia, cena e…di corsa in cuccetta. La mattina seguente, complice l’eccitazione ed il fuso orario, l’alba ci trova tutti riuniti sul ponte, in attesa della colazione ma soprattutto di vedere l’isola delle meraviglie. La intravediamo dopo un paio d’ore…letteralmente uno scoglio brullo in mezzo all’oceano. Avevo visto le foto ma vederla dal vivo mette veramente suggestione…granito e lava, con pareti a strapiombo sul mare.
Ecco alcune info:
L’isola di Malpelo si trova nell’Oceano Pacifico al largo della costa colombiana.
E’ un vero e proprio paradiso terrestre, dichiarato da anni parco naturale e, per ciò che riguarda la subacquea è al centro della zona del mondo dove in assoluto c’è la più alta concentrazione di grandi animali. L’Oceano Pacifico americano è sicuramente il mare più ricco di pesce in assoluto, cominciando dal Mare di Cortez, scendendo all’Isola di Coco e per finire all’Arcipelago delle Galapagos.
Più del 16% del pescato totale dell’intero Oceano Pacifico è effettuata al largo delle coste di Colombia, Ecuador, Perù e Cile. Comprende le zone costiere delle regioni del Choco, Cauca, Valle del Cauca e Narino e include le Isole di Gorgona, Gorgonilla e Malpelo.
Questa è una zona della Colombia ancora agreste e poco sviluppata ed è caratterizzata dalle sue alte temperature, relativamente alta umidità, grandi maree ed enormi estensioni di mangrovie.
Il suo mare è caldo, la temperatura media è di 25°C e la sua salinità varia tra il 20 °/oo, vicino alla costa ed il 35 °/oo in alto mare. Nella zona costiera predomina la Corrente di Colombia con direzione Nord/Nord-Est incrociandosi con la Corrente del Choco che va in direzione Sud, parallela alla costa. Mentre al largo della costa, nella zona dell’isola di Malpelo, c’è l’incontro tra la Corrente di Humbolt, proveniente dal Sud del continente, fredda ma ricchissima di nutrienti e la calda Contro-Corrente Nord-Equatoriale che scorre in direzione Est. Le barriere coralline del Pacifico colombiano hanno una scarsa presenza, tanto in estensione che in diversità, se si comparano con quelle del Mar dei Caraibi. Principalmente si trovano in tre zone: Isola di Gorgona, Baia di Utria e Isola di Malpelo. In Gorgona sono presenti piccole formazioni coralline del genere Policipora, mentre in Malpelo semplicemente esistono delle colonie abbastanza sviluppate.
Localizzazione: Latitudine 04°00′ N – Longitudine 81°36′ W L’Isola di Malpelo si trova in pieno Oceano Pacifico a 230 miglia ad Ovest della città colombiana di Buenaventura.
Area: 35 ettari di area terrestre e 38.756 ettari di area marina. L’isola principale misura 2,5 Km . di lunghezza per 800 mt. di larghezza massima. Attorno all’isola principale emergono una serie di pinnacoli che, concentrati in due gruppi principali, vengono chiamati ‘Rocas del Norte e ‘Rocas del Sur’.
Altezza massima: 376 mt. nel Cerro de la Mona.
Infrastruttura: Nessuna. C’è solo una guarnigione della Marina colombiana che, con una mezza dozzina di soldati, esercita la sovranità territoriale e controlla il rispetto della riserva marina. Una piccola zona di atterraggio per elicotteri militari. E’ necessario ottenere il permesso dall’ Ente Parchi Nazionale per poter fare immersioni a Malpelo, così pure per poter scendere a terra. Data la fragilità dell’ecosistema è vietato raccogliere o introdurre specie animali o vegetali nel Santuario e portare elementi che vengano considerati contaminanti.
Flora e Fauna: La vegetazione dell’isola è rada ed è concentrata in aeree che offrono superfici soleggiate e protezione dai venti e dall’erosione. La vegetazione predominante è formata da alghe, licheni e muschio che si arrampicano sui lati verticali delle rocce per ricevere l’acqua piovana. Questa scarsa vegetazione, tuttavia, è la base di vita per una complessa comunità di esseri viventi tra i quali due specie di lucertole, una specie di granchio terrestre ed un certo numero di invertebrati. Considerando l’isola e le sue acque circostanti come un tutt’uno, Malpelo rappresenta la confluenza di elementi biogeografici delle Galapagos, dell’Isola di Coco, della Colombia continentale e persino dell’Indo-Pacifico. La flora e la fauna terrestre dell’Isola di Malpelo non sono particolari o straordinarie, ma nello stesso tempo l’isola e i suoi scogli sono un’importante luogo di passaggio e nidificazione per un buon numero di uccelli marini e ospitano un altrettanto buon numero di specie vertebrate endemiche. Sull’isola non esistono né mammiferi né anfibi nativi e non esistono indizi che siano stati introdotti. Il contatto umano con l’isola è minimo e poco frequente e la difficoltà di accesso le ha risparmiato la “contaminazione” con lo stile di vita dei marinai di passaggio, così come il destino della maggior parte delle altre isole del Pacifico e attorno al mondo.
Tra gli uccelli, i componenti principali sono le estese colonie di differenti uccelli marini stanziali. La più abbondante di queste è quella del Sula dactylatra granti, il cui ambito è ristretto all’Oceano Pacifico Orientale – nidifica quasi esclusivamente qui e nelle Isole Galapagos. La popolazione stimata di questa specie in Malpelo è approssimativamente di 24.000 individui, rendendola la seconda più grande colonia al mondo. L’unica altra specie di uccello stanziale dell’isola è il Craegus furcatus, con una stima di una cinquantina di coppie. Altre specie che regolarmente raggiungono Malpelo e risiedono in numero minore includono: Phaethon Aenthereus, Sula Sula, Anous Minutus, A.Stolidus, Gygis Alba e le grandi e stupende Fregate (Frigata Minor e Frigata Magnificens).
L’unico altro gruppo di vertebrati terrestri che si trova sull’isola sono i rettili e sono rappresentati da tre specie, tutti endemici di Malpelo: Anolis Agassizi, Diploglossus Millepunctatus e Phyllodactylus Transversalia.
La barca ormeggia ad una delle due boe fisse e senza perdere ulteriore tempo ci vestiamo e saliamo sul gommone. La prima immersione la facciamo proprio di fronte, il suo nome è “El Altar de Virginia”. Arrivati sul punto, ci buttiamo e…non credo ai miei occhi…non potrò mai dimenticare ciò che ho visto quando ho messo la testa sotto! Il fondale è di 7/8 metri e sotto di noi nuotavano indisturbati 20/25 squali martello ed un numero imprecisato di squali “ silky” e “galapagos”. Penso che non poteva iniziare meglio!!! Durante tutta l’immersione ci hanno fatto compagnia anche branchi enormi di cernie, carangidi e barracuda. Da non credere è il numero di murene presenti…è praticamente impossibile mettersi in ginocchio sul fondo senza rischiare di finirci sopra. In un’immersione successiva avrò modo di vederne almeno 15/20 in una sola tana. E tutte di taglia XXL. L’unica nota negativa è la cattiva visibilità, ma purtroppo di questo nessuno ha colpa, la nostra guida ci informa che la crociera precedente ha avuto la fortuna di avere 20/25 mt di visibilità. L’oceano è imprevedibile. Per l’immersione successiva decido di portare la mia reflex pertanto, durante l’intervallo di superficie, comincio ad assemblarla. La legge di Murphy colpisce ancora…la placchetta di fissaggio della maniglia destra è spanata e non riesco a fissarla!!! Eppure prima di partire avevo controllato tutto.
Dopo un momento di sconforto (e di rabbia), Marco, il mio compagno di avventura, si fa in quattro per aiutarmi a risolvere il problema e mi porta una serie di fascette elastiche che con molta lungimiranza aveva portato da casa. Faccio un tentativo ma purtroppo durante l’operazione “di trasbordo” sul gommone da parte del personale, le fascette cedono. Anche questa immersione, niente foto. L’immersione è molto bella ma comincio ad assaggiare la corrente oceanica di Malpelo. E’ molto strana…nulla a che vedere con quelle che ho incontrato finora, non ha una direzione precisa, gira spesso, sembra di averla sempre contro, a tratti è veramente intensa e costringe ad aggrapparsi alle rocce con entrambe le mani. Penso a cosa avrei fatto se avessi avuto anche la mia reflex da gestire (???). L’immersione è comunque fantastica e non mancano squali e “martelli”. Il secondo tentativo di riparare la mia fotocamera prevede l’utilizzo di filo di ferro (trovato per caso sulla barca) al posto delle fascette. Sembra vada meglio ma non nutro eccessive speranze. Nelle due immersioni seguenti (da ora in poi faremo 4 immersioni al giorno) ho il mio daffare per gestire la mia reflex…le correnti sono sempre “importanti” e la visibilità non accenna a migliorare. Ho l’impressione di non aver fatto buoni scatti ma lo spettacolo è comunque assicurato in ogni immersione. Gli scenari che si presentano davanti ai nostri occhi sono fantastici… grotte…canaloni…pareti mozzafiato e passaggi suggestivi si susseguono e gli incontri con il grande pelagico sono una costante.
La sensazione diventa certezza quando a fine giornata vado a visionare gli scatti fatti…nulla di buono…la scarsa visibilità, associata al fatto che la corrente impedisce di fermarsi ed inquadrare da fermo sono il peggior binomio che un fotosub può trovare. La certezza che non sarei mai riuscito a portare a casa le immagini che speravo e la maniglia di nuovo rotta mi fa prendere la sofferta decisione di accantonare le velleità fotografiche e godermi in santa pace le meraviglie che ci sono sott’acqua. Le immersioni sono molto variabili e tutte bellissime e, grazie al fatto che il nostro gruppo è formato da sub esperti, possiamo svolgere anche immersioni impegnative a quote non proprio ricreative come “Bajo del Monstruo”, alla ricerca di un tipo di squalo di 5/6 metri che in alcune occasioni è stato avvistato da quelle parti, oppure “La Gringa” e “La Catedral”,dove veniamo letteralmente “frullati” dalla corrente all’uscita di un lungo canalone. Altre volte è capitato di rimanere diversi minuti fermi su terrazze improvvisate a goderci il passaggio degli innumerevoli branchi di pesci. Insomma…lo spettacolo è sempre assicurato. La mattina successiva decidiamo di scendere sull’isola…non si può certo attraversare mezzo mondo e non mettere i piedi su Malpelo! A parte un piccolo contingente di militari colombiani, l’isola è disabitata…e come potrebbe essere diversamente….è completamente brulla, solamente granito e lava…niente piante…niente verde. Ma ci sono migliaia di uccelli!
La maggior parte sono Sule con i piccoli appena nati e sono molto carini…si capisce che nessuno li ha mai infastiditi perché non accennano a spostarsi nemmeno quando arrivi loro vicino. In armonia con il resto, anche sbarcare è un’impresa. A circa dieci metri sul livello del mare c’è una piattaforma con una scala di corda che sfiora l’acqua. Ci spiegano che per salire bisogna sporgersi dal gommone e aggrapparsi “al volo” alla scala e salire. Non ci sono altri modi. O si arriva in cima o….si casca in mare! All’atto pratico l’impresa si rivela meno ardua del previsto e tutti riescono ad arrivare in cima. Facciamo conoscenza con i militari, i quali ci accompagnano volentieri a fare un giro panoramico dell’isola. Dall’alto la vista è spettacolare…ma faticosa.Ci spiegano che fanno turni di un mese ciascuno e non vedono l’ora di tornare alla civiltà, capisco che per ragazzi di 18/19 anni non deve essere un compito facile rimanere isolati sull’isola per così tanto tempo. Per scendere ci sono due modi, o percorrere a ritroso la via usata per salire, oppure fare un bel tuffo in mare dalla piattaforma. Io decido per la prima soluzione…non mi va di bagnare le uniche scarpe che ho portato…Marco invece decide di fare un bel tuffo. Sicuramente si è divertito di più lui. Una volta in barca, ci prepariamo e in pochi minuti siamo di nuovo in acqua. Alla fine della vacanza, abbiamo all’attivo ben 18 immersioni, tutte belle e ricche di incontri…una volta siamo riusciti a vedere un gruppo di 10 aquile di mare che nuotavano tranquille qualche metro sotto di noi e in altre branchi di Carangidi…Barracuda e Cernie che ti obbligavano ad aspettare minuti prima che riuscissero a sfilare tutti. In ogni caso non ricordo un’immersione che non abbia visto Squali o “Martelli”.
Qui di seguito potete trovare una breve descrizione delle immersioni fatte:
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EL ALTAR DE VIRGINIA
Immersione su lato Est dell’Isola. Si effettua normalmente dai 10 mt. ai 25 mt. Si costeggia il pendio da Sud a Nord o viceversa, dipendendo dal flusso della corrente. Fondale tipico di Malpelo, con roccia e macchie di corallo .Zona di avvistamento di Squali Martello, Squali Seta, Mante, tra tane di centinaia di Murene Verdi.
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VAGAMARES
Sempre su lato Est di Malpelo. Grosso scoglio, distante circa 30 mt. dalla parete dell’isola. Si scende sui 24 mt e si trova l’imboccatura del tunnel che lo attraversa completamente. E’ un tunnel facile di una ventina di metri di lunghezza, con un’apertura di 8 mt. Il suo fondo e’ di sabbia bianca granitica. Si esce nuovamente in mare aperto ad una profondità di 18 mt. Qui si puo’ vedere tutta la fauna di Malpelo, dagli Squali ai Carangidi, alle Tartarughe, alle Murene.
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BAJO DEL “MONSTRUO”
Punta Nord-Est dell’isola. Si scende su una secca granitica sui 3/6 mt. di profondita’. E’ la punta di una montagna sottomarina che precipita fino al fondale di ghiaia ai 70/80 mt. Qui sui 15 mt. ci sono delle spaccature dove e’ possibile vedere Murene anche in gruppi di 30/40 esemplari. Polpi, Pesci Pietra, Pesci Rospo, Carangidi, Tonni, Squali, Mante. Parete di roccia con molto colore. E’ qui che, solitamente molto profondo, vengono avvistati gli esemplari del “Monstruo” ( Odontaspis Ferox) , dalle misure enormi e uniche, fermi sulla pietraia del fondo.
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LA CATEDRAL
Zona Nord dell’isola. Immersione tra i faraglioni, “Los Tres Mosqueteros”, a circa 400 mt. a nord dell’isola principale. Si scende sulla parete di Porthos ed ai 25 mt. si entra in una spaccatura di 2 mt. di larghezza per 60 mt. di lunghezza che attraversa il faraglione per intero. Il fondo e’ di sabbia granitica e di conchiglie triturate, bianchissimo. Corallo molle bianco sulle pareti. E’ facile vedere Squali Pinna Bianca all’entrata della spaccatura. Negli ultimi dieci metri risale verso la superficie e sbocca in mare aperto ai 16 mt. Di qui la visione delle pareti degli altri faraglioni ed il fondo di sabbia ai 38 mt. Banchi di Carangidi, Tonni e Dentici grandissimi. Si prosegue nell’avvallamento diritti verso Athos, facendo il periplo del faraglione a destra o sinistra, dipendendo dalle condizioni di corrente.
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BAJO DEL ANCLA
Punta Nord-Ovest di Malpelo. Si effettua l’immersione attorno ad una roccia sommersa di circa 30 mt. di diametro che si innalza dai 38 mt. fino ad un metro dalla superficie. Deve il suo nome al fatto che sulla roccia vicino alla superficie e’ rimasta incagliata un’ancora con relativa catena di qualche barca di pescatori di frodo. Squali Martello, banchi di Carangidi e Murene nelle tane.
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EL FREEZER
Lato Ovest dell’isola. Punto poco discosto dalla parete verticale granitica di Malpelo. Così chiamato perché a volte c’e’ la presenza di corrente piuttosto fresca che risale dalla profondita’. Immersione che inizia sui 24 mt. all’inizio del pendio. Si costeggia il bordo della cigliata in direzione Nord o Sud, seguendo la corrente. Il pendio termina su un primo fondo di sabbia ai 50 mt. Nel blu scuro tutta la fauna di Malpelo, tra cui banchi di Carangidi, Mante, Aquile di Mare Maculate, Squali Martello e, nelle tane sulla parete, Murene ed Aragoste.
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LA NEVERA
Lato Ovest di Malpelo. Anche qui il nome ( “frigorifero”, in spagnolo) e’ dovuto dalla presenza saltuaria di correnti fresche e la conformazione e’ molto simile a quella de “EL FREEZER”. Si costeggia il ciglio della parete in direzione Nord-Sud alla profondita’ di 25 mt. La parete di granito, intercalata da corallo laminato, finisce su un fondale di sabbia ai 45 mt. Squali, Mante, Tartarughe, Aquile di Mare Maculate, banchi di Carangidi, Tonni, Cernie.
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LA PUERTA DEL CIELO
Lato Sud-Ovest. Punto poco discosto dalla parete dell’isola. Si costeggia tutto il declivio a mezza costa, sui 25 mt., pinneggiando in direzione Sud, verso “LA CHUPADERA”. La cigliata termina su un fondo di sabbia bianca sui 42/45 mt. A metà pendio, attorno ai 25 mt., c’e’ un roccione piatto, “EL MIRADOR” da cui si possono osservare, comodamente sdraiati, i banchi di Squali Martello, banchi di Carangidi e Tonni, Mante e Murene. Incredibili gli “incontri ravvicinati” al Mirador.
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LA CHUPADERA
Lato Sud-Ovest, quasi sulla punta Sud di Malpelo. Il nome ( “il risucchio”, in spagnolo) dice tutto. Immersione in una grotta-spaccatura di circa 150 mt. di lunghezza che attraversa tutta la punta sud di Malpelo, da Ovest ad Est. L’entrata, ai 32 mt. di profondita’, e’ molto grande, poi, dopo un centinaio di metri, si restringe ad imbuto ed inizia il vero tunnel, per la maggior parte sui 6/8 mt. di diametro. Verso la fine la caverna risale obliquamente verso l’alto, per una ventina di metri. La difficoltà, anche con mare calmo, sta nell’uscita, a soli 5/6 mt. di profondita’, dove si sente fortissimo l’effetto dei marosi e si viene letteralmente sparati, “risucchiati” verso l’esterno. Buona norma rimanere il più possibile al centro del tunnel e, non appena fuori, nuotare velocemente verso il basso e verso il mare aperto, lontano dalle rocce. Prima dell’entrata: Squali Martello, Squali Pinna Bianca, Murene. Immersione effettuabile solamente in condizioni di mare estremamente calmo.
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LOS TRES REYES
Punta Sud di Malpelo, la zona dei banchi di Squali. Dall’isola si discostano, in catena in direzione Sud, un gruppetto di tre faraglioni con nomi di re ebraici. Nei canali di passaggio tra i faraglioni, tra i 15 mt ed i 45 mt. del fondo di sabbia, una continua processione di Squali Martello e Squali Seta in gruppi grandissimi.
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LA GRINGA
Punta Sud. Immersione sull’isolotto omonimo, distante circa 350 mt. dall’isola maggiore. Si scende sulla parete verticale verso nord, fino ai 27 mt., dove c’e’ l’entrata di un tunnel di una trentina di metri di lunghezza che attraversa tutto l’isolotto. A circa metà percorso, il tunnel si apre in una caverna con un soffitto a cupola di una decina di metri di altezza. All’uscita, verso Sud e verso il mare aperto si assiste nuovamente alla processione di Squali Martello e Squali Seta, ai banchi di Carangidi, di Dentici e spesso sono stati avvistati Squali Tigre e Squali Toro. Si tiene la roccia a destra e si ritorna verso il Nord.
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LA FERRETERIA
Punta Sud. Immersione sulla punta estrema a Sud dell’isolotto “LA GRINGA”. Si scende sui 15 mt. con la parete a destra. Come si esce dalla punta, in acqua libera, tra i 10 mt ed i 42 mt. del fondo di sabbia, un muro senza fine di Squali Martello. La traduzione di “ferreteria”, in italiano, e’ “ferramenta”, per la quantità incredibile di Martello sempre presenti.
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SCUBA
unta Sud. Immersione attorno ad altro isolotto omonimo all’estremità’ Sud di Malpelo. Sulla parete del lato esterno, a circa 45 mt. di profondita’ si incontrano i Pesci Pipistrello e nel blu il solito via vai di Squali Martello. E’ qui, sul fondo, che si vedono solitamente gli Squali Galápagos.
Naturalmente il tempo è volato e in men che non si dica eravamo già in viaggio di ritorno. Devo dire che è andato tutto per il meglio, la compagnia è stata ottima ed i posti visitati sono veramente unici. L’unico fuori programma è stato il volo previsto per il ritorno che è stato soppresso a causa di un guasto e ci hanno offerto un giorno in più da passare a Cali e così siamo stati “costretti” a fare i turisti un giorno in più. E’ stato un grosso sacrificio ma ce l’abbiamo fatta. Cosa dire di più…il viaggio è stato veramente fantastico e la barca era appropriata…non pensate però a quelle di lusso che solcano le Maldive…qui servono mezzi capaci di tenere il mare, anche nel caso fosse “agitato”, pertanto gli spazi sono stati sfruttati in maniera oculata ma non siamo stati costretti a particolari sacrifici. Io e Marco avevamo due singole con bagno e non ci mancava nulla. In barca l’abbigliamento era molto informale, nulla più che pantaloncini da bagno e T-shirt per cui non avevamo nemmeno il pensiero di cosa indossare. Il cibo a bordo era ottimo e l’equipaggio faceva il possibile per assecondare i gusti italiani proponendo più volte la pasta. Quella non era il massimo ma…comunque commestibile. Oltre a me e Marco, l’unico italiano era Pino, un simpatico avvocato napoletano e, assieme a Giovanni, la nostra guida, abbiamo formato subito un gruppetto affiatato. Anche gli ospiti colombiani erano molto simpatici e, complice la similitudine linguistica, siamo entrati in sintonia anche con loro, anche se, per il fatto che non erano molto esperti, facevano immersioni in luoghi differenti dai nostri. Per ultimo, ecco ora alcuni consigli che mi permetto di dare a coloro hanno intenzione di intraprendere questa meta:
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Abbigliamento ai minimi termini…pantaloni da bagno e T-shirt, non serve altro. Il clima è fantastico. Portatevi però una felpa per l’aria condizionata in cabina…freddoloso come sono io, di notte la mettevo sempre!
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Non servono medicinali specifici, il cibo e l’acqua sono ottimi e non c’è il problema di eventuali dissenterie o altro. Portatevi in ogni caso le pastiglie per il mal di mare…stare 7 giorni in barca 24 ore su 24 è impegnativo anche con il mare “calmo”…immaginatevi se avete la sfortuna di trovare cattive condizioni…
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Cambiate la valuta in dollari americani. L’euro non è molto diffuso e non viene sempre accettato ed in ogni caso il cambio non è molto favorevole.
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Portatevi una muta non molto pesante…una buona 5mm è sufficiente. Il termoclino era attorno ai 20/25 mt e la temperatura può scendere anche di 8°/10° C ma si tratta di un tempo limitato ed appena si risale qualche metro ritroviamo i 27°/28° C. Per i più freddolosi basta aggiungere un sottomuta o una maglietta. E’ vero che in acqua non si ha mai caldo ma mettere e togliere 4 volte al giorno una semistagna (come avevo io) è veramente estenuante!
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Il pallone è assolutamente necessario. E imparate ad usarlo…li vi servirà.
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Portate un paio di guanti, possibilmente non di neoprene, vi serviranno quando vi dovrete aggrappare alle rocce per contrastare la corrente. Le pareti sono cosparse di “denti di cane” affilati e le murene spuntano praticamente da ogni buco. Su consiglio di Vanni, io mi sono portato un paio di guanti da giardiniere, con il palmo in materiale robusto, e sono andati benissimo. Con 10 euro li acquistate in qualsiasi negozio di hobbystica.
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Procuratevi degli adattatori per prese di tipo “americano” a due lamelle.
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Creme solari a media protezione servono sicuramente. L’intervallo tra un’immersione e l’altra è di circa due ore…fate in tempo a scottarvi.
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Le torce si usano poco e le notturne sono proibite.
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Usate scarpe da ginnastica comode per il viaggio (vi serviranno anche per l’escursione sull’isola) ed un paio di ciabatte da mare. Non serve altro.
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Controllate e revisionate la vostra attrezzatura, una volta in barca…quel che è fatto è fatto!
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Portatevi erogatori di qualità…quando vi toccherà pinneggiare controcorrente ringrazierete la scelta fatta!
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Sperate che ci sia una guida italiana…magari Giovanni…è bravissimo ed inoltre vi sarà d’aiuto per risolvere in tempi brevi eventuali contrattempi in aeroporto o in Hotel. Il modo di gestire le immersioni da parte dello staff colombiano è un po’ diverso dal nostro e senza di lui ci toccava fare le stesse immersione degli altri. Approfitto per ringraziarlo pubblicamente per la sua disponibilità, professionalità e competenza. Sicuramente è stato il valore aggiunto a questa vacanza. Grazie “Vanni”!!!!
La mia passione è viaggiare, oltre ai luoghi amo conoscere le persone. Trovo che sia un arricchimento interiore che non ha pari. I ricordi sono l’unica cosa che nessuno ci potrà mai rubare!
A questo punto non mi resta che augurare buon viaggio a tutti coloro decideranno di partire per questa destinazione e mi permetto un ultimo suggerimento: se non siete in buona forma fisica, trovate il tempo per fare un po’ di allenamento!
Un ringraziamento a Marco, fantastico compagno di avventura e ottimo subacqueo, un saluto a Pino, è stato un piacere condividere in tuo spirito Partenopeo e un arrivederci a “Vanni”, senza di lui, non sarebbe stata la stessa cosa.
Sito web: www.onlysub.org
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