Gigi In due giorni e tre balzi, Milano-Paris-Seoul-Nadi, atterriamo, ancora increduli di esser riusciti a concretizzare il sogno a lungo riposto nel cassetto, a Viti Levu, l’isola principale delle Fiji, la meta più esotica e lontana fino ad oggi mai toccata.
Cri Nella mezz’ora di intervallo fra l’orario d’arrivo e quello di partenza del volo locale Air Pacific, come delle saette, ritiriamo i bagagli, cambiamo il denaro, compriamo la Sim Card locale per il cellulare, contattiamo l’agenzia Rosie Holidays, ci spostiamo ai voli domestici, facciamo il check in, finendo un attimo prima del decollo. L’aeroplanino da 18 posti spicca il volo bucando le nubi e, negli sprazzi di sereno, intravediamo le aree chiare turchesi delle barriere coralline che delimitano le lagune intorno alle isole.
Gigi Sull’aereo scherziamo con un bel ragazzone che ci dice di essere autenticamente “made in Fiji”. Iniziamo a familiarizzarci con la simpatica e genuina indole dei Fijani, con le loro risate calorose, la loro spontaneità entusiasta. Sono di una bellezza solida, forte, mediamente alti, massicci, la pelle scura e i capelli ricci, dei bei lineamenti, i denti candidi spesso con una piccola inserzione d’oro fra gli incisivi, le ciglia folte rigirate all’insù. “Bula” è il loro “Ciao” e ci viene ripetuto da chiunque si incontri.
Cri L’aeroporto di Matei, a Taveuni, è una stanzetta aperta con panchine, una piccola bilancia e i microsportelli del bar e del check-in. Ci accoglie Ru, la nostra guida: il fisico da pallacanestro, allegro e gentile, ci inserisce immediatamente in un programma serrato che non prevede “il riposo del guerriero”, ma, subito, nonostante i due giorni di viaggio no stop e no sleep, una visita all’isola.
Gigi È un piccolo Eden verdissimo attraversato frequentemente da corsi d’acqua immersi in una vegetazione tropicale rigogliosa fra cui si insinuano minuscole coltivazioni. Le case sono per lo più in lamiera, verniciata anche in tinte vivaci. Raggiunto il parco delle Bouma Falls, percorriamo un sentiero immerso in una spettacolare natura-giardino costellata di taro (lo spinacio con radice a tubero di cui si mangia tutto), piante ornamentali, perfette come nelle nostre serre, con i loro vividi colori dal giallo al verde, bordò, viola, delle foglie e dei fiori, e coltri tappeto della rampicante vinia.
Cri Un tuffo nelle fresche acque del laghetto della cascata ci ritempra e si prosegue per le “waterslides”, un torrentello ripido dove praticare il canyoning. Si scende poi in “città” per la visita all’imponente ma sobria Cattedrale cattolica. Nello spiazzo antistante un gruppo di ragazzi gioca a rugby, lo sport nazionale seguito da tutti con grande passione. Un prato a poca distanza è attraversato dalla linea del cambiamento di data e stare a cavallo di questa immaginaria demarcazione fra due giorni diversi ci pare inverosimile. Ripassando da Somosomo notiamo che tutto, dal vecchio cinema agli empori, allude al 180° meridiano.
Gigi Verso l’imbrunire, arriviamo finalmente al delizioso Taveuni Paradise Resort. Il bungalow è tutto di legno di cocco con il tetto di foglie di palma e ha anche il bagno-giardino all’esterno con la doccia circondata da aiuole di piante. L’albergo, piccolo, 14 “bure” immersi nel verde, costruito su roccia lavica, ha di fronte un mare di scoglio limpidissimo. Il proprietario, Alan, nato in Australia da genitori friulani, ci racconta, in puro dialetto triestino, dell’isola, di cui si è talmente innamorato da trasferirvisi insieme alla gentile consorte Terri. Taveuni ha numerosi vulcani di cui uno, il Vuna, attivo, 14.000 abitanti ed è per l’80% parco protetto. Da dicembre a marzo ci sono i monsoni, con conseguente piovosità e qualche ciclone. Tra luglio e agosto, per 3 o 4 settimane, dalla terrazza del ristorante o mentre si raggiungono i siti d’immersione, si vedono, o si sentono sott’acqua, le balene che arrivano in questo periodo per partorire.
Cri La mattina ci svegliamo verso le tre completamente sfusati e carichi come una molla. Sul sottofondo dello sciacquio delicato del mare la notte si riempie sempre più del canto degli uccelli che sarà il sottofondo di tutta la nostra vacanza. La loro orchestra è un crescendo che accompagna il rischiararsi del buio e, quando la luce è sufficiente si intravede, dalle grandi finestre, il mare calmo e piatto fino all’orizzonte.
Gigi Il blu ci attende! Il diving, l’unico in tutte le Fiji dove troveremo il Nitrox, è comodamente annesso all’albergo ed è dotato di una bella e spaziosa barca. Il tratto di barriera che percorre lo stretto di Somo Somo è stato battezzato “The Raimbow Reef” per gli incredibili alcionari multicolori che lo caratterizzano ed è considerato la capitale mondiale dei coralli morbidi. Non possiamo, nel breve tempo a disposizione, che fare solo un piccolo assaggio fra i 20 siti presenti, senza mancare una delle più belle immersioni del mondo, “The Great White Wall”.
Cri Dopo aver imboccato un tunnel a 15 m, drappeggiato di coloratissimi coralli morbidi e duri, spugne e crinoidi, sbuchiamo a 25 m e rimaniamo abbagliati dal lenzuolo bianco di alcionari che ricopre una fiabesca parete a strapiombo nel blu. L’evanescenza lattea che avvolge il muro assume sfumature lavanda iridescenti man mano che aumenta la profondità ed è interrotta da brevi spot colorati verde, porpora e arancio e dalle “sporgenze” delle magnifiche gorgonie e dei coralli frusta.
Gigi È una misurata “drift-dive”, non una “washing machine”, in cui fluttuiamo leggeri nella nube di anthias pullulante lungo il pendio. Per fortuna! Se no la mia buddy chi la sente! Qui, trovandoci in uno stretto, le correnti possono essere molto forti e le immersioni vanno programmate tenendone conto. D’altra parte è il rimescolamento delle masse d’acqua che nutre i polipetti fino a farli “sbocciare” in tutto il loro splendore e diffonde i nutrienti attirando tanto pesce pelagico e numerosi squali di specie diverse: oltre ai classici pinna bianca/nera e ai grigi, i toro, il tigre, il leopardo, il limone, lo squalo balena ed altri ancora.
Fotosub di Brook Mathews
Articolo pubblicato su ScubaZone Magazine