Con un po’ di curiosità per un’avventura diversa abbiamo programmato un viaggio in Messicoconqualche immersione nei cenotes e, dulcis in fundo, ce li siamo ritrovati proprio negli ultimi giorni del nostro tour quando ci trasferiamo a Playa Del Carmen.
Questa città ha ottenuto negli ultimi anni il record per lo sviluppo urbano ed è cresciuta, ci dicono, in maniera esponenziale. Girando per le strade si notano in effetti molte strutture alberghiere e ristoranti con pochissimi mesi di vita. Se in apparenza questa zona potrebbe sembrare eccessivamente turistica, già dal primo giorno ci troviamo benissimo per il suo ambiente molto colorato e allegro ma mai fastidioso. Le strade, popolate da turisti provenienti da tutto il mondo, sono un susseguirsi di negozi, ristoranti, alberghi e, naturalmente, diving center.
A Playa Del Carmen le spiagge di sabbia bianchissima sono ampie, attrezzate con ombrelloni e lettini, e offrono il punto di partenza per molti sport acquatici: kite surf, moto d’acqua, parasail, e diving. Al nostro albergo nel centro della città, a pochi metri dal mare, ci aspetta Fabio con un pick up enorme con cui prendiamo una direzione opposta di quella per le immersioni tradizionali, lontano da queste spiagge attrezzate, verso la jungla.
Fabio si è trasferito dall’Italia in questo angolo dei caraibi da qualche anno, attratto sia dalla bellezza del mare che dal clima sempre caldo della zona, per poter fare il lavoro che molti sub italiani sognano: aprire un diving sulla spiaggia. Non ha scelto una spiaggia affollata di Playa Del Carmen ma la splendida Xpu-Ha, qualche chilometro fuori dalla città, nella tranquillità di un angolo di paradiso, da cui organizza le gite in mare e nei cenotes con gli altri ragazzi del Baja Divers.
Carichiamo l’auto con la nostra attrezzatura in direzione Dos Hojo, il primo cenote che vogliamo visitare. Non serve niente di tecnico, abbiamo tutta attrezzatura normalissima: una muta da 5 mm, un gav classico, un octopus con erogatore attacco int, due pinne con scarpetta e torcia a led. Dopo mezz’ora di auto ci stacchiamo dalla strada federale per addentrarci nella jungla in una strada sterrata fino ad arrivare ad un piazzale dove ci fermiamo per il briefing che ascoltiamo con attenzione ma molta impazienza di entrare in acqua. Ci vestiamo a incamminiamo verso l’ingresso del cenote: uno spettacolo oltre le già alte aspettative.
Ci tuffiamo di schiena nell’acqua dolce di questa caverna e lo shock termico si fa piacevolmente sentire, lasciando alle spalle il caldo dei 40 gradi di temperatura esterna per passare ai 25°C di quest’acqua. Restiamo increduli di fronte ad una visibilità così eccezionale: l’acqua sembra non esistere e noi sembriamo quasi sospesi a mezz’aria. Da questa apertura dell’ingresso parte la nostra linea per il percorso che andremo a fare.
Seguiamo la guida nell’oscurità tra passaggi sempre molto facili e accessibili, stando solo attenti a non pinneggiare sul fondo per non alzare sospensione. Il cenote è un gioco di luci, stalactiti e stalagmiti.
I giochi di luce lasciano a bocca aperta e le aperture nella roccia sembrano vicine anche se distano qualche decina di metri.
Le nostre immersioni durano poco meno di un’ora e solo verso la fine cominciamo a sentire un po’ di freddo nonostante la temperatura si mantenga sempre sopra i 25 gradi e noi indossiamo una 5 millimetri.
Sono moltissimi i cenotes della riviera maya che richiamano i sub da tutto il mondo. Ora sappiamo il perchè: se le classiche immersioni nei mari messicani sono molto piacevoli ed emozionanti i cenotes sono qualcosa di unico e quasi magico. Immersioni facili, per tutti, indimenticabili.
Continuiamo la visita con altre immersioni in questi fiumi sotterranei con un’altro cenote molto particolare, Chach Mool.
Nonostante ora non siano più una novità per noi, restiamo ad ammirare l’ingresso di questa caverna, con i colori turchino e verde smeraldo che svaniscono nelle grotte, dove cominciano le nostre esplorazioni.
La profondità raramente supera i 10 metri e abbiamo subito un’altra piacevole sorpresa, l’aloclino dato dallo sbalzo termico delle differenze di temperatura tra l’acqua dolce e quella salata che si deposita sul fondo, con qualche grado di temperatura in più. L’effetto dell’aloclino è piacevole sia perché ci scalda un po’, sia perché crea altri effetti di luce riflessa dalle nostre torce.
I cenotes sono abitati da pochi pesci, barbi ciechi, carpe, anguille, gamberetti e altre piccole creature del buio che si nascondono nei milioni di anfratti completamente privi di luce e raramente si avvicinano timidamente alle aperture verso la superficie.
La vegetazione si tuffa nelle acque dei cenotes e dalla profondità di diversi metri si può vedere l’ambiente esterno senza quasi distorsioni dell’acqua. Un altro regalo dei cenotes che ci cattura e ci porta a risalire spesso in superficie per ammirare il paesaggio da mezz’acqua.
Se prima di vivere l’esperienza ‘cenotes’ pensavamo potesse essere una nuova avventura ora possiamo confermare che si tratta di qualcosa di unico che consigliamo a tutti i sub. Un’emozione forte e indimenticabile. Naturalmente per viverla al meglio è necessario rivolgersi ad una guida brava o potrebbero essere ‘volatili per diabetici’.
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