Miseno è una frazione del comune di Bacoli sito nel Golfo di Napoli.
Questo nome è legato anche alla mitologia ed è stato usato dal poeta Virgilio nell’Eneide che ricorda un trombettiere dell’esercito troiano, compagno di Enea che decise di dargli sepoltura qui, trovando la morte annegando tra i flutti.
Misenum venne usato nell’epoca dell’impero romano come base portuale per le flotte navali, in età augustea divenne il più importante porto militare dove la storia ha affondato le sue radici nell’archeologia dove in questa zona sono abbastanza visibili.
Da qualche anno effettuo immersioni dalla spiaggia sia in snorkeling che con autorespiratore, effettuando una mappatura sia del fondale sia dell’intera costa, partendo dalla Dragonara fino ad arrivare a Capo Miseno contrassegnato dal mitico faro che affaccia nel Golfo di Napoli. Proprio sotto questo faro è possibile ammirare lo “Scoglio dei Cannoni” chiamato così perché era la base sulla quale c’erano dei cannoni.
Le Peschiere
Dalle prime volte in cui ho cominciato ad immergermi in questa zona, ne sono rimasta molto colpita in quanto sotto la superficie dell’acqua visibili già nei primi metri ci sono i resti di peschiere appartenenti alla Villa di Lucullo, che a causa del bradisismo sono sommerse in circa due metri d’acqua, parziali mura perimetrali di ambienti scavati nel tufo, passaggi semisommersi che conducono in cisterne d’acqua misto al fascino di trovare su queste mura tante forme di vita bentoniche attecchite ed altre invece pelagiche.
Secoli di storia il mare custodisce in questi luoghi partenopei che lasciano un grande senso di stupore correlato alla voglia di continuare a scoprire questi tesori sommersi per portarli alla luce e mostrarli, attraverso la fotografia, a tutti coloro che in qualche modo ne restano affascinati.
I tunnel che fanno parte del promontorio di Miseno, su queste pareti ci sono diverse spugne ed alghe rosse del genere asparago marino.
Nudibranchi di piccoli e media grandezza del genere Umbraculum, Trapania, Felimare e Thuridilla.
Insenature con grottini partono dalla costa alta decine di metri nel quale è visibile la caratteristica colorazione del tufo giallo napoletano, seguendole con lo sguardo si arriva fino alla superficie dell’acqua ma continuando a guardale con una maschera, sotto la superficie dell’acqua, si nota il prolungamento di queste fondamenta rocciose per decine di metri sotto il livello del mare…Il vento continua a modellare questa costa che in certi tratti è completamente esposta al Golfo di Napoli, creando questi scenari molto caratteristici.
Le insenature
Tante sono le insenature di questa costa, alcune sono conche, altre sono aperture simili a tunnel aperti da entrambi i lati della costa, altre invece sono dei piccoli grottini chiusi.
Capo Miseno
Capo Miseno delimita il Golfo di Pozzuoli per estendersi al Golfo di Napoli ed un’autentica finestra sulle isole di Procida ed Ischia. Ha la caratteristica forma di un vulcano oramai spento è alto circa 160 metri su cui c’è il famoso faro bianco di Capo Miseno.
Proprio sotto il costone del faro, dal fondale si evidenzia un’intensa attività di piccole fumarole che grazie alla fortunosa giornata in cui ho effettuato queste foto nella quale l’acqua era molto limpida, ho potuto notare.
Lo scoglio dei cannoni, ha una bella caratteristica sotto la superficie dell’acqua ed anche su queste pareti non mancano le forme di vita.