Fuerteventura è un’isola vulcanica subtropicale che fa parte dell’arcipelago delle Canarie, ed è situata nell’Oceano Atlantico a 100 km di distanza dalla costa africana del Sahara Occidentale. Il suo clima, sempre mite e secco nel corso di tutto l’anno, è caratterizzato dalla presenza del vento (da cui deriva anche il nome), che soffia dal continente africano e trasporta la sabbia che forma le magnifiche e lunghissime spiagge di cui è famosa.
Il territorio, i paesaggi ed i piccoli paesi sono semplicemente fantastici e da visitare accuratamente tramite un’auto a noleggio. L’acqua del mare è freddina ed è caratterizzata da onde che aumentano di dimensioni durante il periodo invernale. Per queste ed il vento, particolarmente forte nella zona meridionale, Fuerteventura è il paradiso dei velisti e di chi pratica surf, windsurf e kite surf; le nuotate sono consigliate solo a chi è ben allenato e protetto da una muta.
Le zone turistiche sono principalmente tre: la più meridionale è la Costa Calma (un vero ossimoro…), con enormi spiagge, bellissime, ma molto vento; al centro, sulla costa orientale in prossimità dell’aeroporto vi è Caleta de Fuste, centrale per visitare l’isola ed un po’ più raffinata, dotata anche di un campo da golf. A nord la località più frequentata è Corralejo, una cittadina vera e propria di 13.000 abitanti, circondata da alberghi e nuove costruzioni con appartamenti in affitto. Vasta è anche la scelta di ristoranti e piccoli locali dove pranzare o passare le serate in compagnia.
A sud della città si trova il Parque Natural de las Dunas de Corralejo, una zona protetta dove le ampie spiagge si prolungano all’interno della costa formando delle dune da tipico deserto sahariano, dove vivono diverse specie di roditori, rettili ed uccelli. Se ci si addentra camminando sulle dune, perdendo di vista l’azzurro del mare, sembra di essere nel bel mezzo del deserto algerino.
Di fronte alla cittadina si intravede l’isola di Lanzarote, collegata con dei frequenti traghetti; in mezzo alle due, l’affascinante e disabitata isola di Los Lobos. Il suo nome deriva dal fatto che in passato l’isola era abitata da una colonia di leoni marini (lupi marini in spagnolo, “lobos de mar”), ovviamente cacciati ed eliminati dalla popolazione locale. Dal 1982 è diventata parco naturale ed è possibile visitarla tramite una mezz’ora di traghetto che parte da Corralejo. Nessuno vive sull’isola, ma ci sono ancora delle casette costruite prima della nascita del parco; i proprietari vengono in giornata per prendere il sole e fare un bel bagno al riparo dai venti, in una caletta che pare caraibica. Ci sono anche una piccola rivendita di bibite ed un umile ristorante per il flusso di turisti giornalieri.
La visita dell’isolotto, percorrendo i sentieri che lo attraversano, risulta particolarmente affascinante; è possibile salire sulla cima del vulcano per scoprire che la bocca è spezzata in due, e godere da qui una vista straordinaria su Los Lobos, Fuerteventura e Lanzarote. Proseguendo poi il percorso, si arriva al capo opposto dell’isola rispetto al molo, dove è presente un vecchio faro. Durante l’escursione, bisogna però porre grande attenzione: si cammina in un territorio desertico, con poco vento e nessun riparo dal sole cocente. Obbligatori quindi un cappello riparatore e molti liquidi da portare nello zaino. Il caldo e la sete qui non scherzano.
Le immersioni a Fuerteventura
A Fuerteventura le tre principali località turistiche offrono anche la possibilità di fare immersioni con l’ausilio di diving center attrezzati. Costa Calma è la meno indicata a causa dei fondali sabbiosi, delle onde e del vento; a Caleta de Fuste già la situazione migliora sia come qualità dell’immersione che della struttura: il vecchio diving inglese che decisamente peccava in organizzazione e sicurezza è stato infatti, e per fortuna, sostituito da dei nuovi gestori di origine germanica. A Corralejo infine le immersioni, che si effettuano principalmente nel canale fra Fuerteventura e Los Lobos, sono assolutamente sorprendenti.
Le Canarie sono famosissime, frequentate in questi ultimi anni da moltitudini di italiani che vi arrivano per passare le vacanze o addirittura il periodo della pensione (anche grazie a vari intelligenti sgravi fiscali); tutti comunque a caccia dell’eterna primavera / estate, del sole, delle spiagge, della gente, del cibo. Sono invece pochissimi gli italiani che qua sono venuti a fare immersioni, forse perché riviste e blog di subacquea le hanno sempre trascurate, oppure perché le forti correnti dell’Atlantico un po’ spaventano. Invece le immersioni nelle acque di queste isole, soprattutto se effettuate con un diving serio e preparato, sono davvero ottime e molto particolari.
Quali le principali caratteristiche? I fondali non sono mai particolarmente profondi, anzi le immersioni si fanno a profondità decisamente minori rispetto al nostro Mediterraneo; di solito si ha un fondo di sabbia dal quale emergono rocce, pinnacoli, funghi di lava nella quale si aprono piccole grotte. La temperatura dell’acqua si aggira tra i 20 ed i 22 gradi, non permettendo così la formazione della barriera corallina; ci sono però molti invertebrati e spugne e soprattutto un incredibile misto di pesce del mediterraneo con quello tropicale. È possibile così nuotare così in mezzo ad un branco di saraghi o vicino ad una cernia curiosa ma per nulla intimorita, per incontrare poi pesci pappagallo, pagliaccio, balestra od attraversare una nuvola fatta di centinaia di grunt fish (qui chiamati roncadores, per i grugniti della vescica natatoria una volta pescati). La visibilità: semplicemente eccezionale. La corrente: da lieve lieve a molto forte, ma sempre presente. Armatevi di pinne adatte.
A Corralejo c’è un ottimo diving gestito da un tedesco (che parla perfettamente italiano) ed un belga, che vivono qui da molti anni e conoscono alla perfezione fondali e correnti. Vista la bassa profondità delle immersioni, se si possiede il brevetto nitrox è possibile effettuarle in miscela per una maggiore sicurezza; come muta è consigliabile una semistagna, se vi piace stare caldi.
L’immersione più famosa di Fuerteventura si trova nel canale con Los Lobos e si chiama Bajon del Rio, fondo del fiume… ovviamente per la corrente, qui molto variabile. Si tratta di un pianoro di sabbia posto tra i 15 ed i 18 metri di profondità massima, dal quale si elevano tre formazioni di roccia vulcanica erose dal mare che ha dato loro la forma di un fungo. Qui si trovano animali conosciuti ed altri mai visti, in quantità e varietà incredibili.
Nella penombra delle rocce si trovano cernie, saraghi fasciati, orate, pesci balestra ed enormi carangidi chiamati “Jureles”. Sul fondo camminano i granchi freccia, usciti direttamente da un film di fantascienza, mentre sulla sabbia e sotto di essa si “nascondono” gli squali angelo (gli “angelote”), razze, aquile di mare anche di grandi dimensioni e le torpedini (sì, quelle elettriche). Negli anfratti della roccia è facile trovare murene verdi e tigre, mentre a mezz’acqua barracuda e ricciole inseguono gli enormi branchi di sardine. Una vera meraviglia: non si sono i coralli del Mar Rosso od i pesci delle Maldive, ma è impossibile rimanere delusi.
Oltretutto, finita l’immersione, un piatto di ottima paella innaffiato con del buon vino saprà certamente ristorare qualsiasi subacqueo dalle fatiche di questo magnifico sport, anche con la corrente dell’Oceano Atlantico.
Ho intenzione di andarci in marzo, covid permettendo. Il Diving di cui parli a Corralejo c’è ancora?
Si, il diving esiste ancora e uno dei titolari, Kristof, è sempre lì
È il punta amanay