Autore: Davide Corengia
Sabato mattina Alberto Buzio, Stefano Gallingani + Roberta, Mario Comi ed io ci dirigiamo in Svizzera: destinazione la Sorgente Bossi.
Da tempo aspettavo di tornare in questa grotta, ma la trafila che si deve fare per avere le chiavi mi aveva finora fermato.
Fortunatamente, Mario si prende carico di recuperare le chiavi, così va al Comune di Arogno dove le ottiene e firma per i permessi.
Con le macchine cariche di bombole e attrezzature speriamo di non essere fermati in dogana, scaricare e ricaricare tutto ci avrebbe fatto perdere un bel po’ di tempo!
Tutto fila liscio e verso le 11 siamo alla Bossi. L’ingresso della grotta si apre appena sotto una parete al bordo della strada che da Rovio sale verso Arogno.
Velocemente per scaldarci dalla bassa temperatura ( 3 gradi), scarichiamo le macchine e prepariamo le attrezzature.
Una volta pronte le sistemiamo nella vasca artificiale, creata per confluire l’acqua verso la condotta per la captazione.
Mario ed io tenteremo di arrivare a -90mt alla base del sifone dove poi la grotta inizia a risalire verso la parte aerea, esplorata da Luigi Casati e Jean Jacques Bolanz.
Stefano, prima volta alla Bossi, si presterà a darci una mano durante la decompressione e a prendere confidenza con i passaggi iniziali della grotta.
Mario si immerge in circuito aperto, mentre io utilizzo un rebreather Voyager a circuito chiuso meccanico; in più abbiamo con noi 5 bombole a testa,
che garantiranno una sufficiente scorta di gas per decompressione ed emergenza.
Decido di partire una decina di minuti prima di Mario, in modo da poter sistemare il filo e passare le prime strettoie con calma.
La visibilità è buona e la temperatura dell’acqua di ben 10° è una piacevole sorpresa, ce l’aspettavamo ben più fredda.
A -7mt lascio la prima bombola d’emergenza e, mentre termino i controlli sul mio circuito, aspetto Mario, che mi raggiunge poco dopo e lascia anche la sua bombola.
Con un po’ di fatica passiamo i punti più stretti e a -12mt dopo l’ultima strettoia la grotta ci da tregua e le dimensioni si fanno decisamente più comode.
Percorriamo una galleria triangolare di circa 3×3 mt, in netta discesa, a -21mt lasciamo 2 bombole e continuiamo fino a -36mt dove ne lasciamo un’altra.
Sbuchiamo in cima ad una sala e ci lasciamo cadere verso il suo fondo, raggiungendo i -50mt di profondità.
Alla sua base ci sono diversi massi di crollo, alcuni resi tondi dalla forza dell’acqua. Qui noto alcuni animaletti simili a piccoli crostacei che nuotano vicino alle pareti.
Li avevo già visto anche in Sovaglia, un’ altra risorgenza della zona.
Seguiamo poi in una galleria che curva decisa verso destra fino ad arrivare dopo pochi metri in un grosso ambiente impostato su frattura.
L’ambiente è molto alto tanto che non riusciamo ad illuminarne il soffitto.
Un gigantesco sasso incastrato ci obbliga ad andare sul fondo della frattura dove a -55mt c’è un passaggio che porta in una saletta: è la sala del bivio a -60mt.
Lasciamo l’ultima bombola, le altre due le teniamo con noi, e ci infiliamo in una lunga galleria che degrada lentamente fino -73mt. Arriviamo sull’orlo di un pozzetto
che scendiamo raggiungendo alla sua base i -80mt; qui l’ambiente comincia a farsi più piccolo e il fondo è pieno di sassi tondi completamente lavorati dalla forza dell’acqua.
Arriviamo così a -85mt dove inizia la strettoia di fondo. Mi volto verso Mario per cercare di capire se tentiamo di passare di là. Risposta affermativa.
Mi infilo sulla sinistra e senza troppa fatica supero il passaggio che scende fino -89mt; poco dopo sbuca anche Mario. Risaliamo fino -84mt, dove do uno sguardo all’ambiente che sembra diventare di grosse dimensioni.
Ma è il momento di rientrare…cominciamo così la lunga risalita recuperando le bombole lasciate sul percorso.
Dopo 46 minuti siamo a 21 mt, dove come da accordi arriva Stefano a controllare che tutto proceda bene a liberarci da un po’ di peso. Scattiamo qualche foto e lentamente ci avviciniamo all’uscita
rispettando gli obblighi decompressivi. Dopo 110 minuti siamo fuori. Il sole è entrato nella valletta e la temperatura esterna è decisamente migliorata.
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