Tra le numerose disgrazie della guerra, una grande ingiustizia è stata vissuta anche dal povero barone e banchiere francese Henri De Rotschild a cui è stato confiscato EROS, il lussuosissimo yacht di 65 metri e 1800 cavalli che aveva fatto costruire con tanta cura dei dettagli. Varato nel ’26 fu requisito e aggregato alla marina francese nel ’39, restituito ai proprietari per pochi mesi e nuovamente requisito per missioni diplomatiche. Venne poi catturato dai tedeschi nel ’42 che lo armarono pesantemente trasformandolo in cacciasommergibili ribattezzandolo UJ 2216.
In questo periodo la barca venne rinominata AD196 prima, Incompromise dopo per poi diventare definitivamente uno U Boot Jäger (caccia sommergibili).
L’UJ 2216 in questa nuova veste veniva ripulito dai saloni lussuosi e dallo sfarzo per lasciar posto principalmente a diversi pezzi di artiglieria antiaerea e lancia granate anti-sottomarini.
Una nuova vita per l’Eros, che sicuramente non gli aveva augurato il barone De Rotschild, lo vede impegnato sul fronte in diverse missioni nel mediterraneo che si conclusero con l’affondamento nel settembre del ’44 dopo una breve battaglia in mare proprio davanti a Sestri Levante. Quasi tutto l’equipaggio si salvò, con l’eccezione di 23 persone di cui 6 morti e 17 dispersi.
La storia di Eros, lo yacht con destino avverso, una barca superlusso da sessantacinque metri che in pochissimi si possono permettere anche ai giorni nostri, ci incuriosisce e decidiamo di andare a visitarne il relitto che ora giace su un fondale di circa 60 metri, un miglio al largo di Sestri Levante (GPS: 44° 15′ 856″ N – 09° 21′ 960″ E) oggi erroneamente meglio conosciuto come KT.
Il relitto è facilmente raggiungibile e dopo i preparativi comincia la discesa in una giornata solare, ottimale per illuminare anche un fondale di 60 metri. In pochi minuti cominciamo ad intravedere la sagoma della nave, sempre più vicina a noi, finché ci siamo sopra e ne cominciamo l’esplorazione.
Nonostante la sospensione limiti la visibilità si intravede benissimo la sagoma affusolata della nave. Dal ponte si alzano delle strutture metalliche che salgono per diversi metri e si alzano le mitragliatrici, ancora in posizione di tiro. Tra una rete e l’altra si intravedono anche altri cannoncini ma il tempo corre e non ne resta molto per restare sul relitto. Non resta nessuna traccia
del lussuoso Eros, solo il cadavere arrugginito del cacciasommergibili.
E’ decisamente triste vedere ora la carcassa di quello che poteva essere ancora uno splendido yacht, e se questo è uno dei mali minori della guerra, il pensiero va a tutte le persone che sono state costrette ad utilizzarlo per combattere, alcune delle quali qui vi hanno trovato la morte. Inutile dire che avremmo preferito restasse al barone e ai suoi eredi…
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