Dopo diversi giorni di sofferenza, il mare è finalmente calmo e decidiamo di andare ad immergerci sul relitto Equa che in queste condizioni possiamo raggiungere velocemente in mezz’ora.
GPS acceso, seguiamo le indicazioni per l’unico relitto indicato sulla mappa nella zona di RioMaggiore.
Relitto Equa: LATITUDINE 44° 03′ 40″ N, LONGITUDINE 09° 45′ 03″
E: questo ho scritto su un foglietto di carta come riferimento. Partiamo e 30 minuti dopo, quando ci dovremmo essere sopra, non vediamo alcun pedagno nei dintorni e ci rendiamo conto di essere effettivamente un po’ troppo lontani dalla costa. I pochi pescatori in zona non sanno aiutarci così, prima di rinunciare, chiamo l’amico Alberto K. che immagino possa essere a pesca nella zona, dove è solito recarsi nei week end in barca.
“Ciao Alberto, dove sei?” “in mare -risponde lui- vicino al Ferale, tu?” “Sto cercando l’Equa ma il GPS se l’è fumato” “Ti porto io!“.
E così dopo pochi minuti Alberto ci porta sul relitto, dove noi ci leghiamo al pedagno e lui a noi. Contento per aver trovato l’Equa, lo sono ancora di più per aver ritrovato un amico che non vedevo da parecchio tempo. Baci, abbracci, quattro chiacchiere e iniziano i preparativi.
La storia in sintesi: l’Equa dal 1944 giace sul fondale fangoso a circa 2 miglia dalla costa di RioMaggiore, in assetto di navigazione, perfettamente conservato e in parte coperto da reti da pesca che vi si sono incagliate. Nata come nave da passeggeri è stata poi armata come antisommergibili della Marina Militare fino al suo affondamento, il 10 giugno 1944, per investimento involontario da parte dell’UJ220 tedesco che l’ha ritenuta un’unità nemica. Da questo tragico momento riposa davanti alla costa Ligure a meno di 40 metri di profondità.
Ci siamo, ora dobbiamo solo sperare nella visibilità perché nelle 4 o 5 immersioni già effettuate non siamo mai riusciti a vedere più di un paio di metri. Dicono che sia una delle immersioni più belle della zona ma per noi resta un nebbioso ricordo di qualche lamiera in ambiente a visibilità zero.
Si scende e… l’incredibile ci strappa due grandi sorrisi: la visibilità è eccezionale. Scendiamo lungo la cima e dopo pochi metri appare intero, sotto di noi, il relitto dell’Equa. Siamo ad almeno 20-25 metri di distanza che colmiamo in pochi attimi per trovarci davanti alla prua della nave. Da qui la vista è incantevole e l’Equa non si nasconde come in passato ma si mostra a noi quasi interamente.
La prima cosa che ci colpisce è il bellissimo cannone ancora in posizione di sparo che raggiriamo più volte per poi proseguire lungo la murata di sinistra. Dal ponte entriamo in un corridoio che ci porta nel cuore della nave. Tra reti, lenze e cavi la penetrazione del relitto richiede molta attenzione ma merita l’impegno per lo spettacolo unico offerto dai giochi di luce e dalla fauna che fa rivivere il relitto.
Ci troviamo ancora a prua per accedere alla sala macchine, una zona anch’essa molto viva dove ad attenderci c’è un grosso grongo e un branco di castagnole.
La profondità non è eccessiva, siamo a meno di 40 metri e questo ci permette di prenderci tutto il tempo per fare qualche scatto in più.
Dopo un paio di manciate di minuti di fondo è ora di risalire e così facciamo, lentamente, con lo sguardo sempre rivolto al relitto che ci dispiace lasciare, consapevoli del fatto che passerà ancora molto tempo prima di poterlo rivedere così bene. Ma ci torneremo.
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buona sera bellissime le foto del relitto, complimenti a Marco, chiedo scusa per la mia precisazione, ma l’EQUA non è stata affondata il 10 giugno 1944. Ma fu affondata per speronamento dalla Uj2210 cacciasommergibili tedesco il 19 aprile 1944, anche perché la Uj2210 fu poi affondata il 28 maggio 1944, pertanto il 10 giugno non c’era piu’
trattasi di un errore di trascrizione sui registri navali.
Cordialmente Vi saluto
Claudio Grazioli