Con la storia del tesoro di Orosei una fantasia che molti subacquei condividono (sintetizzata dalla nostra immagine di apertura, una foto di repertorio) diventa realtà. In uno dei più importanti ritrovamenti archeologici della storia, i sommozzatori dei Carabinieri hanno riportato in superficie, nella zona del golfo di Orosei, un tesoro di suppellettili e monete databili fra il 1556 e il 1712.
Si pensa che i reperti siano stati persi da una nave spagnola naufragata dopo un urto con uno scoglio. Il fatto sarebbe avvenuto con molta probabilità intorno all’anno 1712.
In tutto 32 monete d’oro e 14 d’argento di origine spagnola, datate fra il 1556 e il 1712, sono state recuperate dai sommozzatori dei carabinieri del nucleo di Cagliari, con la partecipazione della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, nel golfo di Orosei.
Tra le monete la maggior parte è spagnola, coniata nelle colonie dell’impero, tre sono francesi e due di conio piemontese.
Il tesoro di Orosei scoperto da un turista tedesco
Il primo a vedere i reperti è stato, un anno fa, un turista tedesco che stava effettuando un’immersione e lo ha segnalato alle forze dell’ordine.
Oltre alle monete, i sub hanno recuperato anche un fodero di spada, alcune suppellettili, tre frammenti ceramici di anfore, un frammento di ceramica decorata con smalti e uno di metallo, tutti di presunta epoca romana. Un grosso timone, di quasi 5 metri, presumibilmente di una nave spagnola del XVII secolo è rimasto sul fondo.
Secondo la legge al fortunato scopritore spetta un quarto del valore dei beni ritrovati. E potrebbe trattarsi di una bella cifra, se è vero che alcune delle monete, in buono stato di conservazione, potrebbero valere fino a 200.000 euro.
Il nostro applauso al senso civico dello scopritore, che ha fatto quello che si dovrebbe fare sempre in casi del genere.