Autore: PierLuigi Da Rolt
Come ben ogni subacqueo sa, sott’acqua i colori scompaiono assorbiti dall’elemento liquido. L’acqua è un potente filtro nei riguardi della luce e già a pochi metri di profondità la scala cromatica si altera e il blu (il colore meno attenuato) la fa da padrone. Le forme appaiono come ombre e sembra di essere in un mondo irreale, ovattato e privo dei colori.
Ecco quindi la necessità di una fonte luminosa artificiale che dia la possibilità di ammirare tutte le meraviglie del mondo subacqueo nel loro reale e splendido cromatismo.
Quindi una fonte di luce aiuta a godere appieno di un’immersione e diventa importante non solo per le immersioni notturne o in ambienti particolari.
Ma come scegliere una torcia subacquea?
Come per tutte le varie attrezzature il mercato al giorno d’oggi mette a disposizione, anche nel campo dell’illuminazione subacquea, prodotti per tutte le esigenze e tutte le tasche. Il primo criterio di scelta quindi, vedrà prioritaria la tipologia delle immersioni che solitamente si svolgono e per le quali la fonte di luce verrà impiegata. Ben diverse infatti sono le necessità, sia per quanto riguarda l’autonomia che la potenza, di chi si immerge in grotta o su relitti rispetto a chi effettua solo immersioni in acqua libera.
Forse la prima caratteristica dell’illuminatore da scegliere è l’ampiezza del fascio luminoso. Alcune torce prevedono la regolazione del fascio in immersione, ma la maggior parte no. Un fascio troppo concentrato può non essere sufficiente a rendere onore ai colori di una parete e quindi limitare la godibilità della stessa. Per contro un fascio troppo ampio porrà dei sicuri limiti di potenza, quindi sarà limitativo nella contemplazione di quanto nascosto nei profondi buchi che tipicamente abbondano di fauna marina. Un consiglio sicuro è quello di orientarsi, in caso di semplici immersioni in acqua libera con lo scopo di osservazione del fondale, su torce che abbiano un raggio di luce abbastanza ampio in modo tale da consentire un’osservazione d’insiemi più spettacolare.
Altra caratteristica importante è il materiale di costruzione, la moderna produzione spazia dalle torce assemblate con materiali plastici, ai fari confezionati in involucri di metallo, solitamente in alluminio anodizzato. Senza dubbio queste ultime sono più resistenti e robuste, anche se non bisogna dimenticare che i moderni tecnopolimeri hanno raggiunto un grado di affidabilità e robustezza indiscutibilmente alto.
Le torce subacquee si dividono in due grandi famiglie, quelle classiche con pacco batterie, parabola e lampadine nello stesso involucro e quelle con il pacco batterie separato. Le prime sono più semplici e comode nel trasporto ma più impegnative nel brandeggio, le seconde, forse più specialistiche, hanno la caratteristica di avere delle teste illuminanti piccole e quindi di più facile manovrabilità, mentre gli accumulatori sono conservati in un canister a parte che viene portato o in cintura o agganciato alle bombole. E’ ovvio che a parità di potenza della lampadina, un pacco batterie separato potrà avere maggior autonomia, in quanto gli accumulatori potranno essere più grossi.
Nelle torce convenzionali, quelle cioè che prevedono l’alloggiamento di accumulatori e fonte luminosa nello stesso involucro, una cosa importante da valutare è l’impugnatura. Tenere un grosso illuminatore, magari anche negativo in acqua, per molto tempo può essere cosa stancante e impegnativa. Ovviamente le case produttrici optano per le più svariate soluzioni in base anche al modello della lampada ed al suo peso in acqua. Naturalmente il numero ed il tipo di accumulatori sarà sostanziale nel peso e nell’assetto della lampada, non è detto che un’illuminatore in alluminio anodizzato, sebbene magari più pesante di uno in tecnopolimeri, all’asciutto, in acqua sia più negativo. Le case produttrici dichiarano sempre l’assetto dei loro prodotti in acqua e questo particolare, unito a una prova di brandeggio a secco prima di acquisto, può dare un’idea di quanto faticoso sarà maneggiare l’articolo scelto in immersione e quindi aiutare il subacqueo in più oculato indirizzo.
Altro particolare molto importante e che può dare una più chiara idea su cosa si vuol comperare, è la fonte luminosa, cioè il tipo di illuminazione prevista.
Al giorno d’oggi la tecnologia mette a disposizione dei subacquei vari tipi di luci ognuno dei quali, naturalmente, ha dei pregi o dei difetti rispetto agli altri.
Le convenzionali lampadine alogene, sono ancora le preferite per la costruzione di illuminatori, perché sono adatte a qualsiasi tipo di immersione e maggiormente indicate per quelle diurne, dove con la loro luce calda e gialla svolgono molto bene il loro ruolo di esaltare i colori del mondo subacqueo. Quasi tutte le piccole torce di back up, quelle cioè destinate all’uso in caso di emergenza e di guasto della fonte luminosa principale, sono dotate di questo tipo di lampadina, sia per un fatto di resistenza che di facilità di sostituzione.
Poi ci sono le più moderne HID (High Intensity Discharge), o a scarica di gas. Questo tipo di lampadine è composto da un involucro contenente del gas che, con l’energia del pacco batterie, si incendia, insomma il corrispondente di un “neon” subacqueo. Il grosso vantaggio di queste lampadine è di avere un alto rendimento, ovvero fornire più luce assorbendo minore potenza. A titolo di esempio si può dire che una HID da 12W corrisponde, come resa, ad una alogena di 50W. Questo vantaggio consente, anche con grandi potenze, di avere delle autonomie notevoli senza bisogno di accumulatori esageratamente grossi. Le HID forniscono però una luce è bianca e molto fredda, di conseguenza, se usate in immersioni diurne, possono deludere alquanto il loro utilizzatore che non riuscirà ad avere la stessa resa cromatica che danno le più comuni alogene, la ragione sta nel fatto che, queste ultime, emettono una luce più somigliante, come colore, a quella del sole.. Torce specialistiche quindi, adatte a immersioni notturne o, ancor meglio, all’interno di grotte e relitti dove, la loro grande potenza e capacità di penetrazione, legate alla notevole autonomia, le rendono quasi insostituibili e tra le preferite. Attenzione però, il difetto forse più grosso di questo sistema illuminante, è la delicatezza delle lampadine. Gli urti sono il loro peggior nemico e l’attenzione nel brandeggiarle deve essere sempre costante.
La moderna tecnologia ha reso possibile l’utilizzo, anche nel ramo subacqueo, di una fonte luminosa alquanto innovativa, il LED (Light Emitting Diode). Attualmente in commercio si trovano questi tipi di illuminatori provvisti di varie potenze, dettate dal numero di LED inseriti nelle loro parabole. Anche in questo caso i consumi sono veramente ridotti tanto che, molte case produttrici, non prevedono neppure, nelle loro lampade a LED, degli accumulatori ricaricabili, affidando la produzione dell’energia necessaria, a delle semplici pile usa e getta. Una torcia a LED è l’espressione massima, forse, della robustezza e della longevità. I LED non temono urti e sono praticamente eterni. Anche con questo tipo di illuminazione la luce è forte ma fredda, pertanto il l’utilizzo di illuminatori a LED è forse più indicato nelle stesse condizioni consigliate per le HID.
PierLuigi Da Rolt (OLDSHARK)
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