Il ruolo dell’ego nelle immersioni tecniche: comprensione e sfatare i miti
Un blog che ho letto puntava il dito contro il nostro ego, responsabile di molti incidenti in immersione tecnica ed in generale nella subacquea.
Purtroppo i miei commenti non sono stati approvati dal moderatore. Come scienziato e psicologo forse ho un atteggiamento troppo pignolo nella scelta dei termini per descrivere pensieri, emozioni e comportamenti umani, ma l’ego non è assolutamente quello che intende l’autore del blog.
Ego si riferisce a noi stessi, all’opinione che abbiamo di noi stessi. È quello che emerge dai nostri pensieri, emozioni e comportamenti. Un ego arrogante, autoritario, inadatto, megalomane può dare luogo sovente a comportamenti sbagliati; ma avere un grande ego, a parte le deviazioni appena viste, non è di per sé un problema, al contrario.
Concentrazione sull’obiettivo vs. ego, esiste veramente un dualismo?
La ricerca in psicologia di solito mette l’ego e la capacità di concentrarsi su un obiettivo in un continuum, parlando di stile motivazionale. Gli insegnanti di psicologia dell’ultimo decennio, che è quando la maggior parte dei sistemi di educazione subacquea sono nati, hanno dimostrato che in ogni metodo di insegnamento concentrarsi su un obiettivo porta a risultati positivi. L’allievo è più motivato dalla soddisfazione del compito eseguito che da ricompense che soddisfano l’ego (soldi, stato sociale). Il difetto di molta ricerca è che lo studente è classificato o come concentrato sull’obiettivo o sull’ego, e non sono prese in considerazione persone molto concentrate sia sull’obiettivo che sull’ego, o al contrario poco o niente motivate su entrambi i fronti.
Migliori esecutori ed il loro ego: il segreto del successo nelle immersioni tecniche
La mia ricerca e la mia pratica evidenziano che i migliori esecutori in qualsiasi campo sono individui molto concentrati sia sull’obiettivo che sull’ego – che non si limitano a imparare ma vogliono realizzare un successo, evitare il fallimento e massimizzare il loro potenziale. Sono fermamente convinto che nel lavoro come nell’immersione possiamo facilmente distinguere persone molto motivate e persone che non riusciremmo a motivare nemmeno con un vecchio buon calcio in culo!
Ma, colpo di scena: la concentrazione sia sul compito da eseguire che sull’ego possono essere guidate internamente o esternamente. Chi agisce alla ricerca di una soddisfazione esterna al proprio ego ama i miglioramenti del proprio status, i riconoscimenti, i premi, gode per i complimenti. A chi è guidato dal proprio ego interno spesso non importano queste cose, non le cerca – il suo giudizio vale di più. Le persone dotate di un forte ego guidato sia esternamente che internamente ricercheranno come prova del loro successo le vittorie (contrapposte alle sconfitte), i riscontri o i risultati delle loro performance, le immersioni fatte.
Più grande è l’ego, interno o esterno, meglio è; maggiore è il livello di concentrazione sull’obiettivo, meglio è. Avere tutti e due, fantastico.
Allora dove ha sbagliato l’autore del blog? Ha confuso ego con arroganza, con presunzione, con incapacità di valutare in modo realistico le proprie capacità.
Superare l’arroganza e sviluppare una mentalità focalizzata
Lavoro molto con persone di successo nello sport come nel business, e tutti hanno alti livelli di ego o di concentrazione sull’obiettivo. Circa 1/3 di loro ha necessità di realizzare. Gli altri, io incluso, sono terrorizzati dall’idea di fallire.
Perché? Perché abbiamo un ego smisurato e molta fiducia in noi stessi, ben riposta grazie alle nostre abilità. Un eventuale fallimento, non solo non farebbe vacillare il nostro ego, lo danneggerebbe e eroderebbe la fiducia in noi stessi. Per questo siamo così meticolosi e attenti a non fallire. Ci impegniamo dove altri si arrenderebbero. Questo non è il tipo di approccio del subacqueo arrogante e presuntuoso, ad alto rischio di incidente.
Per arrivare al punto, cos’è nei nostri atteggiamenti di subacquei che ci rende pericolosi per noi stessi? Semplicemente è un fatto di percezione della realtà. I subacquei a rischio sono quelli che credono di avere abilità, preparazione ed esperienza a sufficienza per fare immersioni che sono in realtà oltre i loro limiti. Questa è arroganza, non ego. Questa è presunzione, non ego. Questa è illusione, o, ancora peggio, condizionamento del gruppo.
L’equilibrio tra fiducia in sé stessi e consapevolezza dei limiti nelle immersioni tecniche
Come possiamo contrastare questa tendenza? Attraverso feedback onesti, o attraverso una realistica autovalutazione. Molte fonti ci possono fornire prove oggettive: istruttori, compagni di immersione, riprese video, il confronto tra le immersioni fatte e il dive plan. Non facciamoci ingannare da chi ci dice che siamo meglio di quello che sappiamo di essere.
Per evitare lo stress e la spirale del panico quando qualcosa va storto in immersione ci vuole un pensiero freddo e fiducioso nei propri mezzi. Un ego grande accoppiato con una forte concentrazione sull’obiettivo è una risorsa enorme, sarà la cosa che più probabilmente ci manterrà in vita.
L’ego come risorsa: come utilizzarlo in modo positivo nella subacquea
In certi ambienti mostrare di avere un grande ego, mostrarsi molto fiducioso in sé stesso, potrebbe essere giudicato un comportamento anti sociale. Penso che possiate mostrarvi come siete senza fare la figura dell’idiota, ma in tutti i casi è meglio un idiota vivo che un bravo ragazzo morto, e illuso sulle sue reali capacità.
Immergetevi in sicurezza, con consapevolezza e onestà.
Articolo originale pubblicato su X-ray Magazine N.78
Foto Andrey Bizyukin
Traduzione a cura di Massimo Boyer
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