Autore: Raffaele Ferroni
Autore Foto: Amedeo Borzaga
Un normalissimo Lunedì, precisamente il 13 gennaio di quest’anno, il pomeriggio non lavoravo e così ho ben pensato di andarmi a fare un tuffo nel Lago di Garda a poco più di un centinaio di chilometri da casa mia; inizio un giro di telefonate per cercare qualcuno che sia libero ed abbia voglia di farsi un immersione e dopo aver contattato quattro o forse cinque di quei “pigroni” dei miei amici, ed essermi sentito dire vari “ma no, ma con sto freddo, ecc.” accordo con Andrea che ci saremmo trovati al casello dell’autostrada alle 16.00 circa.
Perfetto! Se non fosse che in quel periodo d’inverno la luce del giorno svanisce poco dopo le 15.30 dietro i monti che circondano la parte nord del Lago; ma dov’è il problema, ne abbiamo fatte tante di notturne, allora ok, alle 16.00 ci incontriamo al casello di “Trento Centro” e partiamo alla volta del Garda, in macchina siamo in tre, è venuto anche Amedeo, altro amico sub, ed in macchina discutiamo sul dove andare.
I posti raggiungibili in poco tempo non sono tanti, la tentazione di fare una puntatina profonda da parte mia c’era e così si pensava alla parete di Calcarolle, splendida parete con sotto un fondale che in alcuni punti supera di parecchio i cento metri, Andrea sembrava quasi d’accordo, ma Amedeo ci riporta subito sulla retta via ricordandoci che nelle bombole abbiamo aria compressa e che lui ha con se solo un monobombola da 15 litri. Ok, allora facciamo qualcosa di più tranquillo, perché non andiamo a farci un giretto sul relitto del Delsy?! aggiudicato.
Il relitto giace in posizione di navigazione su un fondale attorno ai 38 metri di profondità, si tratta di un motopeschereccio di ferro, affondato una decina di anni fa per cause non note mentre era ormeggiato, dalla profondità di 20 metri circa dove ha battuto a seguito dell’affondamento ha scavato un grosso solco nel fango scivolando all’indietro lentamente, giungendo fin dove si trova oggi, e da dove probabilmente non si sposterà più poiché li ha inizio un pianoro che ha bloccato la sua corsa verso gli abissi del Lago.
Due sono i modi per trovarlo, la discesa lungo una catena che parte quasi dalla riva ed è stesa lungo il declivio del fondale, oppure una discesa in verticale lungo una cima che “cade” vicino alla prua dello scafo, per poter fruire della seconda soluzione però bisogna farsi una nuotata in superficie fino ad una boa di colore blu che dalla riva si nota appena; noi optiamo per questa seconda alternativa poiché scendendo lungo il fondale rischieremmo di alzare un po’ di sospensione a causa del sedimento molto leggero che lo compone, con il risultato che poi ci cadrebbe con tutta probabilità proprio sul relitto rovinando così la possibilità di fare qualche scatto….
Giunti alla boa prendiamo fiato e dopo poco inizia la picchiata verso il fondo stando attenti a fermarci qualche metro prima di batterci sopra, onde evitare di alzare un gran polverone.
Eccolo li il Delsy, chiamato da alcuni “Roma” oppure semplicemente “Il Relitto di Malcesine”, comunque lo chiamiamo lui è li da molto ormai, che dorme adagiato sul fondo offrendosi da tana ad una grossa Bottatrice, la quale dimora nel boccaporto di poppa vicino all’invertitore in attesa di uscire per trovare qualcosa da mangiare nei dintorni.
La visibilità è ottima, anche grazie al freddo che tiene l’acqua ad una temperatura di sette gradi centigradi circa, e l’aria fuori a circa zero, ma la nostra bottatrice oggi non ha nessuna voglia di farsi fotografare e non si fa trovare in casa, pazienza, vorrà dire che i soggetti delle foto di Andrea saremo io ed Amedeo.
Visto che mi sono portato dietro anche un monobombola da 10 litri agganciato ad un fianco approfitto per fare qualche esercizio del tipo “togli e metti”, “ci passo o non ci passo”, in previsione di una spedizione su un relitto parecchio più profondo ed impegnativo. Dopo una cinquantina di minuti, deco compresa, ritroviamo la superficie, il buio ci avvolge e dal Lago possiamo vedere lo spettacolo offerto dalle luci del paese che si riflettono sulla sua riva, verso la quale ci aspetta una bella nuotata. Insomma, ho voluto descrivere a tutti una delle tante cose che si possono trovare anche sul fondo di un Lago, raggiungibile dalla riva ed alla portata quasi di tutti, una sola raccomandazione: se ci andate rispettate il vecchio Delsy come già lo rispettiamo tutti noi, non sarà ricoperto di coralli ma è pur sempre un patrimonio subacqueo, dove tanti istruttori possono portare gli allievi dei corsi avanzati o molti sub possono andare a divertirsi ed allenarsi senza dover aspettare le vacanze o che qualcuno li accompagni con una barca.
Raffaele Ferroni.