Si è aperto il dibattito sul destino del gasometro di Genova Campi: il cilindrone un po’ arruggginito che domina la Val Polcevera, nei pressi del viadotto autostradale. Dismesso negli anni ’80 del ‘900, la sua demolizione era già stata decisa a marzo 2020, ma lo ha salvato lo stop imposto a tutti i cantieri per l’emergenza coronavirus, e ora la Soprintendenza ha posto il suo vincolo, come testimonianza viva del passato industriale. Un monumento di archeologia industriale, che ha caratterizzato dagli anni ‘40 del secolo scorso lo skyline alla foce del Polcevera, vicino allo storico stabilimento di Ansaldo Energia. Alto 72 m, un diametro di 54 m, a pianta poligonale con 20 lati, una capacità di 100.000 m3, e un peso di 800 tonnellate, è costruito con una delle tecnologie più diffuse nel settore, il sistema M.A.N., che prevede l’unione tramite chiodatura di lamiere piegate e assemblate in cantiere.
Soprattutto dalla Germania vengono numerosi esempi di antichi gasometri recuperati come spazi espositivi, musei, hotel. Il gasometro di Duisburg nord, 13 m di altezza per 45 di diametro, è stato trasformato nel 1993 in vasca per immersioni. I subacquei possono immergersi fino a 13 m, esplorando una scogliera artificiale, un relitto e altri oggetti sommersi
Insomma, per quanto possano sembrare difficilmente integrabili in un area urbana, altrove le forme cilindriche dei grandi gasometri sono state recuperate e di fatto integrate nel nuovo paesaggio urbano, come testimonianza della rivoluzione industriale, trovandogli degli utilizzi anche molto diversi.
Che fine farà il gasometro di Genova Campi? Entro aprile la decisione finale.