Paralenz, l’azienda danese, produttrice di videocamere subacquee ha dichiarato fallimento nel 2022.
Abbiamo conosciuto Paralenz qualche anno fa a Copenaghen quando siamo andati in Danimarca a visitare questa azienda danese che nel 2017 presentava la prima videocamera studiata appositamente per il mercato della subacquea.
Per diverse immersioni abbiamo utilizzato vari modelli di Paralenz apprezzandone la semplicità di utilizzo e la compattezza, montandole anche comodamente sulla maschera e portandola con noi a diverse profondità.
Paralenz dal primo modello ha fatto un altro passo in avanti fino all’uscita della seconda generazione di Vaquita.
Le nostre impressioni su Paralenz Vaquita
Il kit comprende la videocamera, il cavetto USB, clip mount universale, il lacciolo, ed un sacchetto di protezione a cui abbiamo aggiunto altri accessori, tra cui un supporto per maschera e l’asta di prolunga telescopica di 180 cm.
Vaquita si percepisce al tatto come robusta e compatta. A leggerne le caratteristiche si può apprezzare il concentrato di tecnologia racchiuso in questo cilindretto di 12 x 4 cm dove nell’elettronica sono attivi sensori GPS, pressione, conducibilità , temperatura, accelerometro e giroscopio e microfono.
Abbiamo scelto di provarla con e senza luci aggiuntive in modo da poterne verificare il funzionamento del DCC, o meglio dell’auto-DCC (Depth-Controlled Color Correction), la correzione del colore intelligente che regola automaticamente il bilanciamento del bianco rispetto alla profondità di immersione. Abbiamo mantenuto sempre attivo il DCC apprezzandone il funzionamento. Questo ci ha permesso di scendere con un kit estremamente leggero, senza dover ricorrere a luci addizionali. Solo durante le immersioni notturne abbiamo disattivato il DCC per avere i colori naturali restituiti dalle torce subacquee.
Il DCC ha sempre fatto ottimamente il suo lavoro rendendo più naturali i colori annullati dalla profondità.
La ghiera di comando è ben studiata e ha una dimensione maggiore di quella della sorellina Paralenz, il che la rende molto comodamente controllabile anche con i guanti.
Il display OLED di quasi un pollice permette di avere sempre sotto controllo le impostazioni e la scena di ripresa.
Vaquita vs GoPro: Davide vs Golia
Paralenz si è pone come un prodotto originale che si affianca alle action-cam e alle videocamere subacquee. Potrebbe venire spontaneo un paragone con GoPro ma si tratta di due soluzioni completamente diverse. Ricordiamo che Vaquita è nativa subacquea mentre GoPro è adattata alla subacquea e se ci si vuole spingere in profondità è necessario portarsi un corredo di custodia, filtri, luci e braccetti.
Con il software di bilanciamento automatico del colore Paralenz non ha bisogno di filtri.
Paralenz dichiara fallimento
L’azienda danese, che contava 39 dipendenti, è stata messa in liquidazione il 18 ottobre 2022.
Perché è fallita Paralenz?
Purtroppo, nonostante gli anni di collaborazione, non siamo stati avvisati di alcun problema da parte di Paralenz e abbiamo appreso del fallimento solo quando le e-mail hanno iniziato a tornarci indietro.
La prima fotocamera – originariamente chiamata “Octospot” – è stata lanciata come progetto finanziato su Kickstarter nel luglio 2016, dove ha raggiunto il suo obiettivo di finanziamento in meno di 10 ore, prima di essere portata sul mercato alla fine del 2017.
Tutto troppo veloce forse per un prodotto, tecnologico, che ha costi di sviluppo enormi per un mercato forse troppo piccolo, veloce e difficile.
Le possibili cause del fallimento
Non avendo più avuto possibilità di un confronto diretto possiamo solo immaginare le possibili cause del fallimento:
- Mercato sovrastimato: i praticanti subacquea a livello mondiale sono una nicchia molto ristretta, esigente e frammentata
- Posizionamento di prezzo: il costo di una Paralenz è sempre stato di gran lunga superiore a quello di GoPro e nemmeno paragonabile ai modelli cinesi emergenti di pur buona qualità
- Modello di business: dopo aver cercato la vendita diretta, probabilmente con scarsi risultati, Paralenz ha tentato il noleggio tramite centri specializzati selezionati con possibile enorme dispendio di energie e risorse
- Comunicazione: Paralenz non è riuscita a far percepire i plus di prodotto come avrebbe dovuto, sicuramente a cause di limitati investimenti in comunicazione
- Progetto: pur con molti pregi di prodotto, non sono mancati aspetti che ne hanno limitato la vendita come, per esempio, le ridottissime dimensioni del display da un pollice
- Costi di aggiornamento: in termini di prodotto Paralenz ha sempre dovuto rincorrere aggiornamenti tecnologici necessari per essere competitivi ai quali si sono affiancati altrettanto necessari sviluppi software per l’app proprietaria di gestione della camera
Dispiace vedere ancora una volta un fallimento in un settore molto difficile che lascia poco spazio allo sviluppo di progetti pur molto interessanti come Paralenz.