Già da diverso tempo (ormai da anni, in realtà) si sta facendo strada l’orientamento di incoraggiare, già dai corsi di primo livello, l’insegnamento e il conseguente apprendimento delle abilità subacquee fondamentali (skill) in posizione di immersione.
Da parte mia sono un animato sostenitore di questo orientamento, e qui di seguito vi spiego perché.
Skill in posizione di immersione. Innanzitutto “posizione di immersione” non significa, come molti pensano, raggiungimento dell’assetto neutro fin dalla prima sessione di addestramento, bensì semplicemente posizione orizzontale. Le prime abilità possono comodamente essere dimostrate ed eseguite in assetto leggermente negativo, con la punta delle pinne e la pancia o le mani a leggero contatto con il fondale. Ben presto poi, eseguendo skill legate all’assetto quali il controllo della respirazione e gonfiaggio del GAV a bocca, gli studenti saranno in grado di mantenere una posizione neutra e orizzontale.
Un assetto leggermente negativo, soprattutto nella fase iniziale, offre agli studenti il vantaggio di esercitarsi in una posizione più realistica mantenendo tuttavia il fondale come punto di riferimento visivo ma anche tattile, in caso di perdita di equilibrio. In effetti, non c’è alcun problema a mantenere una posizione inginocchiata quando ci si trova nelle tranquille acque della piscina di un resort. Ma quando ci si deve esercitare in bacino confinato naturale, magari con mare mosso, per gli studenti sarà sicuramente più facile mantenere l’equilibrio riducendo la resistenza al moto ondoso mantenendosi in posizione orizzontale, con la punta delle pinne a contatto con il fondale, e perché no aiutandosi anche con le mani, in modo da non venire spinti via dalle onde come accade solitamente quando ci si posiziona sulle ginocchia.
Proprio in considerazione di quanto appena descritto non vedo particolari problemi nella gestione della ratio dei corsi, in quanto gli studenti, in posizione orizzontale, saranno più compatti e stabili, e quindi anche più facilmente gestibili.
Un altro vantaggio essenziale di apprendere le skill in posizione di immersione è sicuramente che gli studenti, ripetendo le abilità subacquee nelle sessioni in acqua libera, saranno già abituati a mantenersi in posizione orizzontale e non tenderanno a ricercare la posizione verticale durante l’esecuzione degli esercizi. Per esperienza, vedo che questo vantaggio la maggior parte delle volte è già visibile anche durante semplici DSD e battesimi, nel passaggio da bacino delimitato a acqua libera.
Molto spesso, una delle obiezioni sollevate dagli istruttori (più o meno pigri) nei confronti dell’insegnamento in posizione di immersione è il maggiore dispendio, in termini di tempo ed energie, che questo richiederebbe, soprattutto in località turistiche tropicali dove gli studenti hanno poco tempo a disposizione per terminare i corsi. In realtà io non vedo alcun problema in merito, se non la mancanza di impostazione del lavoro da parte degli istruttori stessi: gli studenti, che non hanno mai eseguito le abilità prima in vita loro, sono molto flessibili e sicuramente noteranno poca differenza iniziale nello svolgimento degli esercizi, sia che si posizionino in ginocchio o con la pancia sul fondo.
Certamente molto dipende anche dal tipo di formazione ricevuta dagli istruttori durante il loro corso professionale: molti di loro che hanno imparato a eseguire le skill sulle ginocchia troveranno infatti sicuramente scomodo e artificioso doverle dimostrare in assetto neutro, semplicemente perché non sono mai stati formati a farlo correttamente. La sequenza dimostrativa di alcune abilità in effetti cambia drasticamente in base alla posizione scelta (si pensi ad esempio alla rimozione e riposizionamento del GAV o del sistema di zavorra).
Alcune considerazioni finali sulle Skill in posizione di immersione:
- poiché gli standard di addestramento delle agenzie principali non impongono (ancora) una determinata posizione di insegnamento, l’istruttore deve essere intelligente abbastanza da “leggere” i suoi studenti e scegliere la posizione di apprendimento che meglio si adatta alle loro capacità acquatiche, in modo da far terminare loro il corso con successo, divertendosi e senza stress;
- l’ambiente acquatico di svolgimento del corso gioca un ruolo fondamentale nella scelta della posizione. Dover svolgere una sessione a margine di un reef corallino in una piattaforma di sabbia dal perimetro 3m x 3m sicuramente non ci consentirà di dimostrare poggiando la pancia sul fondo, quindi si dovrà per forza di cose optare per una posizione in ginocchio. Questo è soprattutto valido soprattutto per la gestione di battesimi e DSD in destinazioni turistiche tropicali dove si corre il rischio di danneggiare l’ambiente circostante.
Quando scrivi che gli standard di addestramento delle principali agenzie non impongono una posizione di insegnamento non è corretto, la nostra agenzia didattica già da qualche anno impone agli istruttori di dimostrare tutti gli skills in assetto e trim.
Ciao Gabriele, non conosco gli standard RAID, ma ho avuto esperienze con PADI, SSI e CMAS e queste 3 didattiche ad oggi, pur fornendo delle raccomandazioni, non impongonno una posizione rispetto all’altra.