14 novembre 1916. La nave a vapore francese Burdigala, costruita in Germania e precedentemente registrata come Kaiser Friedrich, convertita in ausiliaria per operazioni di guerra, durante la navigazione da Salonicco verso Tolouse, salta in aria su una mina tedesca nello stretto di Kea. Giace su un fondale di 68 m di profondità, accanto a un aereo tedesco della seconda guerra mondiale, un Junker 52.
21 novembre 1916. La nave passeggeri Britannic, la sorella del Titanic e la più grande nave passeggeri della sua epoca, convertita in nave ospedale per le esigenze della guerra mentre attraversa lo stretto di Kea diretta al porto greco di Moudros, isola di Limnos, salta a sua volta su una mina e affonda in meno di un’ora. A bordo c’erano circa 1200 uomini, tra membri dell’equipaggio, ufficiali medici, infermiere, e per fortuna non c’erano feriti, la nave stava andando a caricarli per trasferirli in Inghilterra. Morirono in 30 nel naufragio, che ha portato la nave a giacere su un fondale di 120 m.
E siamo ai giorni nostri
Settembre/Ottobre 2016. Un gruppo internazionale di subacquei tecnici si immerge su entrambi i relitti, deponendovi due targhe commemorativa a nome della municipalità di Kea, degli amici di Kea e della Regione del Sud Egeo. È il momento più alto di una 3 giorni di celebrazione per i 100 anni dei relitti di Kea, durante la quale illustri ospiti internazionali si sono alternati sul palco per parlare di relitti, di subacquea, di turismo.
Kea è una meta turistica non molto conosciuta in Italia, almeno quando facciamo il paragone con isole come Santorini o Mykonos, ma è in forte ascesa soprattutto per quanto riguarda il turismo subacqueo. Il governo ellenico ha sempre avuto una politica molto conservativa nei confronti delle immersioni, preferendo vietare piuttosto che dover affrontare il problema di contrastare la depredazione dei beni archeologici. E una legge greca protegge allo stesso modo i relitti dell’antichità classica come quelli di epoca più moderna.
Ma qualcosa sta cambiando. La Grecia si è decisa a seguire le nuove tendenze, e cerca di adeguarsi all’esempio di altre nazioni mediterranee come Malta e la Croazia. Kea è aperta alle immersioni subacquee dal 2006, e ha appena avanzato la proposta di dedicare un museo subacqueo alle visite dei relitti che le sue acque custodiscono. Ai due già citati dobbiamo aggiungere il Patrìs, nave a vapore affondata nel 1860, spezzata in due tronconi, di cui il più profondo (55 m) esibisce ancora la struttura della grande ruota laterale usata a quei tempi per la propulsione. Se la proposta sarà accolta in sede governativa sarà possibile visitare senza troppe lungaggini burocratiche queste importanti testimonianze storiche. Unica condizione, ovviamente, quella di avere un brevetto che certifichi la possibilità di compiere immersioni così impegnative. Altrimenti resta la possibilità di una visita in sottomarino, a costi ovviamente superiori.
Prossimamente su ScubaZone un approfondimento sui relitti di Kea.
Kudalaut viaggi collabora con Kea Divers per offrire una serie di programmi che includono la permanenza in strutture di vario livello e immersioni in un mare limpidissimo.