Malcesine “La Perla del Lago di Garda” e lo scrigno di particolari immersioni. Tra questi il relitto cosiddetto del “Viking”, un barcone in stile veneziano dei primi del ‘900, adagiata in assetto di navigazione, a 48 metri di profondità nella baia della Val di Sogno.
Perché ci immergiamo al lago di Garda
Molte volte mi sento dire: “…ma cosa ti immergi a fare nel lago, non c’è niente…e poi che freddo, che buio e che paura…”. Cerco tutte le volte di spiegare la vita lacustre, i vari pesci che si vedono e che si lasciano osservare e fotografare, cerco di spiegare che in alcuni periodi l’acqua del lago è talmente limpida che sembra di essere al mare e che in altri periodi c’è talmente tanto pesce da esserne avvolti.
L’unica cosa che questi periodi purtroppo non coincidono, perché di inverno l’acqua è limpidissima e fredda, la temperatura scende a 8°/9°C, ma c’è poco pesce, se non qualche banco di persici, mentre in estate quando la temperatura è piacevole, soprattutto nei primi 15/20 metri, c’è tantissimo pesce però la visibilità è molto ridotta, comunque tutte cose che per gli appassionati come noi sono affrontate con entusiasmo e, guidati dalla nostra passione per questa attività, ci immergiamo nel “nostro” lago tutto l’anno.
Il Garda è il maggiore bacino lacustre d’Italia, bagna 3 regioni, Trentino, Veneto e Lombardia, ha una superficie di 370 kmq e una profondità massima di 346 metri. Luogo turistico molto apprezzato a livello internazionale con dei paesini molto caratteristici e luoghi incantevoli da visitare e apprezzare per la loro storia e le loro tradizioni.
Il paese di Malcesine, il più a nord della costa veronese del lago, è conosciuto come “La perla del Garda”, offre escursioni oltre che sulle rive del lago, anche sul monte che la sovrasta, il Baldo. Una funivia che porta direttamente dal paese ai 2000 metri della cima, dà la possibilità di ammirare la bellezza di questa località dall’alto con viste mozzafiato.
I punti di immersione a Malcesine
Oltre che la perla del lago per me Malcesine è anche lo scrigno di punti di immersione fra i più belli del lago, le “Macchine”, il relitto di Navene, il relitto Roma, Assenza, la secca del Trimellone, il “Viking” e tanti altri.
Appena prima di Malcesine, in direzione Nord, in località “Val di Sogno”, una bellissima baia chiusa a nord dall’isola del Sogno, raggiungibile a piedi, è il punto di ingresso di una immersione molto suggestiva, su un relitto conosciuto come “Viking”, a causa della prua che, ai primi subacquei che l’hanno individuato, ha ricordato una nave dell’antico popolo nordico.
Viking, barcone in stile veneziano dei primi del ‘900 sul fondo del Garda
Il nome del relitto è ingannevole, non si tratta come si potrebbe pensare, di una nave vichinga ma di un barcone in stile veneziano, dei primi del ‘900, usata per trasporto merci tra le varie località sulle sponde del lago.
A Malcesine, in passato, esisteva la “Cava di pietre di Val di Sogno”, dalla quale si inviavano le pietre ai vari paesi che ne facevano richiesta, soprattutto nella zona bassa del lago, in località come Peschiera, Desenzano, Manerba, con i sassi provenienti dalla Val di Sogno, si costruivano moli, sponde, camminamenti. Il Genio Civile richiedeva le pietre di Malcesine per organizzare e finanziare grandi e piccole opere idrauliche.
La navigazione da una parte all’altra del lago era molto intensa, poi sostituita dal trasporto su gomma, le improvvise tempeste, che ancora oggi imperversano improvvisamente, con forti venti e alte onde, hanno nel tempo causato molti incidenti e naufragi da nord a sud e tuttora si scoprono relitti di barche affondate nelle varie epoche, anche a notevoli profondità.
Sulla causa dell’affondamento del “Viking” ci sono diverse teorie, dall’affondamento per cause atmosferiche, all’incendio. La cosa certa è che, sul fasciame, sono ancora visibili i segni lasciati dalle fiamme.
L’immersione sul Viking al lago di Garda
Una fredda domenica mattina di dicembre, con Luca Leati esperto conoscitore di questi luoghi, Massimo Merlotti appassionato video operatore, Elvio Pasquali e Alberto Tagliati, ci siamo trovati in val di Sogno per immergerci sul relitto.
Io con Alberto eravamo in circuito chiuso, con diluente 21/35, gli altri in (circuito) aperto, con configurazione tecnica, bibombola e 2 decompressive.
Raggiunto il relitto, la visibilità purtroppo non era delle migliori, ho pensato di scattare qualche foto in luce ambiente sfruttando la luce dei fari di Massimo, dopodiché mi sono avvicinato a mia volta ai resti del barcone e ho scattato ancora utilizzando la luce dei miei due flash. Arrivando abbiamo disturbato una grossa anguilla che ha pensato bene di fuggir via lasciandoci però ad ammirare i suoi movimenti sinuosi.
Nell’affondare la barca si è spezzata in due, la poppa si è staccata e probabilmente giace a profondità superiori, la prua picchiando sul fondale si è deformata e parzialmente curvata verso l’alto, dando al relitto quella forma che fa pensare ad una nave vichinga, all’interno si può ancora osservare qualche resto del carico e, come dicevo prima, il fasciame presenta segni di bruciature che sembrerebbero avvalorare la teoria dell’incendio.
Il tempo scorre velocemente, ci dispiace lasciare queste profondità e la visione di questa antica barca che avrà, chissà per quanto tempo, navigato il nostro lago in lungo e in largo, ma dobbiamo risalire e affrontare la decompressione accumulata per ritornare in sicurezza sulla terraferma, anche se la nostra mente sicuramente ritornerà a “sorvolare” quei resti che ci hanno fatto provare delle belle emozioni.
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