Fotografie: Stefano Signorini
E’ un venerdì di inizio aprile, parto da Pistoia con il cielo un po’ cupo e mi dirigo verso il mare. Mi sono regalata due giorni di misto relax-lavoro a due passi da casa. Quando arrivo la prima cosa che sento di fare è affacciarmi dalla terrazza. Il mare mi accoglie con lo sfavillio che io sin da bambina chiamo “i diamanti del mare”, so benissimo che è il sole che vi si riflette, ma sono convinta che a brillare siano veramente le innumerevoli meraviglie che il mare nasconde sotto la sua superficie e quei luccichii siano un invito a scoprirli.
L’hotel Rex dove mi trovo sorge nel borgo marinaro di Antignano a pochi chilometri a sud di Livorno. E’, all’apparenza, un albergo come tanti, però quando ci si entra, la sua posizione a picco sul mare ti fa sentire subito privilegiato, un po’ come se ti trovassi su una nave. Ogni camera ha il suo punto di vista speciale sul Mediterraneo, proprio come le cabine di una nave con la differenza che ti bastano pochi passi per toccarlo, quel mare. E’ un mare lucido e trasparente che già in questa stagione rivela un sacco di piccoli pesci e creaturine.
L’acqua è un po’ troppo fresca per un bagno in costume, non c’è dubbio, soprattutto per una come me che soffre il freddo anche ai tropici, però è troppo invitante per non pensare di mettere subito la muta e concedersi una snorkelata nella laguna. Perché sì, proprio di una laguna naturale è dotato il Rex. Una laguna dove fare il bagno, delle belle snorkelate ed anche battesimi subacquei o corsi sub. Non ci sono molti posti con acque protette “davanti all’uscio”. In estate, qui, c’è un vero bagno attrezzato con ombrelloni, lettini e tutti i servizi necessari per rendere piacevole e confortevole il soggiorno degli ospiti e dei bagnanti. Anche ora questa spiaggia di roccia è aperta, però c’è poca gente, quella che come me cerca il sole e il mare limpido senza dover fare centinaia di chilometri, anche solo per pochi giorni. In effetti vengo qui molto spesso, quasi una volta al mese, da aprile a settembre. E’ il luogo perfetto per fare qualche immersione con ogni comfort, una snorkelata e mangiare dell’ottimo pesce godendosi il mare.
Con maschera e pinne (e muta) mi accingo ad una bella nuotata. Il sole è caldo, nonostante la stagione, ed il mare piatto e di un bell’azzurro chiaro. Comincio a nuotare godendomi quell’acqua limpida. Il sole si sta già abbassando verso l’orizzonte ed i raggi si rifrangono tra gli scogli penetrando l’acqua. C’è come una luce magica ed il contrasto tra la sabbia bianca, i giardini di posidonia e gli scogli neri sullo sfondo è veramente di impatto. Mi fermo, come per paura di disturbare con il rumore delle mie pinne e mi lascio cullare dal movimento del mare. All’improvviso è qualcos’altro a muoversi, un piccolo movimento tra la posidonia mi rivela che c’è un intruso, faccio una piccola apnea (ci saranno appena due metri d’acqua) e mi avvicino. Lo vedo subito. Mi guarda come imbambolato, sperando che non mi sia accorta di lui, ma non è così. “Ti ho fregato piccolo pesce ago cavallino!” penso tra me e me, ma sono certa che ha capito anche lui, perché finge di essere parte della pianta il più possibile sperando che lo lasci stare. Ed io obbedisco. Lui è a casa sua, ed io sono un’ospite gradita solo fino a quando non disturbo l’ordine naturale. Così riemergo, prendo l’aria a pieni polmoni e pinneggio allegramente un po’ più in là. Mi faccio tutto il giro della “laguna”, e poi mi rendo conto che è ora di rientrare a terra, fra poco arriverà il mio amico Stefano, che mi ha promesso una immersione crepuscolare da urlo. Stefano è appassionato come me di microfauna, o sottoli come li chiama qualcuno, insomma tutti quegli esserini variegati e variopinti che vivono sul fondo e che, secondo me, lo rendono più bello ed intrigante. Ed infatti eccolo lì. E’ già arrivato al diving e sta preparando le bombole. Tolgo le pinne e lo raggiungo. Ovviamente ha con sé la sua macchina fotografica, come poteva essere diversamente. Questo è un paradiso per i fotografi che amano la macro che si possono dedicare in tutta tranquillità a fotografare varie specie nel loro habitat naturale.
In poco tempo sono pronta a seguirlo, d’altra parte avevo già la muta addosso. Entriamo in acqua da terra, non c’è bisogno di spostarsi con la barca per ciò che stiamo cercando. Mi mostra subito delle attinie che sono già rientrate sotto costa, accanto ai tentacoli notiamo un piccolo ghiozzo rasposo. Se ne sta lì beato a farsi gli affari suoi. Ci avviciniamo un po’ e Stefano mi mostra due gamberetti trasparenti, quasi di vetro. A questi non resiste e si posiziona per fare delle foto. Io intanto mi guardo intorno e mi dico che il mare è proprio bello, senza bisogno di andare a cercare chissà cosa e chissà dove, già a pochi chilometri da casa mia. Mi fa cenno di seguirlo e mi mostra degli spirografi sulla sabbia. Salutiamo un piccolo paguro con un altro scatto e ci spostiamo sulla scogliera esterna. Ormai sta calando la notte e la torcia illumina una murenina tra le spugne colorate. Mi stupisco di un ambiente così bello a soli 15 metri di profondità però comincio ad avere freddo ed anche fame, siamo in acqua da un’ora: sott’acqua il tempo passa sempre troppo in fretta!
All’uscita ci aspetta Stefano Alessandri, il titolare del diving, che ci aiuta con le attrezzature ed al quale raccontiamo entusiasti la nostra immersione. Ci sorride, evidentemente abituato alla frenesia di subacquei e fotografi e dopo aver chiacchierato un po’, ci ricorda che la cena ci aspetta nel ristorante del Rex. A quel punto cerchiamo di sbrigarci, non vogliamo proprio far freddare il “cacciucco”.
Ceniamo sulla bellissima terrazza sul mare e l’ottima cena è accompagnata di un buon vino bianco e da una splendida luna che rischiara tutta la costa.
Durante la cena ci accordiamo per le due immersioni in barca del giorno dopo. Ci aspetta il corallo rosso e tante altre meraviglie…
Il diving dell’hotel Rex è il più vicino alla zona di Calafuria che, sebbene non sia un’area marina protetta, non ha nulla da invidiare a quelle che sono ufficialmente riconosciute dal ministero dell’ambiente come tali. «Calafuria vanta una grande biodiversità e la presenza di organismi degni di tutela come il corallo rosso.» mi spiega Stefano Alessandri durante la cena «Domani raggiungeremo con il nostro gommone il comprensorio di Calafuria, in soli tre minuti e ci immergeremo nella “grotta del grongo”.» Conclude con un “vedrai che posto magico!”
E con questa promessa finiamo l’ottima cena continuando a chiacchierare di mare e di pesci.
La mattina successiva, in barca, Stefano è particolarmente attento a spiegarci, durante il briefing, tutte le regole di sicurezza e quelle ambientali quale, per esempio, quella di non avvicinarci mai a meno di un metro dal corallo.
Il sito di immersione è un vero e proprio promontorio sottomarino che si protende verso il largo con sommità a 10 metri e pendici che scendono fino a -32. Il cappello è ricchissimo di vita. Castagnole a nubi che si dispongono sul lato di corrente, così come fanno gli anthias, a cercare il cibo. Polpi, murene, scorfani, nudibranchi, ricci di prateria e stelle marine popolano il fondale. Le pendici in alcuni punti verticali, creano suggestivi scenari di grotte, spaccature ove trova dimora il corallo rosso, ma anche parazoanthus, leptosamnia, eunicelle, madrepore ed una grandissima varietà di spugne. E’ veramente un tripudio di colori! Ci sono anche moltissimi idrozoi, cibo preferito da nudibranchi come flabellina, crathena, dondice, hypselodoris e discodoris, meravigliosi soggetti fotografici che non mi dispiacerebbe incontrare…
In questo periodo si vedono anche molti crostacei quali aragoste, magnose e galatee sulle pareti.
Entrando in grotta penso alle parole di Stefano: “La grotta del grongo deve il suo nome al fatto che è spesso abitata da un grosso esemplare di questo animale. A noi sub piace credere che sia sempre lo stesso da anni, ma questo non può essere, è più plausibile che la grotta costituisca un habitat ideale per questo tipo di pesce e loro mettano in atto una specie di disputa territoriale per aggiudicarsi la dimora.” Sorrido e mi lascio sorprendere ancora, dopo tutti questi anni, da quanto il mare sia in grado di farti innamorare… basta dargliene l’opportunità.
Entriamo in grotta attraverso un suggestivo ingresso a -26 metri. Una volta entrati si pinneggia con attenzione stando in assetto neutro per non sollevare il limo sul fondo. Dopo poco il limo viene sostituito da un fondale di ciottoli, eliminando il problema. Facciamo comunque attenzione a non toccare, né disturbare il “popolo” della grotta: gamberi, crostacei, cerianti, corallo e… “caspita che fortuna!” esclamo attraverso l’erogatore (eh sì parlo anche sott’acqua) perché questa volta c’è un incontro speciale: un lupicante con una chela spezzata probabilmente a causa di uno scontro con un altro animale. Bello!
A questo punto con le nostre facce soddisfatte rispondiamo a Stefano che ci indica di avviarci verso l’uscita.
L’immersione è stata bellissima. Sebbene la penetrazione in grotta sia da raccomandare ai subacquei con esperienza, qui intorno ci sono siti adatti a tutti i livelli e a tutte le passioni, perché sappiamo bene che la subacquea è soprattutto passione, anche per cose diverse tra loro.
In gommone l’ambiente è piacevole e rilassato e tutti fanno commenti su questo o quell’aspetto dell’immersione. Ci accomuna soprattutto quella sensazione di privilegiato che ha qualunque sub che ama veramente il mare.
Sono talmente rilassata che una volta in hotel decido di passare il pomeriggio nel centro benessere. Dopo essermi fatta “viziare” dal mare, mi faccio coccolare da mani esperte con un massaggio fantastico in un luogo piacevole e accogliente.
Peccato che le cose belle finiscano troppo in fretta… meno male che potrò tornare presto in questa bellissima Livorno e al Rex.
Per maggiori informazioni www.hotelrex.it
Un commento su “Hotel Rex Livorno, un fine settimana in costa, a pochi passi da casa”