L’ anniversario Haven, un tributo per i 30 anni dall’affondamento
La Haven ,“La Grande Signora” come romanticamente é stata soprannominata dai subacquei, è il più grande relitto del Mediterraneo e uno dei più grandi e visitati al mondo. Solo questo potrebbe bastare per configurarla come qualcosa di eccezionale.
Il 14 aprile del 1991, in seguito ad un’ esplosione avvenuta durante un’ operazione di travaso di greggio, la Haven affondava davanti il porto di Arenzano a circa un miglio e mezzo dalla costa. Prima di inabissarsi per sempre, fu flagellata per tre giorni da un enorme incendio, che la faceva assomigliare ad un vulcano in eruzione, bruciarono per fortuna, migliaia di tonnellate di petrolio, rigettate verso l’incendio dai mezzi di soccorso. Parte del greggio disperso però, arrivò presto a lambire le coste dando vita al più grande disastro ambientale del Mediterraneo. L’affondamento decretò la morte della nave come mezzo di trasporto, lasciando pensare ad una fine nell’oblio delle profondità. Nonostante le proporzioni del dramma, con il passare del tempo il mare ha integrato il relitto nell’eco sistema, ridando nuova vita e un’anima a questa “Signora”. Il relitto si è trasformato negli anni in un enorme reef artificiale; habitat e rifugio perfetto per innumerevoli organismi marini che hanno colonizzato tutta la nave. Nel corso degli anni è diventata una delle mete più ambite dai subacquei di tutto il mondo, guadagnandosi appunto il nome di “Grande Signora”. L’ Haven giace in assetto di navigazione su un fondale fangoso a circa 80mt di profondità; é quasi completamente integra, ad eccezione della prua, che si spezzò durante l’incidente, mentre avvolta dalle fiamme veniva rimorchiata dove sarebbe stato possibile bonificarla.
Nel 30° anniversario Haven, 30 anni dall’affondamento
Immergersi sull’ Haven é sempre una grande emozione, mentre la si raggiunge ciò che colpisce, sono le sue mastodontiche dimensioni, impossibile avere una visione completa del relitto. Elemento che attira subito l’attenzione dei subacquei é il ponte di comando, con i sui 33 metri, che discende fino ai 55 metri nei vari piani che compongono il castello. Esternamente il relitto é interamente visitabile e non presenta particolari pericoli, si possono trovare molti spunti suggestivi e uno di questi é senza dubbio la sua grande elica a sette pale. E’ sempre importante considerare la sua estensione per non avere problemi con la scorta di gas, specialmente per chi decide di immergersi in circuito aperto. L’orientamento a volte, con scarsa visibilità può diventare difficoltoso e procurare seri problemi a chi non é molto esperto. Se all’esterno l’Haven si presenta come un maestoso gigante, le sue viscere nascondono molti segreti, tra cui il suo cuore.
Il cuore della Grande Signora é indubbiamente per connotazione e uso, la sala macchine. In questo enorme ed oscuro locale, si trova l’enorme propulsore a due tempi diesel, che un tempo batteva al ritmo di 100 “battiti”al minuto, facendole solcare tutti i mari del mondo. Esplorando questi ambienti possiamo riconoscere alcuni particolari del motore che mostrano per imponenza le dimensioni extra large degli elementi. Ne sono un esempio i pistoni di rispetto che misurano 98cm di diametro e che percorrevano dentro i cilindri, una corsa di 2mt; Gli 8 enormi bilancieri posizionati sulla testata, con le loro possenti molle di ritorno, una valvola di scarico che di solito si tiene in una mano, è alta quanto una persona. Di indubbio effetto le enormi bielle, visibili affacciandosi ai passa uomo del vano motore, situati nel corridoio più basso della sala macchine. Tutto sembra essersi fermato all’improvviso, come se qualcosa avesse spento quella sinfonia di ingranaggi , orchestrati da uomini che alacremente accudivano il cuore pulsante dell’Haven. Un’altra testimonianza è data gli utensili e le chiavi inglesi di dimensioni ciclopiche contenute nell’officina del ponte mediano della sala macchine, ancora lì, allineate, pronte all’uso. Ma c’è un luogo all’interno che più di tutti suscita suggestione:” il locale premistoppa”. Così come è definita in gergo marinaresco, la camera che contiene il meccanismo che separa l’acqua esterna dall’interno, permettendo all’albero di trasmissione di trasmettere il movimento all’elica. È un ambiente ostile, piccolo e oscuro, situato a 77 mt di profondità. La visibilità può ridursi a zero in un attimo, se non si adottano tecniche propulsive idonee ed è praticamente impossibile visitare questo luogo in circuito aperto, infatti le bolle provocano il distacco di sedimenti e ruggine rendendo difficile l’orientamento, e per fotografi e video operatori impossibili le riprese . Avventurarsi in questi angoli nascosti richiede un addestramento specifico, esperienza ed una buona conoscenza del relitto.
Anniversario Haven
A distanza di 30anni dal quel tragico 14 aprile in cui la nave Haven è morta, dopo tre giorni di tremenda agonia, come un’araba fenice, è risorta dalle sue ceneri e ha avuto la sua seconda chance, accogliendo tra le sue lamiere milioni di vite legate alla sua presenza. Il tempo che passa, la sta segnando inesorabilmente, come è nell’ordine delle cose, ma per noi subacquei l’ Haven è davvero una “Gran Signora” e come tutte le Signore esige rispetto.
Il Team WSE: Davide Ciampalini Matteo Ratto Emanuele Loglisci Massimo Cresti Davide Briccolani
Il presente tributo al trentesimo anniversario Haven, fa parte di un lavoro più ampio che il team WSE sta compiendo sull’intero relitto. Compatibilmente con la situazione contingente il lungometraggio verrà presentato prossimamente.