Autore: Claudio Di Manao
Hanno vinto ad Antibes"… Dalla Riva e Da una Barca Daily
“Era Fabio, l’ho riconosciuto da come pinneggiava.” Dino, il fotografo, ne era sicuro. Eravamo appena usciti dall’acqua, un’immersione da urlo, con il ‘carcarinus limbatus ’ che entra ed esce dalla nuvola dei barracuda, nervosissimo. Avevamo semplicemente inseguito un video-operatore che sbuffava dissennato nel blu, ormai senza riferimenti, lontani dalla sella tra Shark e Yolanda reef. “Eri tu quello di ieri in mezzo ai barracuda?” “Mi è arrivato quasi in faccia quel bestione!” Era contentissimo, ma non era ancora soddisfatto. “C’era parecchia sospensione, purtroppo…”
Conosco Fabio Casarotti praticamente da quando sono a Sharm el Sheikh. Lo conosco bene. Dividere con qualcuno su base quasi quotidiana lo spazio di una barca in mare, significa conoscersi bene. Il mare ha anche questa qualità. Io guidavo, lui si occupava delle video-riprese.
A Sharm di lui abbiamo pensato un po’ tutti che dietro la scorza di uomo pratico e diretto ci fosse un chiodo quasi maniacale per costosissime apparecchiature video. Lo sentivi dire: “Ho l’attrezzatura migliore di Sharm, ma ci vorranno anni per ammortizzarla, nel frattempo sarà obsoleta, devo inventarmi qualcosa”. Inventarsi qualcosa era ricomprare, espandere memorie, aggiungere programmi. Non ero sorpreso dalle sue parole. Nessuno lo era. Un altro sognatore, anche lui, che vuoi farci… è Sharm.
Una sera di quasi quattro anni fa, invito Fabio a cena e gli dico: “Facciamo un film” e gli spiattello una serie di vignette che m’erano scappate di mano durante la calma della bassa stagione. Un film sull’industria subacquea di Sharm.
“Una figata!” dice lui,: “ …ma a chi lo vendiamo?” Non sapemmo darci risposte concrete. Ognuno pei fatti suoi. La stagione successiva mi scappò un’altra cosa: ‘Figli di una… shamandura’. Andammo io lui, la mia ragazza e Alberto al Cairo, a prendere le prime copie. La prima che uscì dal pacco fu per Fabio. Per un po’ non si parla più di film. Io ho da fare, lui pure. Passa il tempo.
Poi Fabio viene da me e mi fa: “ Voglio fare un film, per i bambini…” ci risiamo, penso io, “qualcosa che spieghi in parole ed immagini semplicissime cos’è una barriera corallina ad un bambino di pochi anni come mio figlio Davide… non c’è in giro niente del genere.” Si era rivolto a me per via della mia ragazza: prima di essere un istruttore sub, lei è una traduttrice. Gli dico che sì, è una gran bella idea, chiamami quando ti serve qualsiasi cosa, ci si vede a cena. Eh, sì, penso tra me, con un impianto del genere, un archivio d’immagini così bello e ricco, il signor Fabio mi sembra un po’ sprecato a fare video-riprese per i turisti. Tempo, solo questione di tempo che manca sempre. Ovunque.
Lo incontro, trafelato al lavoro, dice che dobbiamo cenare insieme.Qualcosa bolle in pentola. Sembra un ragazzino appresso a qualcosa più grande di lui. Mi fa piacere vederlo così preso, perché è più vecchio di me. Quando fa così non mi sento più solo e strano. Poi il lavoro, la stanchezza feroce dell’alta stagione… e l’invito si perde. Lo recupero io, vieni a cena oggi o mai più. Si parla del più e del meno, poi a cena riceve una telefonata e mi fa:
“Lo sai che il film ha vinto la Palma d’Oro ad Antibes?”
“Quando? Chi? Che film?” Doveva essere accaduto tutto sotto i miei occhi, io c’ero ma… ero preso.
“Ieri l’altro, l’ha vinta Gian col film che abbiamo girato insieme quaggiù, ah ah!”
Me lo dice così, ridendo tra un primo ed un secondo, e mi racconta una storia. Una bella storia di un sogno che fanno due persone che si conoscono solo di nome, che si incontrano per caso, che ne parlano e che insieme realizzano. Un sogno che aveva bisogno di uno come Gian ed uno come Fabio per navigare fino al Festival d’Antibes e vincere. Mi faccio dare subito una videocassetta.
‘SPIEGAMI IL MARE’ un film di Gian Melchiore. Riconosco subito le location, riconosco le immagini dell’archivio di Fabio. E’ bellissimo, semplice, chiaro, divertente… eh sì: è geniale. Centro. Ed ha vinto con la metà di se stesso. I sottotitoli in Francese, infatti, non danno giustizia ai vari accenti che vengono assegnati agli abitanti del reef mentre si presentano. Poi i titoli di coda: ‘Da una idea di Gian Melchiore e Fabio Casarotti, riprese subacquee di Gian Melchiore e Fabio Casarotti’. Palma d’Oro e premio speciale della giuria giovani. A me girerebbe la testa. Fabio invece è lì, ridacchia, si fa un’altra birra niente di più. “ Abbiamo fatto un gran lavoro, e Gian è un vero creativo, la story-board, far doppiare i pesci in dialetto, ha eseguito un montaggio impeccabile, sono contento!” Fabio è un modesto, di quelli che non vanno più di moda. Se ci parli non ti sembra un creativo, ma un istruttore degli alpini. Ti dà la sensazione che per lui l’immagine sia solo duro lavoro dalle soddisfazioni molto personali. Mi ricordo di quando ci aspettava dietro alle gorgonie, o di quando consumava ettolitri d’aria per far girare i pesci nella nostra direzione, contro una corrente feroce, sempre in caccia dell’ immagine perfetta, per anni. O nelle viscere del Thistlegorm: “Passa di qui, passa di là… laggiù c’è una porticina, io mi metto così, tu fammeli passare davanti…” Ho imparato così, a muovermi dentro quel relitto. Era in momenti come quelli che vedevi la voglia di far bene, eh no, non si trattava solo di piazzare il video ai clienti in barca, ma fare bene. Ogni tanto, quando spariva nel Thistlegorm o a Shark reef, tremavo: “Dio Santo! dov’è Fabio?” Si diventa amici così. E’ il mare.
Ora che siamo rimasti amici vorrei poter fare qualcosa per lui. So fare pochissime cose. Una è andare sott’acqua, l’altra…
…organizzerò un barbecue.
Claudio Di Manao
Se volete scoprire qualcosa di più su Sharm, non perdetevi l’opera di Claudio…
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